20. TUTTI (2)

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Capodanno 2022/23 - Fregene


Dalle sette in avanti iniziarono ad arrivare macchine, a suonare al citofono, a presentarsi gente con le braccia cariche di casse di birra e pandori. Il campanello trillava senza sosta, Pietro si era assunto l'estenuante compito di comunicare agli ospiti bloccati al cancello dove cercare parcheggio nelle vie parallele.

La pizzeria Il Veliero, alle nove e mezza, precisa come un orologio svizzero, fece recapitare le cinquanta pizze ordinate con largo anticipo da Niko. Già tagliate, di gusti assortiti, i cartoni vennero passati di mano in mano, ognuno se ne serviva e faceva continuare il viaggio, arrivarono fin fuori in giardino, ai fumatori sotto il portico, a quelli in coda al bagno e alle coppiette imboscatesi al piano di sopra.

Avevano fatto il solito giro di ricognizione tra i vicini, chiedendo anticipatamente scusa per il baccano che avrebbero prodotto quella sera e invitandoli ad unirsi alla festa. Alcuni si erano presentati, nonostante tutto l'aura di Mika ancora sortiva un certo effetto e la notizia che Aki non fosse più scapolo non era ancora circolata.

La prima a vomitare fu una compagna di liceo di Isla e Milo, che costrinse Niko a lasciar perdere la birra che stava bevendo, districarsi dall'abbraccio di Tessa, e dirigersi in modalità adulto responsabile al bagno di sopra. Trovò la ragazza molto pallida e sudata, ma cosciente e preoccupata a sistemarsi l'eyeliner. 

«Isla! Non avevo espressamente vietato a te e tutti i tuoi amici minorenni di bere qualsiasi cosa che non fosse una, massimo due, birre? Vuoi farmi finire nei guai?», abbaiò contro la sorella, la rabbia attutita dall'alcool che gli faceva rimbombare le orecchie.

L'altra sollevò le mani, come a chiedere scusa. «Maia è maggiorenne», sottolineò indicando l'amica, che nel sentirsi presa in causa si voltò a scoccare loro un sorrisone incoraggiante.

«Solo io e Milo siamo minorenni, tranquillo», tentò di rassicurarlo, non volendo rovinargli la serata.

L'altro ragazzo annuì in assenso. «La tengo d'occhio io, promesso.»

Niko lo fissò negli occhi ancora per qualche secondo, prima di annuire e uscire dal bagno. 

Rimasero loro tre. Isla fece una linguaccia in direzione di Milo. «Mi tieni d'occhio.. davvero pensi di riuscirci?», lo sfidò raccogliendo da terra la borsetta di Gaia dentro a cui aveva nascosto l'erba e prendendo a braccetto l'amica. «Tu vieni?», gli sussurrò flautata voltandosi lentamente poco prima di sorpassare la soglia.

Lui la seguì.

Scesero di sotto, dove passarono davanti a Niko, esibendo le espressioni più innocenti del loro repertorio. Da dietro le spalle del ragazzo, fece capolino la testa bianca di Tessa, che fece l'occhiolino a Isla e afferrò il polso del proprio ragazzo, invitandolo ad abbassarsi così da potergli parlare all'orecchio. Grati della distrazione, accelerarono il passo verso il giardino.

«Smettila di fare il poliziotto cattivo. Sono giovani, non stupidi», scandì Tessa a voce alta per farsi sentire al di sopra di Kylie Minogue.

Era difficile per Niko capire fino in fondo sua sorella. Lui non aveva mai avuto quella voglia viscerale di mandare affanculo tutto e tutti, di urlare, di accelerare quando ci si raccomandava di andar piano, di vivere sempre sull'orlo del proibito. Era stato un adolescente insolito. Gli piaceva andare a scuola, rendere orgogliosi i propri genitori, uscire e tornare sempre entro il coprifuoco.

Sospirò, Tessa senza dubbio poteva comprendere meglio la situazione. Decise di fidarsi del suo giudizio, non aveva voglia di rovinarsi la serata. «Ti va di ballare?», le chiese per distrarsi.

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