La prima settimana di scuola era volata via, per fortuna senza chissà quali complicazioni. "Complicazioni", naturalmente, significava Noah. Tanto che, per evitarlo, per l'intera settimana ero sempre rimasta chiusa in camera durante la sua esibizione sul balcone.Dovevo smettere di pensare a lui. Per fortuna quel sabato sera io e le mie amiche saremmo andate in un pub per scaricare lo stress ballando e per divertirci. Sarebbe stata una tipica serata tra ragazze, una di quelle che avrebbero rinsaldato ancora di più il nostro legame, in cui ci saremmo fatte forza l'un l'altra. Prima, però, dovevo trovare un vestito decente da mettermi.
L'armadio, in serate come quella, sembrava sempre troppo vuoto. Improvvisamente tutti i vestiti, tutto lo shopping fatto, non contavano niente perché puntualmente non avevo nulla di adatto da indossare: la mia ricerca durò ore, durante le quali tirai fuori tutto il possibile rendendo la stanza un campo minato di panni.
Alla fine scelsi un vestito abbastanza attillato e lungo fino alle ginocchia, per una serata al pub con la mie amiche sarebbe andato più che bene.
Giusto il tempo di indossarlo e di sistemare un attimo la stanza che Tatiana, Eva e Margherita suonarono il campanello: erano venute come sempre per prepararsi insieme a me.
Cominciammo subito a pettinarci e a truccarci con in sottofondo una canzone perfetta per noi: Dance the Night di Dua Lipa. Cantammo ad alta voce il testo mentre ci aiutavamo con fondotinta, ombretti e mascara.
«Se Edoardo ti vedesse in questo momento, impazzirebbero di gelosia» commentò Tatiana stendendosi il rossetto sulle labbra.
«Facciamo che questa sera non dobbiamo mai più menzionare le nostre crush. Edoardo per me non esiste» commentò Eva.
La mia amica aveva lo sguardo preoccupato e pensai subito che provasse dei sentimenti per lui, considerando che era corsa una cotta che durava dalla prima media, il che mi fece ridere leggermente.
<<Edoardo chi?» domandò Margherita ridendo.
Prima di uscire di casa mi venne l'idea geniale di passare per la cucina, prendere dei bicchieri e versarci dentro la birra che comprai e avevo lasciato in frigorifero.
«Alla nostra serata» esordii e alzammo i bicchieri prima di bere.
Certo, bere non era la soluzione ai nostri problemi, ma quella sera avevamo bisogno di una spinta per poter ballare e caricarci senza sembrare tristi. No. Ci saremmo divertite e non avremmo mai pensato ai ragazzi.
Avevo sempre amato andare al pub con le mie amiche , l'unico del nostro quartiere, infatti, ci andavamo spesso, passavamo ore e ore a ballare e a giocare a biliardo fino a non avere più soldi nelle tasche. Quasi mi parve di rivedere il viso allegro di Tatiana e di udire il suono genuino della sua risata mentre giocavamo assieme, tentando di battere il suo cugino perché, in caso contrario, avremmo dovuto offrirgli una cena.
<<Vi prego, guardate la sua faccia. Sembra una bambina il giorno del suo compleanno>> disse Eva, prima di scoppiare in una fragorosa risata.
A quelle parole sia Tatiana che Margherita si voltarono a guardarmi e risero di gusto, il suono da loro emesso si unì a quello della canzone trasmessa dalla radio. L'auto odorava di cocco e del profumo di Margherita che, tra l'altro, in quel momento aveva il viso illuminato dalla luce rossa del semaforo che dava ai suoi occhi una colorazione violacea.
Dopo un paio di isolati, fermò la macchina di fronte ad locale sulla cui facciata si stagliava un insegna rossa e gialla, tra l'altro, illuminava i capelli biondi di Margherita rendendoli del medesimo colore ceruleo.
<<Signori passeggeri vi annuncio che siamo arrivate a destinazione. Babies stasera ci divertiamo!>> disse Margherita , prima di aprire la portiera e scendere alla macchina seguita a ruota da Tatiana.
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I want all of you
ChickLitCalida è cresciuta nel suo piccolo quartiere, una delle zone più pittoresche della città, con strade ripide fiancheggiate da case a schiera in mattoni in stile federale e vittoriano illuminate da lanterne antiche. Ecco perché, quando rimane orfana e...