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"Volevo nascere senza pensieri, senza le crisi di panico quando penso troppo."

Molly.

Aveva dei profondi occhi e non appena si accorse della nostra presenza, ci quadrò da capo a piedi. Prese a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli ed arricciò il naso, come se la nostra presenza la disgustasse o la infastidisse particolarmente. Notai che il suo ombelico era ornato da un piercing che brillava sotto la luce al neon che illuminava la biblioteca e che anche le sue guance fossero spruzzate di lentiggini che costellavano anche il suo piccolo naso alla francese. Aveva le sopracciglia ben delineate, le labbra piene ed un seno piuttosto prosperoso. Non vi era dubbio che fosse una bella ragazza e vedendola da sola non faticai per nulla a credere che non stava studiando anzi stava sfogliando una rivista di moda.

<<Vedo che eccelli anche nell'arte di andare in punizione Calida, complimenti.>> sputò velenosa, accompagnando il tutto con uno dei suoi sguardi taglienti. A quelle parole il sangue mi ribollì nelle vene e le mani iniziarono a prudere.

Rivolsi uno sguardo a Tatiana, che mi fece no con la testa, probabilmente prevedendo la stupidaggine che avrei fatto e di cui mi sarei pentita molto presto. Appena la professoressa si voltò, per rimproverare qualcuno che non riuscii a distinguere infondo alla biblioteca, colsi l'attimo e ne approfittai. Alzai il dito medio in direzione di quella stronza e sotto voce, in modo che la prof non mi sentisse, le dissi
<<E tu sei sempre la migliore nell'arte dell'aprire le gambe e darsi ad ogni individuo che possieda un pene. Mi congratulo vivamente.>>
Spalancò la bocca, sorpresa, cercando di ribattere in qualche modo.

Alcuni presenti che ascoltarono si misero a ridere.
A Molly questa situazione non le piaceva affatto. La conoscevo bene e lo notai subito da come cambiò espressione.

Un sorrisetto furbo apparì da nulla e mi fece capire che tra pochi secondi stava facendo qualcosa contro di me poco piacevole.
<<Vorrei un po' di attenzione per favore>> disse Molly, la sua voce era alta in modo da poter essere ascoltata da tutti che, tra l'altro, tutti alzarono lo sguardo verso di lei.

Mi voltai a guardarla immobile, quasi mi fossi appena risvegliata da un sogno e faticassi a ritrovare il contatto con la realtà.
Molly chiuse la rivista e l'appoggiò sul tavolo di legno e saltò sopra il tavolo.

Si guardò intorno per osservare meglio le persone che erano presenti e poi spostò il suo sguardo su di me. Restai per qualche secondo a fissare i suoi occhi riflettere la luce soffusa che illuminava la stanza e il modo in cui i suoi capelli scuri gli restavano in una posizione perfetta.
<<Vi voglio presentare meglio una persona. La conoscete tutti Calida Cooper?>> chiese, restando a guardarmi, per poi distogliere lo sguardo e puntarlo sull'ammasso di persone davanti a noi.

Alcuni risposero con un semplice "si" e altri con un "no".

Vidi Tatiana sbuffare accanto a me , sembrava parecchio innervosita, tanto che le sue mani si erano chiuse a pugno mandando cosi in tensione i muscoli delle sue braccia.
<<È bella e velenosa quanto il più letale dei fiori.
Sapete, conoscevo i suoi fratelli. Uno in particolare è ancora più bello, lo è tanto da toglierti il respiro e da farti girare la testa. Perciò vorrei proporre un applauso: a Calida, la stronza che passa distruggendo sempre tutto ciò che incontra e che mi ha portato via la persona che amavo più di me stessa>> aveva alzato considerevolmente la voce, tanto da attirare l'attenzione persino della professoressa che si trovava in fondo alla stanza e che era intenta a trovare il silenzio.

Inutile dire che nessuno applaudì assieme a lei e che tutti i presenti nella stanza erano visibilmente sconvolti. Mi guardavano come se avessero avuto paura che potessi scoppiare a piangere da un momento all'altro.
Tatiana sembrava preoccupata, tanto che persisteva ad aprire e chiudere la bocca, come se cercasse le parole giuste per confortarmi.
Io mi sentivo mancare il respiro, ero sicura che un pugno nello stomaco avrebbe fatto meno male delle parole pronunciate da Molly. Ero al contempo arrabbiata e ferita per ciò che aveva detto e lei non sembrava minimamente interessata a me, perché quando la professoressa la raggiunse e la obbligò a sedersi, lei riprese a leggere la rivista di moda come se nulla fosse successo.

I want all of youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora