Quando aprii gli occhi, passai il tempo a osservare Noah dormire, mi infondeva tranquillità e teneva la mia mente occupata mentre fantasticavo di contemplarlo, venerarlo, e ripensavo alle sue scuse. Il resto non avrebbe dovuto avere più alcuna rilevanza e invece, maledizione, non mi era del tutto indifferente. Era proprio quel resto ad avermi svegliata. Lo stesso che tormentava la mia vita. Ero incazzata e demoralizzata al tempo stesso.Mi soffermai qualche secondo ad osservare la linea spigolosa della sua mascella e le sue lunghe ciglia scure, mentre un raggio di sole illuminava parzialmente il suo volto premuto contro il morbido tessuto del suo cuscino ed invitandomi silenziosamente a
contemplarne la bellezza.Sciolsi con difficoltà l'abbraccio e mi alzai dal letto. Mi recai in bagno. In casa, ora, regnava il silenzio assoluto. Chiusi la porta, mi lavai i denti e mi fondai sotto la doccia, sperando che il getto dell'acqua calda sciogliesse un po' di quella tensione che sentivo sulle spalle. Quando fui leggermente più rilassata, uscii dal box, mi asciugai e mi vestii.
Iniziai a lavarmi i denti con lo spazzolino che avevo lasciato la sera prima sul ripiano del lavandino, quando finii di strofinarmi i denti e di risciacquarmi la bocca alzai lo sguardo per osservare il mio riflesso. Per poco non mi venne un colpo al cuore, quando i miei occhi si soffermarono sulla chiazza violacea che avevo sul collo. Quel cretino mi aveva fatto un succhiotto.
Tornai in camera degli ospiti, entrai e mi avvicinai al letto e vidi Noah che continuava a dormire come un sasso, nonostante la sua sveglia stesse suonando in modo incessante, il che mi fece sorridere perché improvvisamente mi fu chiaro perché tutte le mattine arrivasse in ritardo a scuola.
<<Noah>> , gridai, mentre mi incamminavo a passo spedito verso la camera degli ospiti , era un ragazzo morto.
<<Svegliati>> dissi, scuotendogli la spalla.
Lui non si mosse di un solo centimetro e non azzardò minimamente a svegliarsi, continuando a dormire beatamente in un mondo onirico tutto suo. Il suono della sveglia stava cominciando a darmi sui nervi, così come tutta quella situazione che mi dava uno strano senso di de ja vu.
Infatti, mi ricordava in modo incredibile la sera in cui lui, si era addormentato sul mio letto. Anche la mattina che aveva seguito la nostra nottata a base di confessioni avevo dovuto fare i salti mortali per svegliarlo.«Mmh» mugolò di piacere. «Profumi di fresco e di buono» borbottò ma nonostante ciò, persistette a dormire imperterrito.
Ridacchiai.A quel punto, spinta dalla frustrazione, con grande fatica, presi il cuscino che aveva sotto la testa per poi colpirlo in testa.
<<Ahia, ma che cavolo>> esclamò lui, aprendo gli occhi all'improvviso e guardandomi.Sbadiglio e lo osservai portarsi una mano alla bocca per coprirla, i tatuaggi sul suo braccio attirarono la mia attenzione e cominciai ad osservare interessata la parola "Trust no one" in corsivo che vi erano disegnate.
Lo vidi sporgersi verso il comodino per mettere finalmente a tacere la sua maledetta sveglia, per poi accasciarsi nuovamente contro il cuscino.Mi inginocchiai sul materasso e afferrai nuovamente il cuscino per colpirlo allo stomaco e successivamente sul viso.
<<La vuoi smettere di colpirmi, cazzo phoenix ti preferivo quando dormivi abbracciata a me>> si lamentò Noah, tentando di sottrarmi il cuscino dalle mani senza tuttavia riuscirci per via della stanchezza che lo attanagliava.
Le sue parole mi fecero arrossire e tutto ciò non fece altro che aumentare la mia rabbia, data anche dal fastidio che suscitava in me la semplicità con cui lui riuscisse ad imbarazzarmi, abbastanza da lasciarmi senza parole.
Un sorriso divertito si fece strada sulle sue labbra nel vedere il rossore che mi colorava le guance e si allargò ancora di più quando i suoi occhi si posarono sul mio collo, quasi fosse soddisfatto mentre ammirava la sua piccola opera d'arte.
<<Il mio succhiotto ti dona>> aggiunse e arrossi ancora di più ed io non riuscii più a capire se fosse per l'imbarazzo o per la rabbia.
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I want all of you
Chick-LitCalida è cresciuta nel suo piccolo quartiere, una delle zone più pittoresche della città, con strade ripide fiancheggiate da case a schiera in mattoni in stile federale e vittoriano illuminate da lanterne antiche. Ecco perché, quando rimane orfana e...