La domenica era sempre stata ciò che io definivo " giornata da coma", infatti, la trascorrevo facendo il vegetale nel letto, guardando film e mangiando snack di ogni tipo.Era sempre stata una mia abitudine ma non avevo preso da mia zia che, per l'appunto, restava gran parte della giornata a cucinare dolci o a fare giardinaggio nella sua piccola serra.
Ad ogni modo, io quella domenica mattina sfruttai tutta la buona volontà della quale disponevo per alzarmi dal letto, andare in bagno e truccarmi per evitare di sembrare un personaggio dei film di Tim Burton che, per altro, adoravo.
Tuttavia, non avevo alcuna intenzione di uscire dal mio caldo e morbido pigiama da unicorno, quindi decisi di andare in cucina vestita così. Mi ero svegliata incredibilmente presto rispetto ai miei standard - ossia a mezzogiorno in punto - e proprio per quella ragione mia zia era ancora intento a cucinare il pranzo, lo capii soprattutto perché non era ancora venuta a farmi visita in camera, gesto che non era nelle sue corde.
<<Sei già sveglia oppure dormi?
Vuoi fare un giro insieme a me?
Mi annoio troppo, non ne posso più
Parlare ai quadri non diverte poi granché
Giochiamo con la farina o con quel che vuoi
Ma esci, ti prego, dai...>> gridai, scoppiando poi in un risolino divertito.
<<Cosa cavolo mi è venuto in mente, il giorno in cui ho deciso di portarti a vedere 'Frozen- il regno di ghiaccio'?>> replicò dopo qualche istante, alludendo ad una delle prime scene del film da lei citato le quali battute io avevo sfruttato e modificato per spaventarla.
Mio zia aveva la bocca impastata dai biscotti fatti da lei e il suono della sua voce era attutito dal masticare. Sicuramente io e mia zia avevamo una caratteristica che ci accomunava, entrambi amavamo mangiare.
<<Oh, andiamo, non fare come Diego>> dissi, imitando Sid dell'Era Glaciale e citando ancora una volta un film dell'animazione che più mi erano piaciuti quando ero ancora una bambina.
Ricordavo ancora il giorno in cui la mia zia aveva accompagnato me e i miei fratelli a vedere quei film di animazione e quanto ci fossimo divertiti durante tutta la durata, ridendo a crepapelle e sgranocchiando pop corn. A pensarci intensamente, riuscivo quasi ad udire il suono della risata di Mark riecheggiarmi nelle orecchie e a vedere il sorriso divertito di Jago, mentre i suoi occhi color nocciola e luminosi erano puntati sul grande schermo del cinema. Scacciai quel ricordo dalla mia mente e ritornai bruscamente con i piedi per terra.
<<Ti sei svegliata ora?>> chiese mia zia, prima di mescolare lo zucchero con un impasto giallo.
Notai che sotto il grembiule rosa indossava solo un semplice vestito a fiori. Sapevo che odiava mettere i pantaloni, perché era un vizio - uno dei tanti - che non aveva trasmesso a me, infatti, amavo usare i pantaloni e sopratutto solo felpe con una taglia più grande che possedevo.
Mia zia era solita dire che io e mio padre ci assomigliassimo in modo incredibile, tanto da mettere i brividi, esattamente come lei e mia madre e ciò ci aveva spesso fatto sorridere.
<<Si. Perché hai apparecchiato la tavola per tre?>>
<<Ho invitato David. Spero che non ti offendi.>> Rispose mia zia con un tono dispiaciuto.
David era un uomo sulla quarantina che sorrideva così spesso da portarmi a credere che per lui la vita fosse incredibilmente entusiasmante, mi ricordava la solarità di Tatiana e infatti incontrarlo mi metteva sempre di buon umore.
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I want all of you
ChickLitCalida è cresciuta nel suo piccolo quartiere, una delle zone più pittoresche della città, con strade ripide fiancheggiate da case a schiera in mattoni in stile federale e vittoriano illuminate da lanterne antiche. Ecco perché, quando rimane orfana e...