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<<Calida? Hai visite.>> Urlò zia Lily dal piano di sotto.

Quando raggiunsi il piano terra, vidi Eva e Edoardo scherzare seduti sul divano.

<<Pronta per il cinema?>> esultò Eva.
Annuì semplicemente.
<<Siamo in ritardo, Noah ci starà aspettando.>> disse Edoardo.

Iniziai a sentire una serie di brividi percorrermi lungo la schiena, ma erano del tutto diversi, carichi di un'emozione nettamente più negativa: paura.
Cominciai a scuotere la testa e ad allontanarmi da loro muovendo dei passi all'indietro, senza riuscire a distogliere gli occhi dalla porta d'entrata con la consapevolezza che, presto, si sarebbe aperto. Non avevo alcuna intenzione di rivedere Noah. Il suo comportamento mi stava mandando fuori di testa.

<<Va tutto bene? >> mi domandò Eva. I suoi occhi trapelavano un misto di preoccupazione e paura.
<<Si, sto bene>> mentii.

Uscii e mi accorsi che aveva cessato di piovere, l'odore dell'asfalto bagnato mi riempii le narici e mi aiutò a sciogliere i nervi tesi.
Chiusi gli occhi e mi soffermai qualche secondo ad ascoltare il rumore delle macchine che sfrecciavano sull'asfalto, quello della gocce che cadevano dai tendoni dei negozi per tuffarsi in piccole pozzanghere e quello delle persone che parlavano.
Aspettai che i battiti del mio cuore si stabilizzassero e che i miei respiri si facessero regolari, prima di decidermi finalmente ad aprire gli occhi ed osservare le nuvole scure che avevano coperto il cielo fino a quando non cominciarono a sembrarmi solo una macchia di colore e niente di più.

Quando arrivammo al cinema Noah era seduto sul gradino di marmo delle scale, con il viso illuminato dalla luce proveniente dal cellulare che teneva fra le mani.
<<Entriamo?>> chiese Eva.

Annuii e rimisi lo zaino sulle spalle, Edoardo e la mia amica si avviarono verso l'ascensore, ma io rimasi ferma dove mi trovavo. Vidi Edoardo schiacciare il bottone che si illuminò di bianco, indicando che la cabina stesse raggiungendo il piano ed io iniziai a sudare freddo. Calcolavo mentalmente le probabilità che c'erano che l'ascensore si fermasse e quanto tempo saremmo riusciti a sopravvivere al suo interno con quel poco ammontare di ossigeno, il mio cuore prese a battere all'impazzata.

<<Io prendo le scale. Ci vediamo di sopra.>> cercai di nascondere la mia paura.

<<allora vengo con te. Eva, Edo, andate noi vi raggiungiamo>> disse Noah avvicinandosi a me e allargando le labbra in un sorriso, ero sicura che lo stesse facendo per cercare di tranquillizzarmi.
Guardai i miei amici entrare nell'ascensore, vidi Eva lanciarmi un'ultima occhiata e sorridermi a sua volta. Quando le porte si richiusero, tirai un sospiro di sollievo e mi sentii improvvisamente più leggera.

<<Chi arriva ultimo paga il biglietto per tutti.>> disse Noah, toccandomi la spalla e correndo verso le scale con un sorriso divertito stampato sulle labbra.
Risi leggermente guardandolo perché sembrava un bambino, attanagliato dalla voglia di giocare ogni volta che se ne presentava l'occasione.
Restai qualche istante a guardarlo, per poi inseguirlo su per le scale, seguendo il suono della sua risata che si propagava per tutto l'edificio.
<<Sei lenta!>> lo sentii gridare dal piano superiore , per poi ridere nuovamente.
Cercai di accelerare il passo in modo da raggiungerlo e quando non lo udii più salire le scale, mi fermai sul piano in cui mi trovavo, cercando di capire dove si trovasse.

Ero circondata dal silenzio più totale e, nonostante ciò, cercavo di tendere l'orecchio più che potevo in modo da riuscire a captare anche il suono più lieve.
Improvvisamente, una mano mi afferrò il polso e mi trascinò dietro al muro che si trovava accanto all'ascensore, i miei occhi incontrarono quelli familiari di Noah.

I want all of youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora