Oggi avrei visto Noah dopo ben sette giorni dal nostro ultimo tête-à-tête.
Mi ero autoimposta di stargli lontano tutto questo tempo per due motivi: uno, la sua presenza si stava insinuando sotto ogni minuscola cellula del mio corpo. Questa sensazione non mi piaceva.Due, volevo evitarlo come la peste.
Mi fermai sulla soglia dell'aula a scrutare ogni posto e sorrisi nell'attimo in cui vidi Tatiana. Mi sedetti accanto a lei, sbattendo la borsa con il quaderno sul piano d'appoggio davanti a noi.
Tat sobbalzò e lo fece una seconda volta quando sollevò il viso e trovò me.<<Sei venuta con Noah?>> sussurrò.
Cosa?
Mi girai e sobbalzai.
Imprecai sottovoce mentre le guance mi si tinsero di rosso.Lui stava diventando la mia apocalisse.
«Ciao, Phoenix.» Si sedette e poggiò il braccio sullo schienale della mia sedia.
Io trasalì per l'ennesima volta. «Noah» lo salutai mostrando più sicurezza di quella che traspariva nei gesti.Quando non ero incazzata, ero attenta a come mi muovevo, a quello che dicevo.
«Dov'è la tua amichetta innamorata di Edoardo?»
«Eva oggi salta.»
Il professore entrò in classe, salutò e iniziò a snocciolare gli argomenti di questa lezione.Storia era una di quelle materie che non mi piacevano e mi procuravano sonno.
«Quante stronzate» commentò Noah e a me sfuggí la matita.
Noah si piegò e la raccolse dal pavimento. «Datti una calmata, sembra che tu abbia visto un fantasma.»
«Purtroppo ho visto te»Se potessi ucciderlo, lo farei in questo preciso istante.
«Che c'è?» mi provocava.
«Io ti detesto.»
«Eppure non sembrava, l'altra sera, quando mi strusciavo contro il tuo sedere.»
Io sollevai un sopracciglio e drizzai la schiena.
«Strano che debba spiegare proprio a te che l'attrazione e l'odio sono due facce della stessa medaglia.»
«Mi sono appena eccitato, Phoenix.»
«E quindi?»
«E quindi adesso devi occupartene...»
«non ho intenzione di farlo» sbraitai sottovoce. «Ora fammi seguire la lezione, altrimenti andrò male al test e, di conseguenza, lo sbaglierai pure tu.»Noah alzò le mani in segno di resa e si accasciò sullo schienale, mentre io ricominciai a prendere appunti come una forsennata e a sottolineare i concetti con evidenziatori diversi.
Avvertii il telefono vibrare nella tasca di Noah e io gli lanciai un'occhiataccia.
«Cosa? È silenzioso» disse, con un sorriso sulle labbra.
«Dovresti proprio spegnerlo.»
«E tu dovresti scopare un po' di più.»
Recuperò lo smartphone e sbloccò lo schermo, il suo volto impallidì.Noah si alzò in piedi di scatto, facendo voltare di nuovo tutti.
«Signorino Harris? Che cosa sta facendo?>> domandò il professore.
«Mi scusi, devo andare in bagno, è urgente.»
«Va bene. Può andare»Maledetto.
Avevo visto il suo viso mutare mentre leggeva il messaggio, era sbiancato e il fatto che si fosse precipitato fuori dalla classe con una urgenza importante, mi aveva messo sull'attenti.
Era vero, Noah Harris era uno stronzo, tuttavia era anche vero che non avrebbe messo mai a rischio il suo posto in squadra. E, da quello che sapevo, aveva bisogno di ottenere il massimo in ogni materia.
Per questo motivo, appena il professore si era voltato per scrivere alla lavagna, in maniera meno plateale del mio aguzzino, avevo abbandonato la classe e gli ero andata dietro.
Mi aspettavo di trovare di tutto, davvero, ma non ciò a cui stavo assistitendo.Ero sconvolta.
Chi era quel ragazzo? Perché Noah gli aveva dato dei soldi? Ma soprattutto, perché ora si stava distruggendo le nocche tirando pugni contro la parete?
Portai una mano al petto e strinsi il tessuto della camicetta.
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I want all of you
Chick-LitCalida è cresciuta nel suo piccolo quartiere, una delle zone più pittoresche della città, con strade ripide fiancheggiate da case a schiera in mattoni in stile federale e vittoriano illuminate da lanterne antiche. Ecco perché, quando rimane orfana e...