Capitolo Due

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Durante il tragitto per raggiungere l'università c'era stato un po' di silenzio da parte di tutte, dato che erano immerse nel profondo mare delle loro preoccupazioni.

Tuttavia Nayeon non gradiva particolarmente quel clima un po' freddo e si era messa a camminare all'indietro per poterle guardare "avete dei musi lunghi che non mi piacciono, sputate il rospo"

La prima a cadere nel suo tranello era stata Jihyo, la quale non era molto brava a mentire "sono soltanto stanca, stanotte ho studiato fino a tardi e poi ho faticato ad addormentarmi"

"Non girarti verso di me o finirai col colpirmi con il naso da Pinocchio che ti ritrovi" Dahyun si era passata le mani nei lunghi capelli blu per alleviare un po' del suo stress.

"Ha ragione lei Jih, sei come un libro aperto per noi, ma se non te la senti di parlare rispettiamo la tua decisione"

"Il fatto è che non vi direi niente di nuovo perché mia madre mi ha fatto una sfuriata per aver preso soltanto ventisei. Sostiene che non avrei dovuto accettarlo perché è mediocre"

Jeongyeon aveva spalancato la bocca, provando una forte ammirazione per lei "l'unico esame che ho dato non l'ho passato perché avevo preso dieci, un voto come il tuo farebbe prendere un colpo a quel povero di mio padre"

La sua fidanzata si era trattenuta per non riderle in faccia "vi ho già parlato dell'ottimo bagaglio culturale delle mia dolce metà, giusto?"

Dahyun aveva alzato gli occhi al cielo, facendo un'imitazione un po' smorta della sua amica "la mia Jeong è meravigliosa, è sempre dolce e non mi ha mai mancato di rispetto. Poi è così bella da togliermi il fiato ogni volta che la guardo" finito quel momento aveva finto di vomitare "sei una sottona"

"Queste cose si chiamano private per un motivo, mi fidavo di te!"

"Non è colpa mia se ho la testa piena dei tuoi discorsi dolci sull'amore, per colpa tua mi sto attualmente curando un dente cariato"

Jihyo si sentiva già meglio, i battibecchi di quelle due erano il suo pane quotidiano contro la tristezza "vogliamo parlare di quella volta che ha pianto perché doveva fare il doppio turno e non ha avuto il tempo di andarla a trovare?"

"Jih, non anche tu" la bionda aveva fatto scorrere gli indici sulle guance per fingere un pianto disperato "il karma vi punirà per tutta l'invidia che nutrite nei nostri confronti"

"Perché mai dovrebbero invidiarci?" Jeongyeon stava tenendo il suo zaino su entrambe le spalle e, doveva ammetterlo, stava cominciando a sentirsi a suo agio con quelle sconosciute.

"È molto semplice: non hanno nessuno che possa tirare fuori il loro lato tutto coccole e bacini. Scommetto il mio intero stipendio che queste tizie da innamorate sarebbero molto peggio della sottoscritta" non aveva mai perso il sorriso durante quella conversazione, dopotutto adorava anche le prese in giro se erano da parte delle persone a cui teneva.

In più era felice di vedere quanto la sua ragazza si stesse impegnando per integrarsi in quel gruppetto e si sentiva come una mamma orgogliosa ogni singola volta che l'aveva sentita parlare.

Non appena erano arrivate in aula si erano messe tutte sulla stessa fila per stare vicine e, quando una ragazza dai capelli neri si era seduta accanto alla più espansiva tra loro, era cresciuta una certa curiosità nell'unica persona che non la conosceva.

"Minari, come mai da queste parti? Tu non sei una studentessa di lingue" Nayeon era piacevolmente sorpresa.

"Non hai letto l'avviso? A partire da oggi le lezioni di letteratura sono condivise per mancanza di insegnanti" aveva estratto il suo quaderno dallo zaino con estrema eleganza, rivolgendo un sorriso gentile anche alle altre "tu sei nuova?"

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