Capitolo Otto

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Momo aveva appena ricevuto un messaggio da parte di Nayeon ed era incredibilmente in ansia perché quest'ultima l'aveva avvisata di essere a casa di Dahyun.

Voleva sapere come stesse e se l'attrazione che provava fosse ricambiata da quella sconosciuta di cui conosceva soltanto il nome e la provenienza, infatti non era stata capace di contenere la sua preoccupazione.

Era corsa al piano di sotto per mettersi a preparare qualcosa da mangiare, trovando i fornelli già occupati "non dovresti essere in ufficio?"

"Jeongie mi ha detto che la più grande delle mie bambine è giù di morale e, in quanto suo padre, mi sono sentito in dovere di chiedere qualche ora di permesso" stava trafficando con la padella, intenzionato a fare dei pancakes "immagino tu abbia fame tesoro"

"Mi conosci troppo bene" dato che non poteva vederla si era concessa di sorridere emozionata: era abituata ai suoi gesti, ma allo stesso tempo era sempre una sorpresa vederlo nelle vesti di suo genitore. Dopotutto non era obbligato a trattarla in quel modo.

"Ti andrebbe di lavare qualche fragola e tagliarla? Dovrebbe esserci anche una banana"

La giovane aveva preso i frutti richiesti "non sarà troppo pesante da mangiare? Dobbiamo metterci anche la Nutella"

Minjun si era finto deluso e si vedeva chiaramente che si stesse trattenendo per non ridere "stai insinuando che per noi, due mangiatori talmente accaniti da sembrare dei bidoni dell'immondizia, tutto questo sia troppo?"

"Ho fatto una domanda idiota, chiedo perdono" aveva riso brevemente, poi aveva eseguito quanto le era stato chiesto senza proferire parola.

"Che cosa ti preoccupa? Mi sembri molto spenta e ho visto che stanotte non sei andata a lavorare, non è da te"

"Diciamo che potrei aver messo una persona in una brutta situazione e mi sento terribilmente in colpa, ma allo stesso tempo ritengo di aver fatto qualcosa di buono per entrambe"

L'uomo aveva messo l'ultimo pancake nel piatto e poi si era armato di un cucchiaino per spalmare la crema di nocciole che entrambi adoravano "mi sembra molto complicato"

Momo aveva annuito lentamente, rubando una fettina di banana "mi sembra di star osservando una bilancia in attesa del mio verdetto"

"Posso chiederti che cosa hai fatto a questa persona? Potrei darti un consiglio migliore se conoscessi la realtà dei fatti"

C'era stato del silenzio tra loro, almeno fino a quando non si erano messi a tavola per fare merenda e le parole erano uscite dalla bocca della mora come un fiume in piena.

Non aveva omesso neppure un dettaglio, raccontando la vicenda nel modo più oggettivo possibile "sono sicura che le sia piaciuto, però fino a quando non sarà lei a darmi una conferma non potrò stare tranquilla"

"Eviterò di dirti cosa hai sbagliato perché ti vedo già pentita, perciò voglio limitarmi a consigliarti di aspettare che Nay ti contatti. So che l'ansia non si può controllare e non ho intenzione di usare le solite frasi fastidiose, però dovresti innanzitutto focalizzarti su come ti sei sentita tu"

"Che intendi? Non sono io la vittima"

"Lo so, ma il vostro bacio ha scatenato qualcosa di insolito in te e dovresti cercare di assimilare questa cosa prima di poter approcciare di nuovo quella ragazza. Da come mi hai parlato di lei sembra una persona molto tranquilla e riservata, inoltre se mi dici che non ha accettato una cosa inevitabile come la sua sessualità mi viene spontaneo pensare che potrebbe non gradire nemmeno le tue abitudini"

Nel sentire l'ultima parola la schiena di Momo si era drizzata di colpo "temo di non aver capito, parli del mio lavoro?"

Minjun aveva scosso lentamente la testa "parlo del tuo vizio"

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