Capitolo Dieci

124 12 100
                                    

Nei momenti di sconforto non c'era niente di meglio da fare oltre a trascorrere del tempo in compagnia e Tzuyu aveva approfittato dell'invito della straniera per rifugiarsi a casa sua per qualche ora.

Non avevano parlato chissà quanto, dato che entrambe erano immerse nel flusso dei loro pensieri, ma il solo fatto di non essere sole le aveva tranquillizzate.

Sana, dopo aver controllato l'orario, si era alzata dal divano con la sua solita eleganza "ti va di cenare con me?"

"Certo, cosa c'è nel menù del rinomato ristorante Minatozaki?" il telefono era stato gettato con noncuranza sul divano e la sua padrona era corsa dietro l'amica per darle una mano ai fornelli.

"Niente di troppo sofisticato perché oggi ho voglia di provare a fare una fantastica aglio e olio"

La più alta aveva assottigliato gli occhi "dimmi che non la prepari come gli obbrobri che si vedono su internet, ogni volta ci trovo tantissimi commenti di gente indignata"

L'espressione della rossa sbiadita era di finta offesa "per chi mi hai presa? È ovvio che sia andata a cercare i procedimenti della ricetta originale. Ma guarda questa, nemmeno si fida"

Farle il verso aveva fatto ridere Tzuyu "scusa, non sono nemmeno in grado di sfottere qualcuno nel modo corretto"

"Stai parlando con una timidona che non sa burlarsi nemmeno di se stessa, sei al sicuro qui" prima di cominciare a cucinare si era concessa un bicchiere di acqua fresca.

"Quindi anche voi persone timide riuscite a saltare addosso a coloro che vi hanno catturato l'attenzione?"

Il ricordo di un avvenimento in particolare aveva rischiato di far strozzare Sana "ti sembrano domande da fare?"

"Sei stata tu a dirmi di aver creato una certa situazione con Jihyo.."

"Non provare ad accusarmi di qualcosa perché sei tu quella che si lascia palpare il sedere pur di farsi rispettare" era arrossita al ricordo del bacio mancato.

"È vero che lo faccio per tenere Sharon a bada, ma glielo concedo soltanto perché piace anche a me"

La conversazione era caduta nel momento in cui si erano entrambe concentrate a controllare la cottura della pasta; sembravano due falchi pronti ad acciuffare una preda.

Tzuyu aveva proposto di lanciare uno spaghetto sulle mattonelle del muro per controllare che fosse ben cotto, l'altra invece le aveva rivolto un'occhiata truce prima di assaggiare personalmente.

"È cotta, chi vuole scolarla? È una procedura che mi terrorizza sempre"

"Casa tua, cucina tua, padella tua. Io intanto posso apparecchiare la tavola" si era subito adoperata per compiere quella semplice azione, facendo la linguaccia alla sua amica ogni volta che si era girata a guardarla.

"Codarda" Sana l'aveva borbottato appena, anche se stava sorridendo. Adorava la compagnia di quella persona in grado di seguire sempre la sua stessa lunghezza d'onda.

Erano solite comportarsi in modo premuroso l'una con l'altra, eppure quel giorno era stata la voglia di punzecchiarsi a vicenda a governare le loro azioni.

Fino a quando la più alta non si era fatta seria "Sharon non mi rispetta come credi e il palpare di cui ti ho parlato capita molto di rado. L'ho sentita dire che le ricordo un demone ed altri insulti e, anche se potrebbe essere infantile da parte mia, non riesco nemmeno a guardarla in faccia"

Il dispiacere della straniera era tale da averle impedito di mangiare l'ennesima forchettata di pasta "non so cosa dire, queste sono solo cattiverie prive di fondamenta"

Wallflower Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora