Capitolo Tredici

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Jihyo si era immobilizzata a fissare lo schermo del suo portatile, sul quale stava trafficando da qualche minuto per controllare alcune cose dell'università, e il terrore l'aveva assalita.

Si era dimenticata di un esame che avrebbe dovuto dare due giorni prima e il peso di aver totalmente rimosso quelli che erano i suoi doveri la stavano schiacciando prepotentemente.

"Non mi sembra di aver detto nulla a riguardo, quindi dovrei cavarmela presentandomi al prossimo appello e nessuno saprà di questa mia svista" l'aveva detto a bassa voce, speranzosa come non mai di poterla scampare almeno una volta.

Tuttavia sua madre aveva fatto il suo ingresso trionfale proprio in quel preciso istante, osservandola col suo immancabile sguardo severo "mi risulta che qualcuno non si sia degnato di fare l'unica cosa che le è stata richiesta"

"Di cosa parli?" aveva già chiuso tutto e si stava comportando con naturalezza, decisa a non destare sospetti. Si era persino sdraiata sul letto per dare l'impressione di essere totalmente tranquilla e rilassata.

"Dell'esame che hai saltato senza nemmeno avvisare, per esempio. Per il quale, oltretutto, non hai mai nemmeno studiato perché i libri sono ancora nuovi"

"È la prima volta che succede, non potresti chiudere un occhio? Mi sono già prenotata per poterlo recuperare"

La donna la stava guardando con la sua solita aria di superiorità "non me ne frega niente se sei già pronta per riparare al tuo errore, quello che pretendo adesso è che tu la smetta di vederti con quella straniera. Stanotte sei tornata alle tre perciò dubito tu fossi con le tue amiche a guardare la tv, inoltre è proprio lei ad averti allontanata dallo studio"

Lo sconforto di Jihyo stava cominciando ad essere evidente "Sana fa parte del nostro gruppo, non ero soltanto con lei, ma anche se fosse non è qualcosa che ti riguarda"

"Ti sembra normale sporcarti per stare con quell'essere di razza inferiore? Ho accettato da molto tempo il fatto che tu sia lesbica, ma per quanto riguarda questa tua scelta non posso proprio stare zitta. Ci sono tante belle coreane tra cui scegliere, anche tra le tue amiche. Com'è che si chiama quella alta? Teresa?"

"Tzuyu"

"È uguale, lei è sicuramente di bella presenza e mi sembra anche molto intelligente"

Sua figlia aveva battuto le palpebre un paio di volte "mamma, è taiwanese"

"Oh per carità, ritiro tutto!" si era portata una mano al petto, come se quel gesto avesse potuto impedire di farle avere un mancamento "che mi dici di Mina?"

"È nata qui, ma i suoi genitori sono entrambi giapponesi" la sua espressione annoiata faceva quasi ridere.

La signora Park si era dovuta mettere a sedere o sarebbe certamente svenuta "è un'epidemia di stranieri, ai miei tempi non era così"

"Ci credo, quando sei nata tu era ancora l'era dei dinosauri. Come sta il tuo pterodattilo domestico?"

"Mi stai dando della vecchia?"

"L'hai detto tu, mammina adorata" le aveva dato un bacio sulla guancia, approfittando del suo momento di debolezza per dimostrarle un po' di affetto "ti voglio bene anche se sei ottusa e terribilmente stronza, ma detesto le cose che dici sulla mia fidanzata e gradirei che questa storia possa finire al più presto"

"Allora, se è vero che mi ami in quanto colei che ti ha messa al mondo, lascia stare quella ragazza e cercane un'altra che non sia straniera" le aveva preso la mano in una stretta stranamente dolce "nessuno è affidabile in questo mondo, ma non posso stare tranquilla sapendo che ti mischi con della gentaglia"

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