Capitolo Sei

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Dahyun, vedendo che la donna che aveva addosso non accennava a togliersi dalle sue gambe, l'aveva spinta con più forza per potersi alzare e poi era corsa verso la porta.

La mora non aveva esitato a seguirla per prenderle i polsi "aspetta, non era mia intenzione ferirti. Credevo lo volessi anche tu, mi hai dato il consenso e ti sei anche presa la libertà di toccarmi sulla schiena. Mi è sembrato che ti piacesse"

Il dispiacere sul viso di quella sconosciuta era autentico e la più giovane ne era consapevole, ma in quel momento riusciva a vedere soltanto il nero dato dalla disperazione "lasciami o andrò a denunciarti non appena avrò messo piede fuori da questo posto squallido"

"A me è sembrato tutto il contrario di quello che stai dicendo tu, è vero che all'inizio ti ho messa in imbarazzo e che ho esagerato, non posso difendermi su questo, ma anche tu volevi essere baciata. Puoi negarlo a me, ma non puoi prendere in giro te stessa"

"Voglio andare a casa e non rivedere mai più la tua faccia" si era scrollata le sue mani di dosso, sul punto di rimettersi a piangere senza controllo, e aveva girato i tacchi senza guardarsi indietro.

Fortunatamente per lei le sue amiche non avrebbero potuto vederla mentre varcava la porta che dava all'esterno e ne aveva approfittato per scappare indisturbata.

Le tremavano le mani e detestava la sensazione che le era rimasta addosso, ma non perché era qualcosa di negativo. Era esattamente il contrario.

Aveva guidato fino alla casa in cui viveva coi suoi genitori, sperando di potersi chiudere in camera per riflettere e stare da sola con se stessa, però quella, evidentemente, non era la sua serata fortunata.

Sua madre la stava aspettando seduta sul divano e con un calice di vino in una mano "tesoro, vieni a sederti. C'è una questione di cui dobbiamo discorrere immediatamente"

"È successo qualcosa di grave?" aveva eseguito subito, sentendosi più ansiosa che mai.

"Ti ricordi di Jacob?"

"Il figlio del collega di papà?"

"Proprio lui, guarda com'è diventato bello" le aveva consegnato il cellulare per farle scorrere alcune sue foto, guardandola con un sorriso smagliante "è diventato un medico e gli manca soltanto una fidanzata, ma fa sempre delle pessime scelte e i suoi genitori hanno pensato a te"

La ragazza si era come pietrificata "per cosa mi hanno pensato?"

La signora Kim si era lasciata sfuggire una risatina "tesoro, credevo fossi in grado di fare dei semplici calcoli. È ovvio che vorrebbero averti nella loro famiglia, di questi tempi sono rare le ragazze pure come te ed è proprio quello di cui hanno bisogno"

"E alla mia opinione non ci pensi?"

"Non dovete sposarvi immediatamente perché avrete tutto il tempo necessario a conoscervi, ma è bene che facciate dei figli prima dei trent'anni quindi riteniamo tutti che sia arrivato il momento per farvi incontrare. Una figlia come te che non ha ancora fatto nulla e a cui, grazie al cielo, non piacciono le ragazze non si trova ogni giorno"

Il pensiero di Dahyun era andato a rifugiarsi a quanto accaduto poco prima, facendole ricordare la sensazione fantastica di avere delle mani femminili addosso.

Si era arrabbiata tanto non perché non le fosse piaciuto essere baciata, ma perché era l'esatto opposto. Ne voleva ancora e la sensazione di insoddisfazione l'aveva portata a stringere le cosce per cercare un po' di sollievo.

"Piccola mia, ti senti male? Hai le guance rosse" si era sporta per toccarle la fronte "non scotti, non dirmi che ti sei emozionata all'idea di avere un fidanzato" le aveva rivolto un sorriso malizioso "la mia bambina sta diventando una donna"

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