Capitolo Ventidue

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"Sorellona, dove stiamo andando?" Nami non aveva lasciato la mano della maggiore per tutto il tempo, ma il ritmo troppo veloce con cui stavano camminando le stava dando del filo da torcere.

"A casa della mia fidanzata per aiutarla a gestire una crisi isterica di Momo"

"Chi è Momo? Il suo animaletto domestico?"

"No, è sua sorella" dato che erano quasi arrivate e che le dispiaceva sentire la bambina col respiro affannato aveva deciso di rallentare un po' l'andatura "spero non ti dispiaccia, ti avevo promesso di andare a prendere un gelato"

Il sorriso della minore avrebbe potuto sciogliere un'intera montagna di ghiaccio "non fa niente perché non devi pensare solo a me e il gelato possiamo comprarlo un'altra volta"

Quel discorso aveva lasciato la bionda senza parole, dato che nemmeno gli adulti erano in grado di dimostrare un livello di maturità tale da non arrabbiarsi per una cosa come quella.

Era orgogliosa di quel piccolo essere che le somigliava e si era ripromessa di fare i complimenti ai vecchi che la stavano crescendo, anche se un aggettivo come quello non si addiceva di certo a quei due che non dimostravano nemmeno la loro età.

Arrivate a casa Yoo la situazione era tragica: Momo era seduta a tavola a mangiare una vaschetta di gelato e sua sorella, per evitarle un brutto mal di pancia, stava cercando inutilmente di farla smettere.

"Vattene via e lasciami stare, decido io cosa e quanto mangiare" stava utilizzando un cucchiaio leggermente più grande rispetto alla media.

Nayeon si era fermata sulla soglia della cucina "Momoring, di questo passo dovrai passare almeno due giorni ad evacuare e dubito possa essere piacevole dopo la seconda seduta sul cesso"

"Questo è l'unico modo che ho per sfogarmi un po' delle mie frustrazioni perché non voglio rovinare la fine della vacanza di Sana e Jihyo nonostante io senta il bisogno di urlare in faccia a chiunque e, dato che ho promesso a Hyun di darmi una regolata, non posso nemmeno ricorrere al fumo"

Le tre adulte si erano immerse in quella conversazione di cui la bambina non riusciva a capire nulla e, considerata la voglia che aveva di quel dolce che le faceva congelare il cervello, si era messa sulla sedia dopo aver preso un cucchiaio dal cassetto "me ne dai un po'?"

La mora l'aveva guardata per qualche secondo, poi si era letteralmente stretta la vaschetta tra le braccia "te lo puoi scordare, questo è solo mio"

Jeongyeon le aveva dato uno scappellotto talmente forte da aver generato un rumore particolare "è una ragazzina, potresti anche essere gentile e comportarti in modo maturo"

"È già tanto se condivido il cibo con voi e non posso espandere la mia tolleranza in un momento come questo, cerca di capirmi"

"Non fa niente dai, non mi va più" Nami non si era offesa, mostrando di avere lo stesso carattere di sua sorella, ed era tornata accanto all'unica persona che conosceva "quanto dobbiamo stare qui?"

"Forse un'ora, pensi di poter resistere senza annoiarti troppo?" le aveva accarezzato la testa "altrimenti conviene che ti porti a casa"

"Se posso guardare la televisione va bene, così non infastidisco nessuno" l'adorazione che aveva per la sorella era evidente, la guardava come se fosse la persona più bella del mondo e i suoi occhi brillavano come stelle ogni volta che riceveva attenzioni da lei.

Jeongyeon si era già innamorata di quella bambina "vieni con me in salotto così ti spiego come si usa il telecomando. Già che ci siamo vuoi anche qualcosa per fare merenda?"

La bambina l'aveva seguita senza fare storie "che cosa puoi darmi da mangiare?"

"Ci sono i biscotti al cioccolato, le merendine di vari tipi, le patatine e forse c'è ancora un gelato nel freezer. Scegli tutto quello che vuoi"

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