Capitolo 22: Federico

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14 febbraio 2021
Sguscio fuori dal letto cercando di non svegliare Benni. Oggi è il giorno di San Valentino ed io voglio farle una sorpresa. Sta sera andremo a cena fuori e le darò il regalo che ho cercato per più di un mese: una borsetta di Hermès arancione che desiderava da tanto, ma non è questa la sorpresa di sta mattina. Io non sono molto bravo ai fornelli, ma ho deciso di prepararle una colazione degna di un hotel di lusso per dimostrarle che per lei farei qualsiasi cosa, compreso imparare a cucinare qualcosa di commestibile. Ovviamente Anna mi aiuterà, altrimenti rischierei di far andare a fuoco la casa e sono certo che Benni non lo apprezzerebbe come regalo di San Valentino. Sono felice di passare un po' di tempo da solo con la mia migliore amica, di solito c'è sempre qualcuno con noi, come Benedetta o i miei compagni di squadra, e non sempre riesco a capire se sta bene. Un paio di settimane fa, il giorno del compleanno di Dusan, l'ho vista giù di morale e ho provato a parlarle, ma mi ha rassicurato dicendomi che andava tutto bene e che era solamente stanca. Lì per lì le ho creduto perché quel giorno è stato veramente impegnativo, ma ormai sono passate più di due settimane e il suo umore non è migliorato più di tanto, anche se fa finta di nulla e sorride come sempre. Pure se le punterebbero una pistola alla tempia continuerebbe a sorridere, lei si permette di perdere il controllo una sola volta all'anno e non so proprio come faccia. Certe volte penso che non sia umana.

"Buongiorno, pronto a diventare un pasticcere provetto?" mi saluta Anna entrando in cucina già pronta per andare a lavoro.

"Buongiorno anche a te. Come mai sei già vestita con la divisa da lavoro?" le chiedo.

Intanto inserisce una capsula nella macchina del caffè e mi risponde: "Perché dopo che ti avrò aiutato a preparare la colazione per Benni vado già alla Continassa, così avrete un po' di tempo per voi due".

Faccio un sospiro. Non deve essere facile vivere con una coppia di fidanzati e sentirti spesso il terzo incomodo. Per quanto Benni ed io ci impegniamo per farla sentire sempre inclusa, a volte è inevitabile che si senta di troppo. Questo è l'unico aspetto negativo della mia vita qui a Torino da quando la mia ragazza ci ha raggiunto. "Non sei costretta ad andartene. Sai che io e Benni siamo felici di averti qui, ma capisco che non ti vada di assistere alla nostra colazione romantica" dico cercando di farla ridere.

Lei accenna un sorriso e ribatte: "Non preoccuparti. Questo giorno è vostro ed io come minimo, in quanto migliore amica del secolo, ho il dovere di togliermi dalle palle per lasciarvi la vostra privacy".

"Non dire così. Mi fai sentire in colpa. Sono un migliore amico di merda" mormoro.

Per sollevarmi il morale mi abbraccia e mi dice: "Tanto sarei dovuta uscire prima lo stesso. A quanto pare Paulo ha un problema ad un polpaccio e ha bisogno del team al completo per capire cosa sia successo. Mi hanno convocato per le sette in punto".

Guardo l'orologio appeso in cucina e sgrano gli occhi. "Quindi abbiamo meno di un'ora per preparare la colazione" farfuglio allarmato.

"Esattamente, quindi basta perdere tempo" mi ordina e si mette subito ai fornelli dicendomi cosa fare.

Quarantacinque minuti più tardi la colazione è già pronta. Anna esce di casa per andare in soccorso del mio compagno di squadra ed io mi metto a preparare la tavola. Devo dire che sono soddisfatto di tutto ciò che ho cucinato, anche se la maggior parte del merito va ad Anna. Chissà che problema ha Paulo al polpacci adesso. Ultimamente quel ragazzo ha sempre male e chiede espressamente che sia la mia migliore amica ad occuparsi di lui, ma non so perché. Certo, Anna è molto brava nel suo lavoro, ma credo che a Paulo lei piaccia e sono sicuro che spesso finge di avere male solo per stare un po' con lei. Farebbe prima a chiederle di uscire. Forse non lo fa per Oriana, alla fin fine sono passati solo due mesi da quando si sono lasciati. Il mio turbinio di pensieri viene interrotto dai passi di Benedetta. La sento scendere le scale con calma.

Tempi supplementari //Federico Chiesa//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora