Capitolo 21: Dusan

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28 gennaio 2021
Oggi dovrebbe essere una bella giornata, un giorno da ricordare. Oggi dovrebbe essere una giornata speciale perché é il mio compleanno. Compio ventuno anni, diventando ufficialmente maggiorenne in tutto il mondo. Oggi dovrei essere felice, ma non lo sono minimamente. Non sono felice perché la ragazza che amo é a Torino, insieme al mio migliore amico. Ad inizio mese pure Benedetta si é trasferita. Siamo rimasti io, Lorenzo, Dennis e Adriana, ma a breve rimarremo solo io e Lore. La coppia di fidanzati ha deciso di trasferirsi a Milano, così Adriana sarà più comoda con l'università e Dennis avrà il lavoro dei suoi sogni. Spero solo che non se ne vada anche il piccolo Chiesa. Se se ne andasse anche lui rimarrei solo. Già adesso faccio più fatica a uscire con loro. Quando c'erano Fede ed Anna era più semplice, erano loro ad organizzare tutto e a far combaciare gli impegni di tutti. Quando se ne sono andati il loro compito lo ha svolto Benedetta, ma adesso é quasi impossibile incastrare gli impegni di tutti. Facciamo i salti mortali per vederci. Nonostante questo, sia la famiglia Chiesa che la famiglia Ciati sono felici quando vado a pranzare da loro, ma senza i miei amici più stretti mi sento un po' fuori posto. La partenza di Benedetta per me è stata traumatica, anche più traumatica di quella di Federico ed Anna. Nei mesi in cui siamo rimasti qui a Firenze, Benni ed io abbiamo legato ancora di più. Sentivamo parecchio la loro mancanza, quindi siamo diventati ognuno la valvola di sfogo dell'altro. Credo che avrei potuto definirla la mia migliore amica, ora senza di lei mi sento in balia del temporale. La solitudine è come una lente d'ingrandimento se sei solo e stai bene stai benissimo, se sei solo e stai male stai malissimo. Io sto malissimo e non sono nemmeno del tutto solo. Mi alzo controvoglia dal letto e filo in doccia. Non avrei bisogno di lavarmi, ma non sono ancora pronto ad affrontare questa giornata. L'acqua fredda mi scorre lungo il corpo procurandomi i brividi. Vorrei smettere di pensare. Vorrei che tutto il mondo si bloccasse, anzi vorrei che il mondo si fosse bloccato allo scorso anno, a quando erano tutti qui ed io non provavo questa enorme solitudine. Qualcuno suona al campanello, così sono costretto ad uscire dalla doccia, indossare l'accappatoio ed aprire la porta.

Di fronte a me compare Lorenzo che urla: "AUGURI DUSAAANNN!"

Gli sorrido cercando di non fargli capire il dolore che provo. Lo faccio entrare in casa e gli dico: "Grazie Lore".

"Ti ho portato la colazione" mi informa sventolandomi in faccia un sacchetto di carta bianca con delle macchie di olio. "Forza, vatti a vestire. Ho una fame da lupi. Sono uscito di casa senza fare colazione solo per andare a prenderti le brioche appena sfornate".

"Sono quelle di Bruno?" chiedo con un lampo di eccitazione negli occhi.

Lore scoppia a ridere vedendo la mia reazione infantile. "Certo. Per festeggiare il tuo compleanno ho comprato le brioche migliori di tutta Firenze" ribatte.

"Corro a vestirmi. Non mangiarle tutte!" esclamo precipitandomi in camera. Indosso la tenuta da allenamento e ritorno in cucina di corsa. Amo le brioche di Bruno più di qualsiasi altra cosa. Non più di Anna, anche se il mio amore per quelle delizie va molto vicino a ciò che provo per lei.

Quando mi siedo al bancone della cucina, il piccolo Chiesa mi domanda: "Cosa facciamo di bello oggi per festeggiare?"

Addento voracemente la mia brioche e gli rispondo: "Non lo so. In realtà non avevo nulla in programma, se vuoi possiamo fare qualcosa insieme".

Lui annuisce. "Si, mi piacerebbe. In ogni caso sta sera andiamo a cena insieme a Dennis ed Adriana. Mi avevano esplicitamente chiesto di non dirtelo, perché dovrebbe essere una sorpresa, ma penso che sia meglio che tu lo sappia...vedo che non sei felice come l'anno scorso. Ti manca, vero?" mormora Lorenzo.

Non credevo che questo ragazzino riuscisse a vedere così bene cosa provo nel profondo. Vorrei dirgli che non mi manca, ma mentirei sia a lui che a me stesso. Mi manca da morire. Da quando é a Torino mi sembra di non riuscire a respirare. Mi sento costantemente in apnea. "Mi manca talmente tanto che faccio fatica a respirare. Io la amo, la amo tantissimo, ma é finita. Certo, abbiamo un bellissimo rapporto, ma avrei preferito che la nostra relazione continuasse, che non si fosse trasferita a Torino e che fosse rimasta qui con me. Non sono arrabbiato, non potrei mai esserlo. Sono fiero di lei e spero che raggiunga i suoi obiettivi, ma continuerà a mancarmi" confesso tutto. Mi sento la testa meno pesante dopo aver esternato i miei pensieri.

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