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Che Taehyung fosse stressato ed esaurito non era una novità.

Pelle pallida, occhiaie profonde, sguardo stanco... nulla di nuovo per i suoi colleghi allo Space, uno dei locali più in di tutta Gangnam.

La sua fama comportava una mole di lavoro di proporzioni gigantesche per i poveri baristi e camerieri che, essendo le otto e mezza di sera, correvano avanti e indietro per sistemare le ultime cose in tempo per l'apertura delle ventuno.

I suoi capelli castani erano tutti scompigliati sulla fronte mentre, cercando in tutti i modi di non procurarsi una spalla lussata, trasportava una cassa piena di bottiglie varie, dal semplice soju che si trovava al supermercato alla vodka vx Grey Goose, sempre richiesta nonostante il suo prezzo.

"Madonna c'è già gente fuori che aspetta! Tsk, odio questo maledetto giorno."

Hoseok schioccò sonoramente la lingua sul palato ricevendo consensi da tutti: ogni volta che giungeva l'inizio di dicembre era sempre peggio.

L'arrivo dei risultati del CSAT, l'esame cui tutti gli studenti dovevano far fronte per poter accedere all'università, non lasciava scampo ai locali alla moda di Gangnam che si ritrovavano sommersi da alunni esaltati per aver superato il test o bisognosi di alcolica consolazione.

Bevevano tutti come spugne senza preoccuparsi delle conseguenze e causavano così non pochi guai a chi lavorava in quei bar e discoteche.

"Tae vatti a cambiare, finisco io qui."

Il ragazzo annuì distrattamente lasciando Hoseok a sistemare le bottiglie sugli appositi scaffali in bella vista dietro al bancone di lucido marmo bianco.

Scomparve dietro la porta -rigorosamente segnata dalla scritta "accesso solo ai dipendenti"- ed infilò la chiave nella toppa del proprio armadietto prendendo gli abiti che aveva scelto per la serata.

Jeans neri con alcuni strappi qua e là, camicia morbida dello stesso colore.

Era l'unica regola che avevano per quel che riguardava l'abbigliamento: tutto rigorosamente di quel colore.

Non che a Taehyung dispiacesse come colore, ma era un poco noioso ritrovarsi vestito sempre uguale senza mai poter cambiare colore anche solo per una giornata.

Anche perché pure i suoi capelli erano di un colore naturale anziché tinti di una sfumatura bella accesa.

Si assicurò che orecchini, collanine e bracciali fossero ben chiusi e uscì dallo stanzino fingendo di non aver visto quanto scure fossero le sue borse sotto gli occhi.

Voglia di truccarsi non ne aveva, non in quel momento.

Gettò un rapido sguardo all'orologio appeso poco più in là: otto e cinquantadue, meno di dieci minuti all'apertura.

Sperò con tutto sé stesso che Park Jimin si sarebbe presentato; aveva un disperato bisogno di fumare un po' d'erba, specialmente dopo una serata intensa come quella cui stava andando incontro.

Non era un drogato, assolutamente no, ma una o massimo due volte al mese solitamente prendeva un paio di canne per sé, talvolta anche per Hoseok, e si rilassava dopo le giornate più stressanti.

Quella notte ne avrebbe fumate sicuramente più di una, ne era certo.

Quindi Jimin avrebbe fatto bene a presentarsi, altrimenti Taehyung sarebbe rimasto a bocca asciutta un'altra volta, come il mese precedente.

A volte ci pensava a recidere totalmente i contatti con quel ragazzo inaffidabile che nel tempo libero si divertiva a procurare erba ai propri conoscenti, ma Taehyung non conosceva nessun pusher e, ad essere sinceri, non aveva molta voglia di farlo.

Two Is Better Than One [TAEMINKOOK]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora