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"Hyung, dov'è il moccio?!"

"Penso lo stia usando qualcuno dalle parti della postazione da dj."

Taehyung ringraziò con un rapido cenno della mano Hoseok prima di correre via, sgusciando fra i clienti intenti a ballare sulla pista.

Possibile che nell'intero locale avessero soltanto un moccio quando capitava ogni fottuta sera che qualcuno rovesciasse bicchieri se non bottiglie o vassoi interi di roba?

Nella maggioranza dei casi erano pure alcolici estremamente appiccicosi che, se lasciati asciugare anche solo un istante, diventavano quasi impossibili da lavare!

Per non parlare dei pericolosi pezzi di vetro...

Se quel giovedì era iniziato nel migliore dei modi con la decisione di trovarsi a casa di Jungkook -anziché da Jimin come al solito- per passare una nottata tranquilla anche quella settimana, la giornata stava andando a finire decisamente male.

E mancavano ancora due ore prima della chiusura...

Non vedeva l'ora di essere al caldo sotto le lenzuola del corvino, addormentandosi in mezzo ai profumi suoi e dell'azzurro che dopo alcune serate aveva imparato ad apprezzare.

Ormai il miscuglio delle loro fragranze sapeva di casa, anche se erano passati solo una ventina di giorni dall'inizio di quella loro avventura.

Fortunatamente non appena raggiunse la collega che aveva preso il moccio la trovò intenta a dare una passata di straccio agli ultimi residui di bagnato e, dopo averla avvisata, poté tornare sulla sua scena del crimine con tutta l'attrezzatura necessaria.

"Scusami ancora baby, non avevo visto stessi arrivando con la nostra roba."

"Nessun problema, sono cose che capitano."

Taehyung indossò il suo migliore sorriso falso e iniziò frettolosamente a pulire, ignorando la sensazione di disagio data dagli occhi delle persone attorno su di sé e la voglia di strozzare quella donna che gli era andata addosso.

Sapeva non avesse avuto alcuna intenzione di rovesciare apposta i bicchieri, era stato un incidente e nulla più, ma era comunque infastidito dalla cosa.

E fortunatamente aveva ristabilito l'equilibrio prima che i bicchieri si frantumassero al suolo: sul pavimento c'erano quindi soltanto alcol e ghiaccio mezzo sciolto.

Si chinò ulteriormente, giacché le luci soffuse e colorate rendevano estremamente difficile vedere facilmente se avesse pulito tutto o no, e nel vedere che era effettivamente riuscito a togliere ogni chiazza se ne andò in fretta.

I clienti erano tanti, non poteva permettersi di perdere troppo tempo inutilmente.

Arrivato al bancone fu rapido a rimettere a posto i prodotti per la pulizia e si preparò a servire altri drink.

Con la coda dell'occhio vide qualcuno sedersi sullo sgabello vuoto davanti a sé e subito chiese cosa desiderasse, tenendo però lo sguardo basso intanto che si asciugava le mani.

"Vorrei un Irish coffee: ho bisogno di caffeina, che stanotte ho un incontro moooolto importante e dovrò stare sveglio un bel po'."

Nel sentire quella voce Taehyung alzò subito la testa e nel trovare Jimin con l'espressione maliziosa, le labbra lucide di trucco ed i capelli voluminosi di lacca arrossì fino alle orecchie.

Si sporse in avanti, facendogli cenno di sporsi anch'egli per potergli parlare sottovoce senza venir sentito dalle altre persone intorno.

"Che ci fai qui?!"

Avevano deciso di incontrarsi direttamente a casa di Jungkook, giacché lui e Jimin abitavano nello stesso palazzo e, finita la tempesta di neve, le temperature toccavano ormai punte estreme.

Perché mai era uscito di casa con quel freddo quando poteva tranquillamente starsene al calduccio limitandosi a fare due rampe di scale in ciabatte per andare dal corvino?

"Mi annoiavo: il biscottino è troppo occupato con lo studio e non mi faceva compagnia..."

Lo disse con quella sua solita voce melliflua e allungò la mano andando a sfiorare in punta di dita il dorso di quella del castano.

Al contrario della pelle di Taehyung, i polpastrelli di Jimin erano bollenti, ma per quanto fosse piacevole quello stuzzicare ritrasse velocemente il polso.

Cazzo, erano in mezzo ad una marea di persone, non potevano esporsi così!

Perché sì l'altra volta Jimin aveva fatto il passo avanti solo quando furono nel vicoletto lontani da tutto e da tutti, ma nonostante ciò non si fidava ancora al cento per cento.

Anche perché, essendoci andato così vicino, aveva chiaramente sentito una leggera puzza di alcol provenire da lui; da brillo -o peggio, da ubriaco- Jimin perdeva ogni freno inibitore.

Decise di non dire altro, dandogli le spalle per prendere il necessario per fare l'Irish coffee da lui richiesto.

"Stacchi alle due come al solito?"

"Stavolta scampo la chiusura, finisco a mezzanotte. L'avevo già scritto sul gruppo hyung."

"Giusto, mi ero dimenticato."

L'aria in mezzo a loro tornò ad essere riempita dalla musica, piuttosto che dalle parole, e Taehyung ne approfittò per squadrare l'altro da capo a ventre -col bancone a dividerli non aveva la vista completa fino ai piedi-.

Come al solito, nonostante fosse inverno Jimin sembrava stesse vivendo in un mondo tutto suo in piena primavera: indossava una camicetta in seta grigia con il colletto e i primi due bottoni aperti, a mostrare le brillanti collane, e le mezze maniche scoprivano le braccia pallide.

Poco centrava con i maglioncini e le felpe che la maggioranza degli uomini indossava quella notte.

Ma doveva ammettere che gli stava da dio quella camicia morbida.

Solamente quando Jimin ebbe fra le mani il proprio bicchiere bello caldo egli puntò gli occhi in quelli di Taehyung che fu costretto a smettere di fissarlo in modo così diretto.

"Domani mattina Jungkook ha lezioni in università. Se sei libero una volta svegli possiamo spostarci nel mio appartamento..."

L'implicazione della proposta era palese, perfino uno stupido ci sarebbe arrivato, e la schiena di Taehyung venne attraversata da un brivido.

Jimin affondò l'indice nello strato di panna - ormai mezzo sciolto- del proprio cocktail ancora intoccato e si portò alle labbra quella candida crema succhiandola mentre manteneva lo sguardo fisso in quello di Taehyung.

Quest'ultimo si guardò per un attimo in giro prima di sporgersi di nuovo verso di lui.

"Hyung, se continui così sappi che ti scopo ancor prima di arrivare da Jungkook, nel vicoletto qua dietro."

Si tirò indietro, osservando in mezzo ai riccioli la faccia di Jimin che si rilassò in un'espressione piena di malizia, le labbra leggermente incurvate e gli occhi luminosi di lussuria.

"Dovrebbe essere una minaccia?"

Alzò le spalle, lasciando l'interpretazione al maggiore che iniziò finalmente a bere il proprio caffè corretto con lentezza, uno spiraglio di calma in mezzo al vortice della musica e delle luci stroboscopiche.

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SPAZIO POLIPETTA🐙

Piccolo salto temporale, ma dopotutto se dovessi descrivere ogni giornata non arriverei mai alla fine (anche se scommetto alcun* di voi apprezzerebbero)!

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto cuties, personalmente amo descrivere le fatiche del lavoro di Taehyung e ammetto che immaginarmelo dietro al bancone con davanti Jimin tutto agghindato è una scena.... "stimolante".

Secondo voi come andrà a finire fra questi due, una volta terminato il turno di Taehyung?

Two Is Better Than One [TAEMINKOOK]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora