"Una volta quando ero piccola,
guardando le stelle mio padre mi raccontò delle storie, mi disse che ognuna di quelle stelle era una persona che non era più con noi su questa terra. Allora gli risposi che un giorno, quando sarebbe arrivato il momento, sarei andata lassù a riprenderlo"

<<Scusa che significa "no"?>>
<<No significa "no" Sofi. Non esiste che mi sposi con un abito rosa>>
<<Non lo stai nemmeno valutando, non ti ho mica detto di provarne uno nero>>
<<Si, non lo sto nemmeno valutando perché non mi interessa neppure provarlo di un colore che non sia bianco, mi sembra molto semplice come concetto e poi a Caleb piace bianco>>
<<Ma che palle Clary non deve mica metterselo lui, se a te piacesse un abito da sposo rosso, lui lo metterebbe per te? Non credo proprio>>.

****

Quando Caleb mi chiese di sposarlo in un giorno neanche troppo freddo di dicembre, lo fece in maniera estremamente semplice: aveva quei sui occhi luminosi color caramello dedicati solo a me, brillanti quanto due stelle ed il suo sorriso dolce. In un giorno piovoso nella nostra città natale dopo una cena in un famoso e lussuoso ristorante Italiano si inginocchiò platealmente, proprio come in una di quelle classiche e sdolcinate commedie romantiche che nonostante la poca fantasia, non smetti comunque di guardare.

<<Rissy sposami>> aveva detto chiamandomi nel modo in cui soltanto lui aveva fatto da sempre, mostrandomi la grande pietra incastonata in quel brillante anello argentato. Avevo annuito così forte da sentir male al collo. In fondo era l'uomo al quale avevo permesso tanto, a cui avevo dato tutto, con il quale avevo comprato una casa l'anno prima. In fondo lui era stato il mio primo tutto.

Lo abbracciai così forte che quasi caddero per terra i suoi occhiali neri. Quella sera usciti dal ristorante, col mio bel solitario al dito e la mano intrecciata a quella di Caleb non sentii affatto né il vento né la pioggia, esistevamo solo noi.
Ci sposammo. Raccolsi con piccoli punti luce i capelli biondi mantenuti lunghi di proposito: mi sentivo bellissima nel mio abito bianco, era in pizzo aderente con una coda mozzafiato, allora ancora credevo che sarebbe andato tutto bene, che stupida illusa.

****

Probabilmente ottenere l'annullamento del matrimonio poco prima che decorresse un anno dallo stesso e vendere la propria casa, avrebbe causato tanto dispiacere a chiunque, ma credetemi se vi dico che io in quel momento stavo così tanto cercando di auto proteggermi dalle conseguenze che la separazione aveva causato da essermi già rinchiusa ed isolata da un pezzo in un grande bozzo tutto nero: viaggiavo coi paraocchi, guardavo solo davanti, superavo le giornate fingendo che andasse tutto bene, che in realtà non mi stessi sgretolando lentamente e che fossi tanto forte da non lasciare che quanto successo potesse anche solo scalfirmi.

Il giorno in cui il il tribunale avrebbe proceduto alla dichiarazione di nullità del matrimonio pioveva forte.
Pioveva dentro di me e diluviava fuori.
Arrivai accompagnata da Carmen prima che aprisse il Fiandrelli.
Mi salutò dolce con un bacio sulla guancia.
<<Sii forte mio tesoro>> mi aveva sussurrato.
Caleb arrivò puntuale, tutto vestito di nero.
Camminava con passo pesante verso di me mentre varcava la soglia del tribunale.
<<Ciao Rissy>>.
<<Ciao Caleb>>.
Furono quelle le uniche parole che ci scambiammo prima di ricevere ufficialmente il documento che ci avrebbe finalmente diviso per sempre.
Uscimmo veloci mentre ancora il cielo ci regalava una pioggia incessante.
<<Credo ti tocchi tornare a casa con me>> aveva detto Caleb a testa bassa.
<<Oh non esiste grazie Caleb, torno a piedi>>
<<Dai Rì, non hai nemmeno l'ombrello , è per colpa mia che non sei venuta con la tua macchina quindi... per favore. Un ultima volta>>
<<Mi però mi lasci al Fiandrelli>>
<<Ok>> rispose.
Riluttante salii in macchina sedendomi dietro.
<<Mi dispiace per tutto Rissy>> disse guardandomi dallo specchietto retrovisore.
<<Caleb ho acconsentito a salire in macchina, non a parlare con te. Smettila o scendo.>>
Annuì in silenzio mentre tribolavo sul sedile posteriore in un tragitto che mi parve non finire mai.



Ti vedo quando chiudo gli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora