Il vialetto di ghiaia scura scricchiolava ad ogni passo sotto le mie comode sneakers, per essere giugno il clima in montagna era fresco e probabilmente avrei dovuto pensarci prima di uscire dalla mia camera in jeans e t-shirt. Attraversando il percorso esterno che mi avrebbe portato alla sala, potei ammirare gli alti abeti, sentirne il profumo, toccarne la ruvida corteccia.
Un respiro fumoso creò una nuvoletta in quel gelido sentiero mentre strofinavo le mani fra loro notai la piccola e profumata serra con piccole lucine che la adornavano, in quel posto avevano pensato proprio a tutto affinché gli ospiti potessero sentirsi felici.
Al suo interno vivevano felici ibisco, mandevilla, bouganville e orchidee.
Ripensai immediatamente ai tulipani di Carmen.
Era davvero una serra bellissima.

Sofi a cena in quella prima sera allo Chalet aveva deciso di indosso una calda felpa verde ed io ebbi la conferma che il mio timore circa l'essere uscita con abiti troppo leggeri era stato fondato. Will le stava seduto accanto, c'erano solo loro al tavolo, non che mi aspettassi di trovarci necessariamente qualcun altro.

Sofi si illuminò in volto quando mi vide e iniziò a dimenarsi per indicarmi il tavolo.
<<Buona sera ragazzi>> dissi sedendomi su una comoda sedia/poltroncina, mi rispose subito Sofi con aria preoccupata <<Clary perché non hai risposto ai miei messaggi? Sei corsa via prima, è tutto a posto?>>.
Sospirai. No che non era tutto a posto, non era quella la mia idea di vacanza per festeggiare il mio "non matrimonio".
Fortunatamente però prima che potessi elencarle come un fiume in piena i centinaia di migliaia di motivi per i quali ero andata in camera mia, arrivarono Grace e Dalila.

Grace ci si fiondò letteralmente addosso, quella ragazza era un vero tesoro e nonostante fosse la più grande di età fra noi, pareva essere sempre la più piccola per quanto era fisicamente minuta ed esile, di recente poi aveva deciso di tagliare i suoi capelli neri lisci, questo nuovo taglio la faceva sembrare ancora più piccina, solitamente evitava il make-up ma quel giorno aveva evidentemente deciso di truccare leggermente i suoi occhi nocciola con un delicato ombretto marrone.
Era abbastanza introversa e taciturna e per certi aspetti mi ricordava molto me nel passato.

A passo sensuale, lunghi capelli rossi legati in una coda alta e coi suoi stivali al ginocchio con tacco a spillo ci raggiunse anche Dalila. Imperturbabili occhi del colore del ghiaccio le spiccavano sul viso sottile. A differenza di Grace e di noi tutte anche, Dalila aveva un seno molto molto prosperoso e due chiappe che una volta Caleb aveva giurato sentire lo chiamassero.
Non che a noi altre comuni mortali mancassero le forme, semplicemente era molto bella, lo sapeva bene e se ne vantava vestendosi in modo da accentuare le sue curve.
Il vero problema di Dalila, a parer mio, era la sua poca delicatezza, era esattamente l'opposto di Grace, quando parlava (e lo faceva sempre) sembrava sempre presuntuosa e altezzosa. Mi si avvicinò <<Tesoro, mi dispiace tantissimo che quel grandissimo puttaniere ti abbia tradita, hai fatto benissimo a farti ripagare la macchina dopo averlo colpito, fosse successo a me non so davvero come avrei potuto reagire, hai avuto davvero tanta tanta forza nonostante tu lo abbia visto mentre si scopava un'altra>>, mi disse diretta Dalila.
"Informata bene la ragazza" pensai.

Credetemi, fosse stata la prima volta nella quale una persona mi si rivolgeva con quello stesso tono o mi parlava in quella maniera, probabilmente avrei dato dato di matto e dato fuoco a quei suoi splendidi capelli ramati con la candela bianca posta come centrotavola per creare atmosfera.
Invece ormai quello che potevano dire lei o altre persone inutili mi scivolava semplicemente addosso, quindi feci semplicemente spallucce, senza abbassarmi minimamente al suo livello e le risposi guardandola negli occhi <<A me non dispiace per niente che mi abbia ripagato la macchina e neppure mi spiace che sia stato un tale idiota da perdersi tutto questo>> dissi mentre indicavo tutta me, sicura e spavalda.
Lei annuì mentre venivamo interrotte <<Oh guarda sono pienamente d'accordo con te, stavo proprio pensando la stessa cosa>> una voce maschile ammiccante e decisa alle mie spalle.
Era lui, il ladro di borsoni, il cafone che mi aveva chiamato troglodita. Con indosso un felpone bianco, che pareva caldissimo anche quello, sneakers e jeans chiaro.
Mi sorrideva dall'alto con quel sorriso splendente a 340 denti bianchi da fare male agli occhi. Avrei dovuto mettere gli occhiali da sole per schermarmi.
Dalila spalancò gli occhi, come se avesse visto un Dio sceso in terra e ve lo giuro: sono certa di aver letto nella sua testolina in quel momento la brama ed il desiderio di farlo suo.
Lui non mancò nel ricambiare lo sguardo languido a Dalila, la squadrò dalla punta degli stivali fin sopra la testa per poi farle un occhiolino.
"Quanta pochezza" mi disse la testa.

Ti vedo quando chiudo gli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora