"Andrà meglio domani", è il primo pensiero di ogni mio risveglio negli ultimi tempi.
Mi faccio forza, mi alzo scorgendo il sole al mattino, mi guardo allo specchio e sento di non brillare più come una volta, mi trascino, scelgo la maschera col sorriso più elegante, le giornate trascorrono fiacche come un lungo viaggio in auto fra passeggeri che non conosci, in silenzio, fra la nebbia dei pensieri. Ogni tanto il filo trasparente che regge la maschera non tiene più così tanto, la maschera traballa, quasi caschi anzi delle volte casca per davvero. Mi chino per raccoglierla e mi ritrovo insieme a lei, giù sul pavimento a guardare dal basso quella vita che scorre rendendoti inerme di fronte alle onde degli eventi.
In balia di quel silenzioso frastuono trovo i suoi occhi, mi ci ancoro, afferro la mia maschera e mi alzo ancora per raggiungere quella sua luce. Ecco, sono di nuovo in piedi."Sbam...sbam...sbam". Sobbalzai per la violenza del rumore che stava squarciando il silenzio della stanza, forti pugni contro la mia porta, aprii gli occhi violentemente, il buio mi accolse, dovevano essere le tre del mattino, circa.
Con indosso unicamente il top del pigiama e l'intimo mi alzai spaventata e veloce saltando giù dal letto, i pugni venivano sferrati sempre più forti, come in un continuo bussare. Nonostante la poca luce potevo ben vedere i cardini dorati della porta torcersi ed indebolirsi ad ogni impatto, mi assalì il panico: chi poteva stare prendendo a pugni la mia porta a quell'ora, cosa stavano cercando di fare? Entrare nella mia camera per fare cosa? L'idea divenne immaginazione e l'immaginazione divenne adrenalina.
Corsi verso la grossa cassettiera della camera in legno massello, non ero certa di poterla spostare da sola, ma avrei almeno dovuto provarci, non era poi molto distante dalla porta e se fossi riuscita a piazzarcela davanti avrei potuto bloccare l'accesso. Con tutto il mio peso contro di essa spinsi forte la cassettiera che si spostò stridendo di un poco, altri pugni contro la porta questa volta alternati da parole indecifrabili, mugolii senza senso. Mi spaventai, doveva esserci sicuramente un pazzo, là fuori.
Un secondo spintone alla cassettiera e raggiunsi la porta. Presi coraggio sentendomi un poco più al sicuro <<Chi diavolo sei? Cosa vuoi?>> urlai forte. Dall'altra parte in risposta delle unghie graffiarono il lato esterno della porta dall'alto verso il basso ed il pugni smisero di infrangersi contro il legno. Raggiunsi il cellulare scollegandolo dalla ricarica e mantenendo la vista ben salda sulla porta, chiamai Liam.
Rispose velocemente con la voce assonnata <<Clary hey, cosa succede?>> chiese piano, indubbiamente doveva essersi accorto dell'orario. <<Liam c'è qualcuno dietro alla mia porta, sta bussando e battendo forti pugni, ti prego aiutami, porta con te un'arma o qualsiasi cosa però>>
<<Cosa?>> si alterò lui <<Arrivo subito>> lo sentii alzarsi. <<Non lasciarmi Liam, non chiudere la chiamata>> gli dissi in preda al panico, lui non rispose ma potevo sentire l'affanno dettato dalla sua corsa. Dall'altra parte dovevano avermi sentito, i rumori cessarono di colpo. Sentii passi pesanti correre via <<Codardo!>> gridai con tutto il fiato che avevo. Pochi istanti dopo Liam parlò di nuovo <<Clary sono qui fuori, non c'è nessuno>>. Certo, chiunque ci fosse era appena scappato via, maledizione.
<<Per fortuna qui all'Anthon abbiamo inserito la chiave elettronica, non avrebbe mai potuto entrare Clary, so che sei spaventata ma calmati. Aprimi per favore>> respirai profondamente <<Sì, facile a dirsi Liam, c'è la cassettiera>> sentii Liam ridere dal corridoio <<Hai spostato tutta da sola la cassettiera?>> chiese sempre parlando al telefono ma con aria sorpresa. <<Sì, in effetti dovresti iniziare a temere la mia forza bruta, aspetta qui, devo lasciare il telefono per spostare questo affare, rimani linea però>>.Con non poco sforzo spostai nuovamente la cassettiera al suo posto. Aprii la porta e mi trovai Liam in mutande davanti, che visione meravigliosa mi aveva regalato quel brutto momento precedente. <<Te ne vai in giro così di notte? Mascalzone di un Rivera> scherzai subito tranquillizzata dall'averlo accanto a me. Mi guardò sorridendo facendo guizzare lo sguardo furbo sul mio corpo <<Non che tu sia vestita molto di più>> mi fece notare lui. Risi.
STAI LEGGENDO
Ti vedo quando chiudo gli occhi
ChickLitC'è chi dice che i sogni siano stralci di vite alternative che ci ritroviamo a vedere quando chiudiamo gli occhi, come spettatori silenziosi di un film di cui non conosceremo mai il finale. C'è chi pensa siano solo frutto dell'immaginazione e c'è ch...