"Ricorda che anche le sofferenze
hanno fatto di te la persona che sei oggi.
Nel bene o nel male sei fatto della sostanza
di quel che hai vissuto fino ad ora"

Sapete, sono sempre stata quel tipo di persona che rimugina tanto sulle situazioni, sui discorsi che vengono fatti, dando talvolta un peso anche fin troppo troppo eccessivo alle parole dette.
Questo per anni fu motivo di gastrite cronica a causa dello stress e dell'ansia, proprio perché l'ansia crea nel corpo un mix ormonale tale da aumentare i succhi gastrici, provocando mal di stomaco.

E quell'evento, quella nuova situazione non faceva differenza, tanti pensieri mi vorticavano nella testa, avrei davvero potuto accettare il suo discorso, comprenderlo anche, se avesse lottato per mesi e mesi contro la corrente dei problemi che avevo dovuto affrontare e che mi avevano tenuto lontano anima e mente da ogni tipo di relazione.
Lo avrei capito se avesse provato a stare insieme a me durante la parte peggiore di quel paio di ultimi anni della mia vita.

Ma era subentrato nella mia vita da pochissimo, se vogliamo dirla tutta il peggio era anche ormai già passato, non avevo intenzione di continuare a vivere nel passato né di fingermi ancora e per il resto dei miei giorni un uccellino dall'ala spezzata che ero stata ma che oggettivamente è per fortuna non ero più, ma ci conoscevamo da molto poco, anzi, io non lo conoscevo affatto: non potevo dire di conoscere i suoi gusti musicali, né quale fosse il suo colore preferito o il suo piatto preferito.
Non conoscevo nulla di lui, oltre a quello che avevo potuto sapere da altre persone (come durante la conversazione con Will) o intuire da sola.

Lui però già premeva affinché in me scattasse la scintilla della passione e poi quella della gelosia (e non posso nemmeno negare che ci siano state entrambe, nonostante ritenessi impossibile che accadesse, nonostante mi fossi imposta con tutte le mie forze affinché restassero tacite).

Mi sembrava invece che lui si aspettasse e pretendesse da me che, da subito mi fiondassi ai suoi piedi o magari anche nel suo letto, che fossi unicamente io a dover dimostrare a lui e non entrambi, mi descriveva come una persona estremamente instabile quando nemmeno lui era stato molto equilibrato nei miei confronti.

Lui era un giocatore molto abile e sapeva che spalmando la crema a Dalila avrebbe innescato in me una reazione.
Se non avessi tenuto a lui, in un qualche modo, quella reazione non ci sarebbe stata.
Estremamente ingiusto giocare con me in quel modo.
Inoltre strumentalizzare in quel modo Dalila, nonostante non mi avesse dimostrato di essere una persona particolarmente incline alla conversazione, non era giusto nei suoi confronti, conoscevo fin troppo bene il sapore dell'illusione.

Probabilmente il fattore principale che mi destabilizzava era il tempo. Non avevo materialmente trascorso con lui molto tempo, ma già era capace di far nascere in me emozioni nuove e riflessioni.
Probabilmente il mio errore più grande era pensare che conoscere da più tempo una persona significasse provare per essa più emozioni.
Il tempo, inteso come il mero scandire le nostre giornate piuttosto che i mesi o gli anni,  purtroppo trae più di qualche volta in inganno: a quanto stavo scoprendo si poteva conoscere una persona da relativamente "poco" ed esserne comunque completamente assorbiti.
Quello che stava succedendo mi era sinceramente del tutto nuovo, non che mi piacesse fare paragoni però mi era inevitabile: la mia precedente relazione era nata e cresciuta nell'arco degli anni ed in realtà ci eravamo cresciuti anche noi dentro: avevo avuto modo di vivere con calma le emozioni che provavo e comprenderle man mano che mi si presentavano, eppure nonostante il tempo non posso dire di aver conosciuto appieno Caleb.

Ti vedo quando chiudo gli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora