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Le onde si infrangevano sulla riva di una spiaggia brillante e candida, placide e continue nella loro danza ininterrotta si distruggevano e si ritrovavano, per poi tornare di nuovo a violare un territorio che non apparteneva loro, in un moto di perenne rivoluzione che donava pace alle orecchie di chi era in ascolto.
Chiusi gli occhi, il buio mi accolse.
Inspirai l'aria salata di un mare in attesa che nel suo sciabordio aveva tessuto un richiamo profondo che mi chiedeva di entrare in acqua.
Prima di rendermene conto riaprii gli occhi toccando l'acqua con i piedi ed iniziai a camminare verso l'orizzonte finché non riuscii più a sentire nulla sotto di me, mi immersi completamente in quell'acqua profonda il cui silenzio veniva interrotto unicamente dal battito del mio cuore.
TU TUMP
TU TUMP
TU TUMP
Stavo scivolando sempre più in basso verso un luogo inesplorato che stava man mano privandomi dei sensi ma non avevo paura né timore.
Sapevo che sarebbe arrivata, la mia luna.
Sapevo che sarebbe venuto a prendermi.
Appena prima di chiudere gli occhi quell'ultima volta lo vidi, era arrivato per davvero, mi catturò la mano fino a tirarmi il braccio e scivolarmi accanto, mi sentii trascinare fuori in un abbraccio profumato di menta fresca e rum ambrato.
<<Clarissa, non chiudere gli occhi, sono qui>>
mi disse ansimante.
<<Sapevo saresti arrivato>>
<<Non potevo lasciarti morire, non lo avrei mai permesso>>
<<Non importa, ora sei qui>>
<<Non posso restare, devo andare>>
<<Come? Tu non puoi andare via>>
<<Mi dispiace Clary, sarò sempre qui per te, se dovessimo dimenticarci anche questa volta...io non smetterò di cercarti. Te lo prometto>>
<<Non smetterò mai nemmeno io>>

*****
Il sogno di quella notte fu una novità assoluta nella storia dei miei incubi e sogni, mai avevo visto quel paesaggio prima e nonostante mi sforzassi non ricordavo chi fosse la persona che mi aveva trascinato in salvo.
Quel profumo però, il profumo che avevo sentito non mi era nuovo, senza ombra di dubbio era il profumo di Raul.

Che avessi iniziato a delirare a tal punto da inserirlo addirittura all'interno di un sogno?
Se fosse stato così non sarebbe stata la prima volta dato che durante il coma era stato parte integrante di quanto avevo visto, sognato, vissuto...non sapevo nemmeno più io come definirlo ma qualunque cosa fosse stata, lui c'era stato.

Dovevo essere impazzita.

Una parte remota del mio subconscio voleva credere che in qualche modo quel sogno fosse collegato alla realtà, proprio come durante il coma in cui quello che vivevo era intersecato in maniera immutabile ad alcuni aspetti della realtà.
Aggrapparsi a questa sensazione di familiarità mi aiutava a non credermi impazzita del tutto, mi aiutava a credere di poter ancora avere un briciolo di possibilità.

In realtà continuavo a pensare a quanto Raul riuscisse a fingere che il nostro bacio all'Anthon non ci fosse mai stato. Probabilmente la sua bravura in questo aveva radici nel fatto che per lui quel bacio non avesse significato niente però al contempo non riuscivo ad esserne delusa.

Quel pomeriggio Sofi e Will erano usciti presto per delle commissioni e Liam era finalmente fuori da quelle mura con un doppio turno in ospedale.
Era il mio giorno libero e non sapevo esattamente dove fosse Raul, ma sapevo con certezza fosse in casa.
Nonostante scendere a cercarlo comportasse per me un grado di difficoltà non indifferente, cedetti all'impulso, scesi rapida le scale fino all'ingresso e subito lo vidi in salotto.
Restai in silenzio ad osservarlo riflettere su chissà cosa mentre se ne stava appollaiato sul bracciolo della poltrona.
Non emisi alcun suono ma lui mi sentì lo stesso.
<<Non fai mai qualcosa di fuori dalle righe Clarissa?>>
<<Cosa intendi?>>
Guardò fuori, lo sguardo perso verso la piscina che ancora una volta assorbiva la pioggia che il cielo lanciava in quel piovoso novembre.
Capii.
<<Sai che la piscina è riscaldata?>>
Sì voltò improvvisamente sorpreso.
Si accese, glielo lessi negli occhi l'entusiasmo.
Si avvicinò quasi correndo e con disinvoltura mi sollevò da terra
<<Raul ma che stai facendo!>> cercai di dirgli mentre mi sollevava dalla vita e mi poggiava sulla sua spalla, col busto appeso sulla sua schiena mi sentivo un salame.
Le sue mani sui miei fianchi.

Ti vedo quando chiudo gli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora