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La moto si fermò in un garage sotteraneo.

Sebastian spense il motore e si fiondò a chiudere il box dall'interno.

La aiutò a scendere e lei si tolse il casco, lasciandolo sulla sella.

-Dove siamo?- domandò spaventata dal modo in cui l'uomo l'aveva intrappolata.

Dopo aver sfrecciato oltre i duecento all'ora, Tabitha aveva pensato che volesse ammazzarla di paura.

Non era amante della velocità, non lo era della paura e non lo era del dolore nel caso in cui fossero andati a schiantarsi.

L'uomo, però, aveva guidato con una compostezza e un tale controllo di sé che la strega pensò non fosse la prima volta per lui.

-In un garage.- rispose lui appoggiandosi all'Audi A5 nera che c'era all'interno.

-Perfetto.- bofonchiò lei -Questa è la parte in cui mi fai a pezzi e mi nascondi nel tuo bagagliaio?-

L'uomo inarcò un sopracciglio e si sfilò dalla testa la felpa nera, rimanendo con solo una t-shirt dello stesso colore che tirò fuori dai jeans scuri. Quel movimento lasciò intravedere una striscia di peli che sbucava proprio sopra la cintura.

Gli occhi di Tabitha seguirono i suoi movimenti.

-Se avessi voluto ucciderti l'avrei già fatto, ragazzina.- Scrocchiò le vertebre del collo e le si avvicinò.

Tabitha fece un passo indietro e sbatté contro la moto proprio mentre il ragazzo le porgeva la felpa.

-Nulla sul mettermi nel bagagliaio?-

L'uomo inarcò nuovamente un sopracciglio.

-Sei un chiacchierone, tu, eh?- scherzò, tentando di smorzare la tensione che percepiva.

-Mettila e sali in macchina.-

-No.-

-Non te l'ho chiesto, Tabitha.- si allontanò per aprire il box e poi salire in auto.

La ragazza rimase immobile, con la sua felpa fra le mani, mentre lui faceva manovra.

Il suo sesto senso le diceva di non fidarsi.

Ma va, Tibby?

Aveva delle domande su quella notte, sui suoi poteri; e sembrava che potessero riguardare la sua vera madre.

Voleva delle risposte e pareva che quell'uomo potesse dargliele. Aveva parlato di immortali e della sua magia. Pareva conoscere più cose di lei che lei stessa.

Era ancora sconvolta dalle sue azioni.

Quegli uomini, Demoni, l'avevano circondata. Percepiva la loro tensione, pronti ad aggredirla.

Cosa mi avrebbero fatto?

Il pensiero di quello che avrebbero potuto farle le fece percorrere un brivido lungo la spina dorsale, la pelle nel suo petto bruciava, le dita formicolavano.

Sebastian scese di nuovo dall'auto.

Le strappò la felpa dalle mani, aprì lo sportello del passeggero e la lasciò cadere ai piedi del sedile.

-Sali.- il suo tono si fece più aggressivo.

Tabitha non si mosse, ma sembrava sul punto di dire qualcosa quando l'uomo le afferrò un braccio e la trascinò verso l'Audi.

La lanciò nell'abitacolo e lei provò a fuggire, annaspando verso la portiera del guidatore.

-Sta' ferma.- minacciò, bloccandole le gambe con un braccio e schiacciandole il busto contro il sedile con l'altro.

Shameless - senza vergognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora