18

186 3 1
                                    

-Non ho ancora finito con te, bimba.- Sebastian l'attirò a sé e la fece voltare. La sistemò sul divano e si tirò giù la zip, liberando la sua erezione con la mano tremante.

Oddio, pensò Tabitha portandosi una mano alla fronte, cosa ho fatto?

-No, Tabitha,- disse l'uomo con voce calda avvicinandosi al suo orecchio -non è ancora il momento di rimuginare.-

Le prese il polso della mano che aveva appoggiata alla fronte e l'avvicinò al suo membro teso.
-Prendilo.- ordinò a un soffio dalle sue labbra. -Accarezzalo, bimba, so che lo vuoi.-

Sì, sì! Lo voglio!, ma mormorò: -E' sbagliato.- gli occhi puntati fra le sue gambe e la mano che gli andava in contro.

Sebastian le lasciò il polso e la guardò afferrare il suo pene con le iridi di un azzurro intenso. Il desiderio si leggeva letteralmente nei suoi occhi, tramite quel cambiamento. La cappella tesa e liscia imperlata di una goccia quasi trasparente che indicava quanto l'uomo fosse vicino al baratro. Tabitha si leccò il labbro inferiore e se lo portò fra i denti, la mano che scivolava più svelta lungo la sua asta.

-L'ho desiderato per così tanto, ragazzina.- si mosse nella sua mano e allungò le braccia sullo schienale, stringendo la morbida pelle fra le dita. La tensione che aumentava ad ogni carezza della ragazza. -Lo volevi anche tu, non è così?- Tabitha lo guardò negli occhi, l'espressione interrogativa lo spinse a continuare a parlare con la voce sempre più roca per il desiderio: -A Ibiza. L'ho visto come mi guardavi.- alzò di nuovo il bacino quando Tabitha rallentò il ritmo.
-Rispondimi.- le stritolò le guance fra le dita di una mano e Tabitha annuì. -Mi avresti seguito in albergo e avresti lasciato che ti prendessi tutta la fottuta notte.-

In albergo, soldato? Ti avrei seguito anche in bagno, in spiaggia, ovunque.

Tabitha sapeva quanto fosse pericolosa quell'ammissione, anche se solo a se stessa.
Non aveva mai desiderato niente o nessuno come desiderava farsi possedere da quell'uomo. L'orgasmo che le aveva fatto provare non era stato abbastanza. Ciò che avrebbe dovuto soddisfarla, ora la rendeva solo più succube di quella sensazione.
Sentiva il sesso bagnarsi ad ogni singola parola, la sua voce la accarezzava come se fosse una terza mano per stimolarla. Le sue parole la mandavano in estasi e quel tono così rude e dispotico improvvisamente la faceva gemere, invece che farla irritare. La mano che le stringeva le guance, ora era scivolata lungo la sua gola.

-In ginocchio, Tabitha.- ordinò, afferrandole il polso e allontanandole la mano. Tabitha si sistemò sul divano e si allungò di nuovo verso il soldato che però scosse la testa. -A terra.-

Voleva che fosse ancora più vulnerabile?
La ragazza sgranò gli occhi e schiuse le labbra per protestare.

Slap.

Ma che cazzo! Tabitha si portò una mano al viso con gli occhi umidi, ma ancora azzurri.
Le aveva davvero dato uno schiaffo sul viso?

Era stato più delicato rispetto al trattamento che aveva riservato al suo sedere, ma fu un gesto terribilmente umiliante.

-Obbedisci, Tabitha.-

Era sempre stata intrigata dal sesso e da ciò che comportava il farsi sottomettere. Era adulta e sapeva cosa voleva, qualcosa che non era mai riuscita ad avere prima.
Voleva trovarla nel soldato, ma per abbandonarsi completamente a lui avrebbe dovuto fidarsi. E per quanto l'uomo non la spaventasse, quello strano legame che si intrecciava a lui attraverso dei filamenti erotici, la terrorizzavano.
Come se non bastasse, quella sensazione di impotenza, quel bruciore sul viso, le fecero inumidire il sesso sempre di più. Si sentì ancora più confusa, sempre meno conscia di ciò che la sua testa voleva, in completo contrasto con il suo corpo.

Shameless - senza vergognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora