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Soddisfazione.

Beatitudine.

Stordimento.

Quell'ultimo orgasmo aveva portato Tabitha a provare tutto questo.

Avrebbe dovuto sentire lo stomaco contorcersi per il nervosismo di aver accettato la proposta dell'uomo di dormire con lui. Avrebbe dovuto avere paura che sarebbero potuti finire a fare sesso e da lì non si sarebbe più tornati indietro.

Non aveva molte certezze nella sua vita, soprattutto non nell'ultimo periodo, però aveva la sensazione che il soldato la stesse preparando per andare a letto con lui. Come se quello fosse il traguardo per l'inizio della loro relazione.

Come se tutta quella tensione sessuale potesse portarla finalmente ad arrendersi e innamorarsi di lui.

Sperava che sarebbe stata sua dal momento in cui l'avrebbe posseduta completamente, ma Tabitha sapeva distinguere fra un sentimento romantico e un interesse puramente fisico.

Trovava il soldato dannatamente attraente col suo viso segnato da quella cicatrice, la barbetta scura e gli occhi castani che sembravano trafiggerle l'anima con ogni sguardo che le regalava, il corpo ricoperto di tatuaggi complessi, l'addome asciutto e le braccia e le spalle possenti; e caspita, ci sapeva fare con i preliminari, ma caratterialmente era un disastro.

Dispotico, possessivo, controllante, dominante.

Tutte caratteristiche che dovrei trovare rivoltanti.

Eppure, in qualche modo, sembravano intrigarla solo di più.
A rigor di logica, non avrebbe dovuto desiderare il soldato.
Ma la logica non c'entrava nulla quando in gioco entrava l'attrazione.

Tabitha non pensava che avrebbe potuto cambiarlo, non era così ingenua, e nemmeno lo voleva. Non pensava che con lei sarebbe potuto essere diverso, ma sentiva ci fosse di più di quello che le aveva mostrato fino ad ora.
Forse stava solo mentendo a se stessa, ma sospettava che se lei non fosse stata lei, la strega preziosa da portare in salvo, e lui non fosse stato lui, il soldato affidatario dell'incarico, a quest'ora avrebbero potuto essere più di ciò che erano.

Per l'ennesima volta, le sembrava le mancasse un pezzo del puzzle per riuscire finalmente a vedere l'immagine nella sua complessa interezza.

Era immersa nella vasca da bagno da più di un'ora a crogiolarsi nel tepore dell'acqua calda e profumata, nella penombra della stanza illuminata a stento da quande candela.

Sebastian l'aveva accompagnata nelle sue stanze e le aveva lasciato a disposizione un paio di morbidi asciugamani, dei sali da bagno profumati e tutto l'occorrente per lavarsi corpo e capelli.

Mi ci potrei abituare, pensò mentre si lasciava coccolare dalla sensazione di benessere.

La porta del bagno si spalancò e il soldato entrò senza, ovviamente, prendersi la briga di bussare.

-Dobbiamo rivedere il concetto di privacy, soldato.-

L'uomo si sforzò di trattenere una risata sarcastica, emettendo uno sbuffo con gli angoli delle labbra incurvati in un sorriso.

-Sei qui dentro da un'ora e non ti sei neppure lavata i capelli.-

-Senti la mia mancanza?- domandò con un sorriso sghembo.

-Terribilmente, piccola.- ammise ricambiando il sorriso.

Credo sia la prima volta che lo vedo sorridere.
Il cuore prese a martellarle ferocemente nel petto.

Sebastian sembrava improvvisamente più calmo dei giorni passati, le spalle e i lineamenti sembrarono rilassarsi mentre lasciava scivolare lo sguardo sul corpo della ragazza nell'acqua. La schiuma che aveva creato stava scomparendo e l'uomo tracciò i contorni delle sue gambe lisce con gli occhi.

Shameless - senza vergognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora