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-Come sta la principessa, soldato?- domandò Delta, con le gambe elegantemente accavallate, seduta di fronte a lui.

-Perché mi hai fatto venire qui, oracolo?- domandò Sebastian a sua volta.
Dopo la sfuriata avuta con Tabitha, aveva solo bisogno di stare un po' da solo. L'aveva davvero paragonato ad un giocattolo sessuale? Se il soldato fosse rimasto lì, le avrebbe detto o fatto cose da cui non sarebbero potuti tornare indietro. Sebastian l'aveva osservata per anni, sapeva che la ragazza era una che non demorde, ma sapeva anche che spesso era stata vicino a un punto di rottura. Quel punto sarebbe potuto essere lui. Non importa quanto bene fingesse di aver accettato i suoi poteri e la sua nuova versione di vita, Tabitha non poteva nascondersi dietro quella maschera di durezza, non con lui. Aveva intenzione di lasciarla sola per un po', per riprendersi da quello che era successo. Avrebbe voluto prenderla tra le braccia, farle capire quanto fosse importante per lui ciò che avevano fatto, ma lei era scattata sulla difensiva e lui stava perdendo il controllo.
Il messaggio di Delta che gli diceva dove incontrarsi era stato l'appiglio giusto a cui aggrapparsi per allontanarsi da lei.
Perfino la veggente, in quel momento, le era sembrata una soluzione per impedirsi di sbattere Tabitha contro il muro e sottometterla completamente. Prima o poi, avrebbe frenato la sua deliziosa lingua impertinente.

La donna dinanzi a lui appoggiò i gomiti sul tavolo, si sostenne il viso fra le mani e gli sorrise.

-Per essere uno che pretende risposte immediate,- disse con una una scintilla divertita nello sguardo -sei piuttosto sfuggente.-

L'uomo sbuffò e sembrò rilassarsi contro lo schienale del divanetto del pub. La gamba destra guizzava su e giù mentre ordinava un secondo giro, indicando con un gesto delle dita verso il cameriere.

-Sta bene, Delta. Ora, perché mi hai fatto venire qui?-

Quella donna lo irritava terribilmente.
Non si fidava di lei e non riusciva proprio a capire perché, suo fratello Martin invece sì.

Tutto in lei svelava la sua follia: indossava una mini tuta semi trasparente senza spalline che le fasciava il seno minuto, strizzandolo, e i fianchi generosi, coprendole solo fin sotto la curva del sedere; sarebbe stata decisamente sexy se non fosse che il resto del corpo era intrecciato in un filo spinato che le arrossiva la carne. L'ombretto nero sfumato oltre le sopracciglia e al di sotto, fino quasi a coprirle completamente il contorno occhi, il rossetto rosso scuro e due piccole stelle disegnate con l'hennè sulla guancia sinistra, in netto contrasto con la pelle candida.
Il risultato era decisamente lugubre. E decisamente fuori luogo per il posto in cui erano.

Un piccolo bar in campagna, gestito dai Terreni, che avevano deciso di adornare il locale con fiori bianchi e piante rampicanti che coprivano le pareti rosa cipria. I tavoli e le sedie erano in legno di ulivo, poi ce n'erano quattro agli angoli che erano di legno di quercia e avevano le panche con la seduta imbottita color avorio. L'illuminazione era calda e rendeva il posto decisamente accogliente. D'altro canto, i Terreni lo erano più di qualunque altro immortale.

Se i Guerrieri avevano la lotta nel sangue, loro avevano l'ospitalità.
Rispettavano qualsiasi tipo di creatura vivente ed erano fortemente legati alla terra e ciò che essa donava.
Ed ecco perché non mangiavano carne.
Fra tutti gli immortali, erano quelli che causavano meno battaglie e difficilmente prendevano parte ad uno scontro.

-Glacia sa che il potere di Tabitha è finalmente affiorato. Vuole che la riporti a casa.- Delta sorseggiò il suo drink rosa acceso: vodka e succo al pompelmo.

Sebastian inarcò un sopracciglio, sempre più irritato da quell'incontro.
-Sai che non te lo lascerò fare, quindi perché non mi dici che cosa vuoi davvero e la finiamo coi convenevoli?-

Shameless - senza vergognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora