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La camera dell'albergo era in penombra, le luci della città penetravano attraverso la grande vetrata all'ultimo piano. Non sarebbe stato facile trovare una stanza disponibile nell'hotel dell'aeroporto di Parigi all'ultimo minuto, ma Sebastian era stato previdente e l'aveva affittata per l'intero mese, in caso ci fosse stata la necessità di doversi rifugiare lì per qualche giorno prima di partire. Aveva dato un nome e un documento fasulli per essere certo che non li trovassero. Avrebbero potuto anche esserci degli immortali fra i dipendenti, a quanto ne sapeva.
Il soldato aveva analizzato ogni possibile scenario, come era sempre stato addestrato a fare.

Tabitha era distesa sul letto con l'espressione corrucciata e le labbra socchiuse.
Dopo le varie proteste della ragazza in dormiveglia, l'aveva svestita e le aveva infilato una delle sue t-shirt per dormire.
Mosse lentamente i fianchi sotto le coperte ed emise un gemito sommesso.

Sebastian era seduto sul divano di tessuto grigio difronte a lei, le gambe larghe e le spalle tese.

Il frigobar della stanza aveva a disposizione solo delle lattine di bibite gassate e una boccetta di sambuca.
Anche se fredda non era il massimo, il soldato la trangugiò sentendosi bruciare la gola.
Per far ubriacare un immortale della sua età ci sarebbero voluti almeno venti boccetti uguali, ma lo stordimento che provava quando beveva riusciva a placarlo in qualche modo.

-...astian- bisbigliò la ragazza, mettendosi a pancia in giù e stringendo il cuscino fra le braccia.

Dio mio, questa ragazza mi farà impazzire.

Tabitha si stava strusciando nel sonno e il pene del soldato si indurì di rimando.

-Sebastian- ansimò più forte.

-Oh no, ragazzina.- bisbigliò e le strattonò il cuscino, lasciandolo cadere sulla moquette scura.

Emise un mugugno di disapprovazione, ma non si svegliò.

Il soldato andò verso il bagno, aumentando il più possibile la distanza da lei.
Era ancora furioso, e non solo con lei per aver tentato la fuga, anche con se stesso.
Aveva perso la calma per colpa della veggente e lei sapeva dove fosse il loro rifugio in campagna. Era stata lei a dire ad Isobel dove trovarli, ne era certo. Non si fidava di lei e non voleva che parlasse con Tabitha. Delta sembrava davvero tenerci a lei e alla sua incolumità, però gli aveva anche detto che "non voleva prendersela al momento".
Fra i gemiti che provenivano al di là del muro e l'ansia che stava aumentando, gli si annebbiò il cervello.

Non riesco a pensare, maledizione!

Scagliò un pugno contro la parete del bagno e si spogliò.

*****

Quando uscì dalla doccia, Sebastian trovò la ragazza ancora addormentata, a pancia in su.

Il letto sembrava un campo di battaglia.
Aveva lanciato via l'altro cuscino, calciato le lenzuola e il copriletto bianchi ed era al centro del materasso con una mano alla gola e l'altra su un seno mentre dimenava i fianchi nel vuoto.

Porca puttana.

Il soldato si portò una mano alla bocca e si mise dei pantaloni della tuta di un grigio scuro. Come a convincere se stesso che uno strato di tessuto in più avrebbe potuto aiutarlo a frenarsi.

Avrebbe dovuto starle alla larga, quella ragazza lo mandava in bestia.
Aveva provato a scappare da lui non appena ne aveva avuto la possibilità.
Era disposta a rischiare la vita pur di non rimanere al suo fianco, ma d'altronde lo aveva spiegato fin troppo bene.

"Ero solo eccitata. Sai, potrebbe esserci stato chiunque al posto tuo."

Però, adesso, era il suo nome quello che stava chiamando e lui non desiderò altro che sentirlo scivolare dalle piccole labbra della ragazza anche da sveglia.
Si domandò come avrebbe reagito se si fosse svegliato con la sua lingua fra le gambe mentre lei continuava a dimenarsi sotto il suo sguardo.

Shameless - senza vergognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora