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Legame.

Quello che Sebastian percepiva da sempre con quella piccola strega.
Lo aveva sentito sottopelle dal primo momento in cui aveva posato gli occhi su quella ragazzina che un giorno si sarebbe trasformata in una splendida strega immortale.

Il corpo fasciato in un paio di jeans scuri che le modellavano le cosce e i fianchi pieni, celando di poco il sedere generoso, il maglione grigio intrecciato che aderiva perfettamente sul seno florido e sulla vita stretta, i capelli corvini che brillavano sotto la luce rossastra del cielo del regno. Il suo regno.

Sebastian si avvicinò alle streghe intente ad allenarsi, come ogni giorno, nel giardino del palazzo.

-Soldato, non è un buon momento.- cominciò Isobel senza degnarsi di volgere lo sguardo nella sua direzione, ma rimanendo fissa sulla piccola strega che per l'ennesima volta stava incontrando difficoltà nel gestire la sua magia. -Oggi è particolarmente deconcentrata e non ha bisogno di ulteriori distrazioni.-

Tabitha non disse nulla, né si voltò a guardare l'uomo per cui il cuore aveva cominciato a batterle più forte nel petto.
La palpitazione fu talmente accelerata che Sebastian se ne accorse e accennò un sorriso nella sua direzione.

-Magari farla arrabbiare potrebbe aiutarla.- dichiarò il soldato incrociando le braccia al petto.

-Sono già arrabbiata, soldato.- dichiarò la ragazza, con la voce di ghiaccio e lo sguardo ancora più freddo che però non mostrò a nessuno se non al vuoto davanti a sé.

-Ti ho detto che avremmo parlato, Tabitha. Parliamo.- si avvicinò alla ragazza che continuò a dargli le spalle.

-Hai avuto la tua occasione, soldato.- il tono glaciale in contraddizione con la luce brillante e calda che stava saettando furiosa nei suoi palmi; come ogni allenamento, si era tolta il bracciale che costringeva il suo potere.

Le si avvicinò ancora e si chinò per bisbigliarle all'orecchio: -Ne ho avute parecchie.- le solleticò la pelle con le sue parole lasciandole una distesa di brividi lungo il corpo già accaldato per la sua sola presenza. -Eppure sappiamo entrambi che mi darai sempre l'ultima possibilità.- la ragazza si voltò rabbiosa e strinse i pugni -E che non sarà mai- continuò Sebastian afferrandole il mento con pollice ed indice, costringendola a mantenere lo sguardo fisso sugli occhi di lui -davvero l'ultima.-

Le iridi di Tabitha si tramutarono in un azzurro intenso, mentre Isobel fissava incuriosita e titubante al contempo la loro interazione.
Sebastian aveva centrato il punto in pieno: sapeva che Tabitha non avrebbe mai accettato di farsi trattare come se fosse sempre disponibile e accondiscendente.
Nonostante l'idea di essere sottomessa ad un uomo la solleticasse, avrebbe sempre dovuto essere lei a deciderlo. Non avrebbe mai sottomesso i suoi sentimenti o la sua ragione ad un uomo che non avrebbe ritenuto meritevole e il soldato, fino a quel momento, non se l'era meritato affatto.

-Chi diavolo pensi di essere?- Tabitha digrignò i denti.

-Adesso farai la brava bambina e ascolterai quello che ho da dirti.-

-Soldato, stai esagerando.- si intromise Isobel, improvvisamente preoccupata per la reazione repentina del potere instabile della ragazza.

-So cosa sto facendo.- rispose Sebastian, mantenendo però il contatto visivo con Tabitha.

Voleva istigarla a liberare completamente il suo potere contro di lui.
La strega, però, non sapeva ancora gestirlo e se Sebastian non fosse stato davvero il suo famiglio, avrebbe potuto rischiare la vita. Nessuno conosceva la reale forza della sua magia.
Per questo aveva scelto di affrontare la questione in presenza di una strega potente quale era Isobel, speranzoso che potesse essere sufficientemente abile da arginare l'impatto della perdita di controllo da parte della ragazza.

Shameless - senza vergognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora