Bello schifo, pensò Tabitha immersa nella vasca del bagno personale del soldato.
Come se provocarla al punto da farle perdere il controllo del suo potere rischiando di ammazzarla, rivelarle che avrebbe dovuto uccidere sua madre e che tutto l'interesse che aveva dimostrato per lei dipendevano unicamente da un legame apparentemente più grande di loro, Sebastian le aveva detto di aver distrutto il bracciale che imprigionava i suoi poteri.
E ora si ritrovava a dover stare costantemente con lui mentre imparava a gestire la potenza della sua magia.Il soldato era diventato la sua maledettissima ombra.
Pretendeva di partecipare agli allenamenti, dato che il potere si amplificava e obbediva con più semplicità alle direttive di Tabitha se Sebastian bisbigliava parole in latino.
Aveva preteso che si trasferisse nelle sue stanze e che dormisse con lui.
La sorprese che non fosse ancora entrato come una furia mentre lei si godeva l'acqua bollente e la schiuma profumata alla vaniglia.Erano passati solo sei giorni da tutte quelle rivelazioni, eppure a Tabitha sembrarono trascorsi mesi. Non riusciva a tollerare quella situazione, non riusciva a tollerare la presenza del soldato nella sua vita. Era come se la colpa di tutto fosse solo sua. Tabitha lo credeva davvero.
Avrebbe dovuto dar cessare l'esistenza di un altro essere vivente. Di sua madre. Nella sua vita passata non avrebbe mai immaginato di poter essere l'unica a poter uccidere sua madre. Non l'aveva mai conosciuta, non aveva saputo neppure il suo nome fino a qualche tempo prima e adesso avrebbe dovuto porre fine a tutto ciò che aveva costruito. No. Tabitha non avrebbe mai potuto uccidere nessuno. Non lo credeva proprio possibile. Eppure era quello che si aspettavano da lei. Quello era la vera ragione per la quale il regno di Fuoco la stava ospitando e addestrando. I dettagli nemmeno le erano stati svelati. Sebastian le aveva lanciato addosso la notizia come un masso che l'avrebbe schiacciata inevitabilmente. Come se non ci si potesse fare nulla: una verità innegabile. Come se il suo volere non contasse nulla, come se la sua morale e i suoi principi fossero degli effetti indesiderati che nessuno avrebbe preso in considerazione.
Tabitha non era una persona. Era un'arma.-Ragazzina, dobbiamo scendere per la cena.- Sebastian spalancò la porta e la sollecitò.
Appunto...
-Dammi tregua, soldato.- sbuffò, immergendosi completamente sott'acqua.
Neppure tre secondi di pace ovattata nell'oblio di quel silenzio subacqueo che l'uomo le afferrò un braccio e la sollevò di nuovo in superficie.
-Sto perdendo la pazienza, Tabitha.-
-E dimmi, soldato, cosa vorresti fare?- lo sbeffeggiò, alzandosi impacciata e scavalcando il marmo bianco per posare i piedi al suolo e afferrare l'asciugamano per coprirsi in fretta.
-Uccidermi?-
Le goccioline di acqua le scorrevano sul corpo, scivolandole giù dalla chioma, andandosi ad adagiare al suolo. Accumulandosi ai piedi della ragazza che tentava di mantenere una certa distanza dall'uomo.-Tabitha.-
-Sebastian.-
Lui si avvicinò di un passo e lei fu costretta ad alzare la testa per incontrare il suo sguardo.
-Prima o poi dovrai dirmi perché mi odi così tanto.-
-Non ci arrivi da solo, soldato? Eppure hai preso tante decisioni al posto mio, forse proprio perché ti reputi superiore; allora applicati e lasciami in pace.-
Il veleno che le scivolò sulla lingua annebbiò la vista dell'uomo.
Con una mano le agguantò i capelli sciolti e bagnati, strattonandoli nella sua presa e con l'altra le afferrò la gola, costringendola contro la parete alle sue spalle.
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Shameless - senza vergogna
RomanceTW: Questo libro contiene scene esplicite di sesso e violenza, le tematiche non sono adatte a tutti. I protagonisti si addentreranno in una relazione tossica pregna di red flags. Se siete sensibili, non addentratevi in questo romanzo. Se invece s...