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Con uno scatto, Tabitha si lanciò verso l'uomo che era entrato nella suite.

Magari, con un po' di fortuna, avrebbe potuto tirargli un pugno o un calcio nelle parti basse e scappare in corridoio.

-Ehi, ma che cazzo?-
L'uomo si girò di lato e la scansò, lei per poco non andò a sbattere contro la porta alle sue spalle.
Tabitha avrebbe voluto aprirla e fuggire, ma sapeva che l'uomo sarebbe stato più veloce di lei se non l'avesse colpito.

Prima di poter decidere cosa sarebbe stato meglio fare, accanto al suo viso comparve la tessera magnetica che apriva la camera.

-Me l'ha data Sebastian.- dichiarò tenendola fra le dita affusolate e porgendogliela. -Sono Yulian. Sebastian non ti ha detto che sarei venuto ad aiutarvi?- domandò mentre la ragazza si girava e afferrava la tessera.

Ancora sospettosa, schiacciò la schiena alla porta, provando ad aumentare il più possibile la distanza fra loro.

L'uomo fece due passi indietro e alzò le mani, ma la sua figura robusta risultava ancora minacciosa nel suo metro e novanta di altezza. -Non voglio farti del male, principessa.-

Sono davvero stufa di questi nomiglioli.

-Chi sei, Yulian?- pensò di chiedere "cosa", ma non le sembrò il caso di insinuare che fosse un mostro, nel caso fosse un nemico.

L'uomo sorrise rivelando delle fossette ai lati delle labbra sottili. -Sono un Guerriero del regno di Fuoco, il re mi ha mandato a soccorrerti, principessa.-

-Perché siete tutti così ossessionati dai soprannomi?- sbuffò, consapevole che se avesse voluto rapirla o ucciderla, lo avrebbe già fatto.

-Cosa?- domandò Yulian sinceramente confuso.

-Isobel mi chiama fanciulla, Sebastian ragazzina e tu- fece un cenno con la mano e gli andò incontro -mi chiami principessa.-

-Preferiresti che ti chiamassi Tabitha?-

-Perché no? D'altronde è il mio nome.- fece spallucce e si andò a sedere alla base del letto.
Si sentiva incredibilmente a suo agio a parlare con quel ragazzo. Non capiva perché, ma l'aria nella stanza non aveva niente di teso, solo un'incredibile senso di tranquillità a cui Tabitha si aggrappò con tutte le sue forze.

-Ma tu sei una principessa, Tabitha.-

La ragazza sgranò gli occhi e tirò indietro la testa. -No, io- cominciò con la voce carica di emozione -Sebastian ha detto che sono speciale e il mio potere è molto raro, ma non mi ha detto che sono una principessa.-

-Non ti ha detto che sei figlia di Glacia Aqua?- domandò sempre più confuso.

-Sì, ma-

Alzò una mano per zittirla, ma non le sembrò un gesto arrogante, quanto un gesto pratico: fermati e ascoltami, ti spiegherò tutto.

-Glacia Aqua è la regina del regno di Acqua e tu sei sua figlia, quindi sei una principessa. Se preferisci ti chiamerò Tabitha. Volevo solo allentare la tensione che provi, non immagino neanche quanto deve essere dura per te affrontare tutto questo. Abbandonare la tua vecchia vita così, scappare da un nemico che non conosci e che non sai quando potrebbe attaccare. Deve essere... frustrante.- i grandi occhi azzurri la inchiodarono e lei si scoprì a fissarlo con il capo chinato, godendo dello spettacolo che aveva davanti.

Indossava una camicia bianca sbottonata sul collo e arrotolata sugli avambracci, i pantaloni dal taglio classico erano di un grigio scuro e la cintura nera sapientemente abbinata alle scarpe di morbida pelle italiana. Erano sicuramente abiti fatti su misura, sia per la corporatura imponente dell'uomo, sia perché sembravano gli fossero stati cuciti addosso come una seconda pelle. Sedendosi sul divano di fronte a lei, si lasciò andare contro lo schienale e vi poggiò sopra un braccio, rigirandosi un anello che portava all'indice con il pollice. Il viso era perfettamente rasato, la mandibola spigolosa e le labbra disegnate, notò il labbro inferiore leggermente più carnoso che rivelava una fila di denti perfetti. I capelli neri erano rasati ai lati e più lunghi, folti e spettinati al centro. Sarebbe stato facile aggrapparcisi se avesse avuto la sua testa fra le gambe.

Shameless - senza vergognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora