32

153 2 1
                                    

L'interno della sala era incredibilmente spazioso.

Un enorme lampadario di cristallo pendeva dal soffitto, creando un gioco di luce attraverso il vetro sulle pareti rosso scuro.

Il camino acceso scaldava l'ambiente e rendeva più intima una conversazione che a Tabitha stava facendo venire la nausea.

Sopra di esso, un quadro che ritraeva un uomo e una donna con gli occhi e i capelli scuri. Lei indossava un abito sontuoso con le lunghe maniche in pizzo nero e il corpetto rosso scuro che le strizzava il seno, ma non lasciava intravedere troppo grazie ad un velo sottile di uno scialle che le ricadeva elegantemente sulle spalle, dello stesso nero del pizzo e della lunga gonna ricamata da foglie dorate. Indossava una tiara dorata, intrecciata ai capelli raccolti, con un rubino a forma di goccia che le si posava sulla fronte. Era splendida, la pelle luminosa e gli occhi incredibilmente vispi, nonostante il ritratto non rivelasse un sorriso, lo sguardo della donna era penetrante e allegro.
L'uomo aveva l'espressione seria, mentre se ne stava accanto a lei, seduto sul suo trono, intrecciando la mano di lei con la sua e con l'altra reggeva uno scettro dorato con il manico inciso con delle lettere che probabilmente formavano una frase che Tabitha non riusciva a decifrare. Indossava una camicia nera con il colletto sbottonato e i pantaloni in tessuto che fasciavano i muscoli di cosce e polpacci, dello stesso rosso del corpetto della donna accanto a lui. La corona dell'uomo era discreta, seppur più ingombrante di quella di lei. Non aveva spuntoni, solo incisioni rosse a forma di fiamma ben visibili in contrasto con l'oro della corona.

Tabitha era seduta su uno dei due divani in pelle e Delta le sedeva accanto accarezzandole la mano e stringendola di tanto in tanto.

Non era mai stata un tipo che apprezzava il contatto fisico, ma la rassicurazione che la veggente stava cercando di trasmetterle in quel momento non le dispiacque.

Martin era intento a spiegarle la situazione in cui si era ritrovata, seduto su una poltrona di pelle nera con le lunghe gambe accavallate. I pantaloni neri calzavano perfettamente, la camicia grigio scuro aderiva alle spalle e alle braccia possenti.
Aveva gli occhi dello stesso castano magnetico del fratello, ma non c'erano cicatrici a segnargli il volto pulito e ben rasato.
Nessun tatuaggio che sbucava dal colletto della camicia o sul dorso delle mani.
Lui e il soldato si assomigliavano parecchio solo di primo acchito, ma poi le evidenti differenze saltavano all'occhio.

Soprattutto nell'atteggiamento rilassato del re di un regno abituato alla calma e alla pazienza; in netto contrasto con la gamba agitata del soldato che non aveva smesso di tremare frenetica da quando si era seduto a gambe larghe sull'altro divano.

Martin era di una bellezza statuaria e pulita, Sebastian era di una bellezza ruvida e audace.

-Sono davvero felice che tu sia qui sana e salva, Tabitha. Finalmente, il nostro soldato potrà riposare.- disse il re con un sorriso che sembrava essere sincero.

Sebastian digrignò i denti e lo fulminò con lo sguardo, prima di parlare.

-Il mio compito non è finito, Martin.-

-Potreste far capire qualcosa anche a me?- domandò Tabitha con le spalle tese e la voce incrinata dal nervosismo.

-Shaw non ti ha messa al corrente?- chiese a sua volta Martin con un espressione accigliata.

-Del fatto che dovrò restare qui per chissà quanto tempo? Sì, mi ha accennato qualcosa.- rispose sarcastica.

-Sarai al sicuro qui, principessa.- tentò di rassicurarla, ma l'idea che desse per scontato che non avesse scelta la fece irritare. Probabilmente, non era così diverso dal fratello.

Ma tu non hai scelta, Tibby, la voce risuonò nella sua testa.

-Ne sono sicura, mio re.- impregnò di disprezzo le ultime parole -Non sono sicura, però, di voler restare. Sono stufa marcia dei vostri ordini e dei vostri segreti. Perché sono così importante? Non so controllare il mio potere, ho addirittura un dannato affare al braccio per impedirgli di implodere quando provo emozioni troppo forti. Almeno fino a quando non troverò un catalizzatore o un modo per gestirli. Perché vi servo?-

Shameless - senza vergognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora