Capitolo 1

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What can I say?

I am a fucking liar

So I never dreamed of us

I've never kissed you

I am a fucking liar

And you know the truth

Liar, Joy and Grief

Rob stava impazzendo.

Loro avrebbero dovuto essere lì già da tre ore.

Avrebbero dovuto, ecco il verbo adatto. Perché non c'erano, e Rob stava sudando all'idea di rovinare il matrimonio della sua migliore amica.

Teseo gli aveva affidato un unico compito: occuparsi della musica. Non gli aveva detto "chiama i Joy and Grief e falli venire a suonare al nostro matrimonio", ma Rob aveva voluto fare le cose in grande.

E così, per colpa della sua stupida ambizione, si ritrovava a sudare, lasciando macchie visibili sulla camicia nuova di trinca, in attesa di vedere spuntare una chioma di capelli rossi dal vialetto.

Lanciando un'occhiata alla strada ciottolata e vedendola ancora deserta, riprese a camminare avanti e indietro di fronte all'entrata della villa. Esplose in un urlo di rabbia, scalciando un sassolino vicino ai suoi piedi. Peccato che nel farlo andò a sbattere contro il piedistallo di una statua, che - assieme alla sua copia simmetrica -, decorava l'ingresso dell'enorme dimora stravagante.

L'urlo di rabbia si trasformò in un grido di dolore quando il mignolo colpì la dura pietra. Prese a saltellare su una gamba sola, finendo per somigliare a una trottola impazzita.

Riuscì a poggiare il piede a terra prima di finire a gambe all'aria a causa del gradino, quasi del tutto invisibile, dietro di lui.

Ci mancava solo questa!, pensò stizzito. Basta, se non arrivano entro cinque minuti, mi arrendo. Rientro dentro e cerco qualcuno che sappia suonare un dannato strumento... perché, dai, ci sarà pur qualcuno tra gli invitati, no? Forse Luca?

Proprio in quel momento il rumore inconfondibile degli pneumatici attirò la sua attenzione.

Rob alzò lo sguardo e davanti a sé vide sfilare, lucida come uno specchio, una lunga limousine. Non riuscendo a togliere lo sguardo da quella bellezza a quattro ruote, osservò affascinato il modo in cui si fermò di fronte a lui e alla villa.

Prima che potesse elaborare ciò che stava succedendo, una testa bionda sbucò al di sopra di una portiera spalancata.

Era da tanto che non lo vedeva da vicino, ma Rob lo riconobbe subito: il frontman di quella che una volta era la sua rock band, Joel.

Lo osservò scendere dall'auto con uno smoking blu che avrebbe fatto sbavare qualsiasi uomo o donna. I capelli biondi erano tirati indietro in parte da un semplice codino e il colore cangiava a contrasto con la tinta blu notte del suo abito.

Quando lo individuò, Joel corse ad abbracciarlo.

«Rob, da quanto tempo! Come stai?», disse in italiano, stringendolo tra le sue braccia.

Rob si ritrovò impreparato ad affrontare quell'amichevole stretta, ma si riprese prima che fosse troppo tardi, dandogli delle pacche gentili sulla schiena.

«Tutto bene, tu? Spezzi ancora i cuori di migliaia di persone?», gli chiese nella stessa lingua.

Joel era bisessuale dichiarato da quando aveva sedici anni ed era conosciuto da allora per essere uno che non si limitava ad una scopata alla settimana. Faceva strage di cuori, e una volta ci aveva persino provato con lo stesso Rob. Purtroppo per entrambi, non aveva funzionato. Il cuore - anzi, no - l'anima di Rob apparteneva a una persona soltanto.

How to love Phoenix Kant [Trilogia How To #2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora