Capitolo 18

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I wanna be your home

I wanna be your lover

But I'm just a ghost in your memory

Ghost, Joy and Grief

Avete presente quella sensazione di stritolamento allo stomaco?

Quel nodo al centro dell'addome che ti impedisce di respirare regolarmente quando sei in ansia per qualcosa?

Rob la conosceva bene.

Quella mattina, non aveva potuto ingurgitare nemmeno una fetta biscottata o un cucchiaino di marmellata perché quello strano peso allo stomaco non se ne voleva andare.

Il motivo? La cazzo di intervista.

Rob non ci credeva ancora che tra meno di mezz'ora si sarebbe seduto su quella stupida poltrona rossa, pronto a confessare compiacente tutta la sua vita.

«Pronto?», un bacio sul collo lo colse di sorpresa.

Si girò tra le braccia di Danny e poggiò le mani sul suo forte petto, cercando il suo dolce calore. Inclinò il mento e si allungò per stampargli un bacio sulla linea della mascella.

«No», sussurrò piano.

«Andrai benissimo», disse Danny, scostandosi per sistemargli la cravatta grigia. Era vestito con dei pantaloni color borgogna abbinati al panciotto e sotto una camicia blu che faceva risaltare la sua pelle chiara. Non era il suo stile, ma ci si avvicinava molto.

«Io sarò qui tutto il tempo a guardarti», gli lasciò un bacio sulle labbra e gli sistemò un ciuffo. Come si poteva non amarlo? Era la persona più dolce e premurosa che Rob avesse mai conosciuto.

«Si va in scena!», gridò un assistente.

Joel comparve al suo fianco e gli scoccò un sorrisetto. Non sembrava agitato, ma d'altronde doveva essere abituato a quelle cose.

Phoenix arrivò alla sua sinistra, con un Blade imbronciato al seguito. Rob non poté impedirsi di far scorrere lo sguardo lungo tutto il corpo. Era vestito con dei pantaloni di pelle, ornati da un cinturone con le borchie argento, e una camicia molto larga argentata lasciata aperta del tutto tranne per i due bottoni finali.

Rob si allontanò da Danny, come attratto da una forza invisibile che lo spingeva verso il rosso.

Guardò il cordoncino che portava al collo e gli ricordò quello che portava sempre da giovane. Una volta, ci aveva giochicchiato mentre Phoenix dormiva.

«Ti piace quello che vedi?», chiese Phoenix, inarcando un sopracciglio. Nonostante l'arroganza del gesto, Rob vide una punta di preoccupazione nel suo sguardo. Capì che lo faceva solo per distrarlo.

Avrebbe voluto rispondere con una battuta sagace, una di quelle che Miki avrebbe sicuramente pronunciato stizzita. Una cosa del tipo "Non quanto quello che ho alle spalle" riferendosi al bel ragazzo biondo che era fortunato ad avere come compagno. Ma non disse niente.

L'assistente li spinse ad entrare appena si sentì l'intervistatore urlare il nome della band e Rob si girò un'ultima volta verso Danny, che gli rivolse un occhiolino di incoraggiamento, fingendo abilmente di non essere stato turbato dal quel commento fuoriluogo.

Fece un passo e poi un altro, ma le sue gambe si rifiutarono di procedere.

Sentì le urla entusiaste dalla folla quando Joel varcò la soglia dello studio per primo. Ma Rob era agitato: non lo avrebbero guardato solo quelle duecento persone presenti come pubblico, ma anche tutti gli spettatori da casa, visto che erano in diretta TV.

How to love Phoenix Kant [Trilogia How To #2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora