Capitolo 10

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I wanna touch you

As if it were my last hour

I wanna kiss you

Before my body gets cold

My Last Hour, Joy and Grief

Dall'altra parte della stanza, lo sguardo di Robbie incontrò il mio.

Mi portai il bicchiere di whisky alle labbra e ne sorseggiai un goccio, gustandone il sapore forte.

Mandai giù il sorso dopo averlo tenuto sulla lingua e la mia gola si incendiò. Proprio come piaceva a me.

Poggiai il bicchiere di vetro raffinato sul ginocchio e feci scorrere l'indice sul bordo, lentamente.

Gli occhi di Robbie si spostarono dal mio viso al vetro, dal vetro al mio petto nudo, nascosto in parte dal giubbetto di pelle, dalla collana di corda che mi abbelliva il collo, ai capelli che mi solleticavano le guance.

Anche da distanti, potevo percepire la forza del suo sguardo. Era come se mi stesse passando una mano su tutto il corpo, anziché scrutarmi da lontano.

Cosa ci faceva a Los Angeles? Ma soprattutto cosa ci faceva lì, nella villa stratosferica di un ricco attore di Hollywood? 

Il mio cervello fu bersagliato di domande, il mio corpo di un desiderio assoluto e cieco di riscoprire di nuovo il sapore di quelle labbra, uniche e irresistibili per un demone come il sottoscritto. 

Restammo a guardarci per un momento che parve interminabile, poi Robbie superò le foglie dietro il quale si era rifugiato e salì le scale che portavano al piano superiore. Corse sugli scalini, inciampando una volta arrivato in cima, poi scomparve alla vista.

Mi alzai in piedi, scrollandomi di dosso la ragazza al mio fianco, e feci un cenno a Joel per dirgli che sarei stato via per un po'. Lui quasi non se ne accorse, impegnato com'era a limonare con la tipa che gli stava a cavalcioni sul grembo.

Superai la gente che mi si parava davanti, lanciando occhiatacce a destra e a manca. Delle ragazze tentarono di afferrarmi il bicipite, ma io me lo tolsi dai piedi con uno strattone.

Che diavolo. Non posso nemmeno andare dove voglio senza che delle groupie mi saltino addosso.

Salii le scale e raggiunsi il primo piano in meno di un secondo; mi guardai attorno per orientarmi. Come il piano inferiore, anche quello era arredato con specchi su ogni superficie e lampadari pacchiani sul soffitto.

Non c'erano molti posti in cui Robbie poteva essersi nascosto. Avanzai in silenzio lungo il corridoio, sbirciando la fessura sotto le porte per vedere in quale di esse la luce era accesa.

Alla fine, mi fermai davanti una porta di legno bianca che, se mi ricordavo giusto dall'ultima volta in cui ero stato lì, conduceva a un bagno lussuoso con un'enorme vasca idromassaggio nell'angolo e un lucernario dal quale ammirare le stelle.

Sentii dei rumori all'interno e seppi che l'avevo trovato. Appoggiai una spalla al muro e attesi che Robbie comparisse sulla soglia.

Era inutile tentare di aprire la porta, avrei solo rivelato la mia presenza senza davvero riuscire ad entrare perché chiusa a chiave.

Incrociai le caviglie mentre attendevo la sua uscita.

Ero estremamente eccitato dal fatto che lui fosse dall'altra parte di quel muro. Non riuscivo a smettere di ripensare a come mi avesse guardato poco prima. Sembrava che mi stesse studiando per memorizzare ogni parte del mio corpo. Io di sicuro l'avevo fatto.

How to love Phoenix Kant [Trilogia How To #2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora