Capitolo 3

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Bird, bird, bird

I wish I could fly to you

Like a bird

But I'm only a human

Human, human, human

And I'm falling to the ground

Bird, Joy and Grief

Non avevo mai capito la parola "ossessione" fino a quando non avevo visto Rob per la prima volta.

Stavo pomiciando con una ragazza in un vicolo quando lui ci interruppe, trascinandosi dietro un sacchetto della spazzatura.

Aveva i capelli castano scuro leggermente mossi ma ordinati, le gote rosse per l'imbarazzo e non aveva fatto altro che fissarmi per tutto il tempo.

Ne ero rimasto folgorato.

Mi ero completamente dimenticato dalla ragazza al mio fianco, perché non potevo fare a meno di fissarlo. Osservare il modo in cui si muoveva, quella camminata dinoccolata, i fianchi stretti e le spalle poco più larghe.

Quell'immagine mi aveva ossessionato per giorni e giorni.

Accadde la stessa cosa quando lo rividi dopo dodici anni di lontananza.

Era bellissimo nel suo smoking nero, i capelli leggermente più lunghi e le sopracciglia più folte di quanto ricordassi. Mi ero incantato a guardare le sue labbra, pentito di averle assaggiate poche volte. Di aver rovinato tutto quello che c'era di buono nella mia vita.

Passai tutta la sera a fissarlo mentre suonava la batteria, scuotendo il capo come era solito fare anche da giovane. E quando lo vidi con il suo nuovo ragazzo, Danny, una fitta bruciante allo stomaco mi sorprese.

Solo dalla montatura degli occhiali e l'aria da professore, avevo capito che era un tipo a posto. E questo peggiorava le cose. Perchè, per quanto fosse okay, per quanto se lo meritasse, io ancora desideravo Robbie.

Io volevo Robbie. Volevo le sue battute giocose, il suo animo gentile e sempre disposto ad aiutare gli altri. Tutto mi attraeva di lui. Il suo corpo sinuoso, la pelle diafana che si arrossava facilmente. Fu così che, ritornato a Los Angeles, Rob divenne la mia nuova vecchia ossessione. Ci pensavo la mattina appena sveglio e la sera prima di andare a dormire.

Quella notte, Robbie mi tormentò anche nei sogni. Sogni così belli, piacevoli, da farmi credere che fossero reali.

Sognai lui con me nel grande letto matrimoniale, che si avvicinava a me e si accoccolava tra le mie braccia.

Quell'abbraccio casto non durò a lungo. Le mani di Rob iniziarono a vagare lungo il mio addome, sfiorando gli avvallamenti della mia tartaruga. Poi scesero più in basso fino a sfiorare il bordo dei miei boxer.

«Cosa stai facendo?», chiesi con un occhio socchiuso.

«Non si capisce cosa sto facendo?», sussurrò lui, con le labbra contro il mio collo. Si mise a baciarlo mentre giocherellava con il tessuto fine, sfiorandolo con le mani, ma mai dandomi un assaggio pieno.

«Vuoi torturarmi?», domandai con un ringhio.

Sentii la risata di Robbie contro la pelle sotto l'orecchio. «Forse».

Prima che potesse fare qualcos'altro, lo feci girare sulla schiena, puntando i gomiti ai lati della sua testa e incastrandolo sotto il mio peso.

Vidi gli occhi di Robbie illuminarsi per l'eccitazione.

How to love Phoenix Kant [Trilogia How To #2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora