Capitolo 19

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My boy is an angel

He's got hazel eyes

and light skin

His smile blesses me everyday

My angel, Joy and Grief

Attraverso le vetrate traslucide del negozio, lo vidi.

Era intento a creare un mazzolino di margherite bianche per un ragazzo.

Restai a fissarlo trasognato, amando il modo in cui le sue dita si muovevano per avvolgere un fiocco rosa intorno ai gambi verdi.

All'epoca non avevo idea che lavorasse in un negozio di fiori. Ci conoscevamo da qualche mese ormai e insieme avevamo fatto ben più di dieci prove. Eppure, non ero riuscito a carpire molto su Rob.

Mi era sempre così distante, come se avesse deciso di erigere un muro tra di noi. Ogni parte di me voleva abbatterlo fino a non avere altro che un cumulo di macerie ai nostri piedi.

Ero tremendamente attratto da lui.

Mi attirava la sua pelle.

Il suo sorriso innocente.

La sua risata gioiosa.

Per me era un angelo sceso in terra.

Mi convinsi ad entrare. Spinsi la maniglia in avanti e la porta si aprì con uno scampanellio.

Rob alzò lo sguardo dal suo lavoro ed incontrò i miei occhi. Riportò subito i suoi sulla margherite e finì la composizione in un battibaleno, le sue dita impacciate mancarono il nastro più di una volta.

Lo diede al ragazzo e si fece pagare, mettendo via i soldi all'interno dello scomparto sotto la cassa.

Quando il ragazzo andò via, il negozio fu vuoto. C'eravamo solo io, Rob e una distesa di fiori colorati.

Mi avvicinai al bancone, il giubbotto di pelle che mi sfiorava i fianchi ad ogni passo.

«C-ciao», mormorò Rob. Una cosa che adoravo era la sua goffaggine. Era una cosa che faceva solo con me, avevo notato. Con gli altri, non aveva grandi problemi. Era più disinvolto e addirittura faceva qualche battuta.

«Cosa ci fai qui?», chiese, indietreggiando intimorito dietro al bancone.

«Secondo te?», sollevai un sopracciglio e gli rivolsi un sorriso malizioso. «Sono venuto a comprare dei fiori». Feci scorrere un dito lungo il bordo di legno del piano di lavoro.

«Che cosa desideri?», domandò Rob.

«Delle orchidee», dissi.

Avevo capito subito che era suo il biglietto con la scritta "orchid". Solo lui poteva averlo scritto tra tutti noi: Blade non conosceva nemmeno il nome di un solo fiore, lo stesso si poteva dire di Joel, che quando li comprava per una delle sue tante conquiste andava sul sicuro con le classiche rose rosse.

«Colore?»

«Che colori ci sono?»

Rob sospirò e uscì da dietro il bancone. Vidi che portava dei jeans blu scuro larghi e un maglioncino viola con lo scollo a V.

«Seguimi»,

Lo seguii dall'altra parte del negozio, dove una ventina di orchidee riposavano indisturbate. C'erano orchidee viola, fucsia, bianche e persino blu.

How to love Phoenix Kant [Trilogia How To #2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora