1. L'inaugurazione del Café Mew Mew

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Quando la sveglia annunciò le 10 del mattino di domenica 3 giugno, Ichigo si svegliò di soprassalto. Stava facendo un bellissimo sogno dove Aoyama, dopo averla salvata dalle grinfie di quell'antipatico ragazzo biondo del giorno prima, le dichiarava il suo amore e la portava in sella a un meraviglioso cavallo bianco, per questo, senza neanche rendersene conto, aveva posticipato ripetutamente l'allarme, finendo per ronfare fino a quell'ora con la bavetta alla bocca.

«Ѐ tardissimo!» urlò, scalciando via il lenzuolo.

Di fretta e furia la ragazza si lavò, indossò un paio di calzoncini in jeans, una canottiera a grandi righe nere e rosa fragola e, naturalmente, si acconciò i capelli con i suoi soliti codini laterali, precipitandosi giù dalle scale.

«Ben svegliata, tesoro» l'accolse sua madre, intenta ad assaggiare il brodo che stava preparando per il pranzo.

Sakura Momomiya era infatti chef in un piccolo ristorante e, spesso e volentieri, si divertiva a creare nuove ricette da inserire come piatto speciale del giorno nel menù. Naturalmente, i primi a testare i suoi manicaretti erano sempre sua figlia Ichigo e suo marito, Shintaro.
Shintaro Momomiya, invece, era un impiegato, innamoratissimo della sua famiglia.

«Dormigliona come sempre, eh?» la ammonì infatti con un tono bonario, sventolandole il piumino con cui stava spolverando i mobili.
Ma Ichigo non diede retta né all'una né all'altro, presa com'era dalla fretta.

«Tesoro, non fai colazione?»
«No, mamma! Sono in super ritardo! Vado all'inaugurazione di un café» aggiunse subito, visto quanto sua madre ci teneva affinché consumasse regolarmente i pasti «Mangerò lì qualcosa! Torno più tardi! Vi voglio bene!»
«Ma... e il brodo?»
«Non preoccuparti, ho un piano!» esclamò chiudendosi la porta alle spalle e lasciando i suoi genitori con aria perplessa: «Un piano?»

***

Ichigo fece appello all'esperienza di tutte le volte in cui era arrivata in ritardo a scuola e si mise a correre a perdifiato, e quando arrivò nei pressi del parco credeva di aver lasciato la sua anima qualche isolato più indietro.
Per fortuna l'inaugurazione era iniziata da poco e poté constatare estasiata che nel giardino esterno del café erano stati allestiti alcuni tavoli imbanditi con brocche di tè freddo e diversi assaggi di macaron e tartine alla frutta e al cioccolato, mentre all'interno un affascinante ragazzo con dei lunghi capelli castani raccolti in una coda si aggirava tra i tavolini dove avevano preso posto i clienti più fortunati, chiedendo loro cosa volessero dal menu.

C'erano molte coppiette, ma soprattutto gruppi di ragazze, attirate dal profumo dei dolci e dal ragazzo dai modi gentili. Non sembrava che, oltre a lui, ci fosse qualcun altro a occuparsi del café, quindi Ichigo dedusse che doveva trattarsi del proprietario, perciò si diresse verso di lui, decisa a proporsi come cameriera part-time, ma, nel tragitto, urtò un ragazzo.

«Uh! Mi scusi! Mi perdoni!» iniziò inchinandosi profondamente per la sua sbadataggine.

«Ma guarda un po' chi è venuta! La guardona!»

A quelle parole Ichigo alzò lo sguardo ritrovandosi di fronte al ragazzo biondo del giorno prima.

«Tu!» esclamò arrossendo vistosamente «Come ti permetti, pervertito? Sei venuto a guardare le cameriere? Mi dispiace, ma sembra che non ce ne siano!»
Il suo tono di voce fu un po' più alto del solito e le persone attorno a loro si voltarono a guardarli, mettendo in imbarazzo il liceale: «Guarda che non sono un pervertito!» si giustificò lui, visibilmente irritato, «Io sono...»

Ma non finì la frase perché un urlo li fece voltare entrambi: «AAH!! Ma quella è la famosa Zakuro Fujiwara, la modella!»

D'un tratto la folla si dileguò per andare ad attorniare la giovane ed elegante modella, e quando Ichigo si voltò per continuare la discussione con quel ragazzo antipatico, si accorse che anche lui si era dileguato.

Tokyo Mew Mew - RebootDove le storie prendono vita. Scoprilo ora