18. La storia di Purin

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«Accidenti! Maledette Mew Mew!» piagnucolò Tart, di ritorno nell'astronave insieme a Quiche e Pie «Se solo non mi avessero preso alla sprovvista, gliel'avrei fatta vedere io!»

Il giovane alieno non faceva altro che sbuffare e lamentarsi aspettando che i suoi compagni gli dessero appoggio, ma questo non sembrava arrivare. Dal canto loro, Pie e Quiche sapevano benissimo che Tart era ancora un ragazzino immaturo e che il suo lagnarsi era dovuto al fatto che era stato messo in ridicolo da Mew Leaf. Infatti, mentre Pie aveva dato del filo da torcere alle Mew Mew col Chimero Medusa, ripiegando solo per essersi trovato in minoranza numerica, e Quiche era stato accecato da Mew Light dopo uno scontro testa a testa, Tart era stato l'unico dei tre che non solo era stato messo fuori gioco in un attimo dalla sua avversaria, Mew Leaf, ma lei l'aveva preso pure in giro, perciò adesso stava cercando di farsi forte e grande agli occhi degli altri, dando la colpa a un imprevisto, ma la verità era che quella sconfitta gli bruciava parecchio.

«Ero pronto con i miei nunchako! E se solo non mi avesse colpito alle spalle col suo attacco scorretto, gliel'avrei fatta vedere io a quella Mew Leaf!» continuò Tart, ma visto che né Pie, né Quiche sembravano prenderlo in considerazione per dargli ragione, si spazientì: «Non appena Deep Blue ci darà un altro segno...»

Ma non fece in tempo a finire la frase perché Quiche scattò all'improvviso afferrandolo per il colletto con uno sguardo furioso: «Non pronunciare più quel nome!» sillabò a denti stretti.

«Che c'è? Hai forse paura di lui?» lo sfidò Tart sostenendo il suo sguardo «Sai benissimo che siamo qui perché avevamo finalmente captato la sua presenza...»

«Si, ma adesso non si è fatto sentire più!» sbottò Quiche «Ѐ stata solo un'illusione! Un errore! Deep Blue è solo una leggenda!»

«Non è vero! Non è vero!» gli gridò di rimando Tart.

«Togliti di mezzo! Non sei altro che un moccioso immaturo!» lo lasciò andare Quiche in maniera brusca, mentre Pie, fermatosi per un attimo a osservare la loro lite, tornò sui suoi calcoli.

«Ve la farò vedere io!» li minacciò Tart, uscendo via di corsa dalla stanza.

***

Erano passati già tre giorni da quella disastrosa gita al Tokyo Sunshine Resort, dove Ichigo aveva scoperto suo malgrado che il DNA del Gatto Selvatico di Iriomote si era mescolato talmente tanto con il suo che aveva finito per influenzare il suo corpo, quindi ogni qualvolta che provava un'emozione molto forte finiva per trasformarsi completamente in una gattina nera. Questo di conseguenza la costringeva a sforzarsi di bloccare qualsiasi sentimento o emozione sul nascere, il che era innaturale, soprattutto per lei, dal momento che era innamorata di una persona e che per colpa di Shirogane non si sarebbe mai potuta dichiarare!

Esatto, era tutta colpa di Shirogane!

Per questo motivo, erano già tre giorni che Ichigo non si faceva vedere al Café Mew Mew e non aveva dato spiegazioni a nessuna delle sue amiche. Aveva bisogno di avere del tempo per sé stessa, per riflettere, ma soprattutto non voleva vedere quell'antipatico!

«Ichigo, tesoro! Puoi venire un attimo?» la chiamò suo padre dal piano di sotto.

«Scendo subito papà!» rispose lei, anche se, dopo essersi preparata abbastanza in fretta, indugiò per un attimo sul campanellino che le aveva regalato Aoyama.
Se finora era stata restia nell'indossarlo, adesso non aveva più alcun dubbio: lo avrebbe tenuto sempre con sé!
Perciò, dopo essersi legata il campanellino al collo, si diresse al piano di sotto, dove quello che vide fu un vero e proprio disastro: pezzi di impasto che volavano via dall'impastatrice impazzita, un fumo sospetto che si levava dalla pentola borbottante sul fuoco, Shintaro che correva su e giù per la cucina.

Tokyo Mew Mew - RebootDove le storie prendono vita. Scoprilo ora