NOME DELLA CANZONE- Embodiment Of A True Hero
Da quella cinerea coltre di fumo era ricomparso l'unico a Princìpia a essere in grado di fronteggiare il capo dei dieci Corvini. Dopo essersi posto a circa dieci metri dal quel manto oscuro, Il Cavaliere estrasse dalla fodera, la sua spada a spirale donatagli dalla Voce Superiore.
Nubius non poteva credere ai suoi occhi, se mai li dovesse avere. La sua nemesi era tornata, e stava per soffiargli l'obiettivo impostogli dal suo signore, grazie a un vile complemento di causa efficiente.
Il Corvino, come tutte le creature nate dal sangue, pur sembrasse apatico e amorfo quando combatteva, portava il fardello di avere delle emozioni; ma le emozioni che le sue nere vesti stavano per percepire erano un qualcosa che Nubius non aveva mai provato prima.
Un oscuro odio, un'inestinguibile ira e soprattutto una struggente invidia stavano portando quel nobile guerriero alla follia.
La sua vista si faceva offuscata, sembrava non ce la potesse fare più, però non poteva mollare. Un'altra perdita d'onore e di regalità avrebbero portato la sua spada ,e poi lui ad essere divorati dalle tenebre più penetranti. Così l'oscuro cavaliere senza macchia si ritrovò non con qualche macchia addosso, ma con una discarica che lo sovrastava mentre l'unico residuo di purezza sulla punta della sua spada si faceva sempre più fioco.
Dopo svariate occhiate, e movimenti circolari che andavano a formare un perfetto ellisse, i due guerrieri scattarono l'uno contro l'altro. Lo schiocco che emisero quelle contrapposte spade fu così forte da far quasi aprire i Grandi Occhi Celesti in pieno pomeriggio. Ognuno spingeva la spada verso l'altro, con entrambe le mani strette all'elsa.
Questo duello ravvicinato cessò dopo che Il Cavaliere riuscì a far arretrare un sempre più consumato Nubius. L'Invocato Dell'Acqua gli aveva tolto la guardia, ed ora che l'esausto Corvino era scoperto, poteva finirlo. Proprio come quando aveva messo piede per la prima volta sulla sporadica erba del Regno Dei Principi. Caricò al massimo il suo benedetto gladio, e mirò nel cimiero del barcollante guerriero oscuro.
Le acque erano pronte a scatenarsi come un tempo. Dalla spada dell'Ultimo Degli Ultimi partì una vampata cristallina. Nubius, che era a terra poggiato su un ginocchio, proprio quando quel limpido calore stava per concluderlo, emise un bagliore aureo che lo fece svanire.
Dopo Questa lampata si ritrovò dietro al Cavaliere, e proprio quando stava per pugnalarlo con la sua spada pregna d'ombra, L'Ultimo Degli Ultimi riuscì a pararsi girandosi di scatto e sostenendo il gladio in orizzontale.
Nubius si trovava ora in una posizione di vantaggio, e con la sua incessante collera spingeva la sua lama contro quella del Cavaliere, la quale stava quasi per tagliarli il pollice sinistro a causa della forza impressa dal Corvino. Mentre i due si davano battaglia, il Dio Della Terra che giaceva esanime su quelle toste sabbie si rialzò.
Quando si eresse, col suo ultimo sforzo emanò il suo ultimo ruggito per poi ricadere a terra. Strillò così forte che il cielo si spaccò a metà. Esso però non provava emozioni o percepiva dolore, gli unici che in quel momento sentirono come venir disintegrato il loro udito, furono i due cavalieri.
Dalle orecchie di uno fuoriusciva acqua, dall'elmo dell'altro fuoriusciva sangue. Nubius, frastornato, si staccò dal sottomesso Cavaliere, e straziato cadde a terra. Con le sue ultime forze il Corvino si alzò dolorante ed agonizzato.
Guardò quello spettacolo infernale che lo circondava e vide che l'unico ancora in piedi era lui, visto che anche il Cavaliere non resse il grottesco urlo del Dio Tellurico. Poi, il suo notturno volto si girò verso il suo oscuro flagello.
Come se volesse pregare, Nubius si chinò e porse la sua corrotta spada, come un dono, verso quel cielo variopinto da colori accesi.
"Mio unico signore Rèoro, il tuo miglior servitore, nonché tuo sovrintendente, ti invoca. Da al mio flagello mortale un'ultima energia per riporre al suo posto, una volta per tutte, questa orrenda ed eretica creatura cristallina!"
Passarono diversi attimi, finché un raggio aureo che schiarì per un istante quell'opaco cielo, si scagliò sulla lama della più fedele creatura del reo d'oro.
La spada di Nubius non brillava così tanto da innumerevoli lustri.
Questa era l'energia donata da Rèoro alla sua più fedele creatura generata dal sangue; ciò permise al Corvino di lanciare un fendente aureo verso il corpo del Cavaliere che giaceva a terra.
Quando lo urtò, L'Ultimo Degli Ultimi scomparve come della neve arsa dal fuoco.
Il conto adesso era regolato, e da Corvino fedele, Nubius poteva finalmente esaudire il comando impostogli dal Dio Dell'Oro: parlare con lo spirito del Dio Tellurico.
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Le Cronache Scarlatte - Il Cavaliere
FantasyIn un mondo dominato dal più profondo blu del Mare, gigantesche e abominevoli Creature Marine dalle esecrabili fattezze vagavano dandosi battaglia. L'unico colore presente era il blu, che rendeva il tutto apatico e monotono. In quel mondo non v'era...