3. Prefazione: La Creazione Scarlatta

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Non appena la Dea Dell'Acqua venne pietrificata dagli occhi violacei del Dio Dell'Oro, tutta l'acqua di Princìpia, come se lo volesse un'entità superiore, mutò in una sostanza vermiglia, che se messa in un recipiente di buona capienza tendeva ad assumere anche un colore cupo.

Da questa essenza rubra iniziarono ad uscire gattonando, come dei neonati, delle sofferenti figure massicce, che gridavano e si contorcevano. Iniziarono a crescere e ad irrobustirsi: vennero fuori delle creature alte almeno tre metri, con un grande fisico composto da possenti braccia e gambe, una testa dura e lievemente spigolosa, due grandi orecchie acute ed un viso schiacciato adornato da due piccoli occhi bigi privi di iride, un rilevante naso adunco e da una bocca con due zanne verticali, che sporgevano ai lati delle loro secche labbra.

Queste tarchiate creature verranno conosciute in seguito come giganti.

Mentre Rèoro e le sue truppe osservavano scioccati quella micidiale trasformazione, dopo quei giganti, che ancora gridavano di dolore, dalla sostanza rossa si elevarono, senza alcun problema, degli individui di bassa statura. Essi verranno conosciuti come nani.

Non superavano il metro d'altezza, e sul loro piccolo corpo era posata una grossa testa liscia, accerchiata per metà da una folta barba bianca, che partiva da appena sotto le loro piccole orecchie. Altrettanto piccino era il naso, affiancato a destra e a sinistra da due grossi occhi, o verdi o arancioni.

Mentre i nani guardavano quel crudele mondo messo a soqquadro che li aveva accolti, quella strana piaga continuava a sfornare creature: prima delle arcigne e forzute creature con affilati denti, poi delle creature svelte ed agili, con orecchie appuntite e vispi occhi candidi. Queste figure non così affini saranno conosciute come orchi e elfi.

E mentre questi ultimi iniziavano già a lanciarsi sguardi minacciosi, da tutti i fiumi di Princìpia vennero sprigionati animali di ogni tipo, vampiri, draghi, viverne, creature innestate e Corvini. Dopo questa ricca "prole" tutto iniziò a placarsi, finché dal terreno iniziarono ad arrivare scosse e terremoti e come geyser, la sostanza scarlatta iniziò ad eruttare.

Quasi tutti gli abitanti del regno vennero bagnati, chi più chi meno, dalla sostanza rossa. Questo sfogo, però, e forse per fortuna, diede origine agli umani.

Essi furono coloro che avevano la giusta dose di qualità e i difetti delle altre creature, e forse per questo, non erano visti di buon occhio da nessuno.

Quella sostanza vermiglia che aveva dato spettacolo in tutta La Stella A Quattro Punte non era nient'altro che sangue, il quale scorreva in tutte le creature che esso aveva dato alla luce, e sostituì l'acqua in tutte le zone del regno.

Da allora un principio era stato totalmente eliminato da Princìpia, e se per molte zone dell'isola prevalevano l'azzurro cristallino e il verde smeraldo, ora vi era solo distruzione, che sembrava avesse un colore rosso scarlatto.

Cento anni dopo la Guerra Dell'Evaporazione, sulla punta a nord-ovest della Terra Dei Princìpi, nell'unico luogo ove c'era ancora un lieve strascico di quella ormai dispersa sostanza chiara e limpida, dagli occhi della statua della Dea Cristallina, rimasta pietrificata con le mani in preghiera e il volto chinato, iniziarono a cadere gocce, gocce che non si fermavano più.

Scendevano imperterrite come lacrime, come se la Dea stesse compiendo un tentativo di rinascita.

Quel pianto illusorio cessò quando dalla pozza che si era creata, si conformò uno degli ormai scomparsi guerrieri d'acqua.

Egli però giaceva esanime sul terreno, fino a che non udì una voce superiore chiamarlo: "Alzati! Ultima mia fonte di speranza! Alzati! Tu, che hai avuto la forza di risvegliarti dalla perduta acqua! Alzati! Mio ultimo cavaliere!"

Le Cronache Scarlatte - Il CavaliereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora