43. Scarlatta

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Nome della canzone: The Envolving Falcon

*E' consigliabile far partire la melodia quando è richiesto*

Mentre era avvolto dalle margherite i suoi occhi si soffermarono sul contrastante albero che faceva da fulcro in quel chiostro naturale. 

La bufera, nel frattempo, s'era placata.

Era d'una bellezza sublime: di fatto gli ricordava la sua amata Reveneria. 

Non era assai alto, era perlopiù compatto e largo. Si vedevano allignate nel terreno quattro delle sue grandi radici; le quali, viste dall'alto, attingevano alla forma di Princìpia. Quelle grosse radici erano collegate a un ancor più adamantino tronco, il quale, con la sua imponente circonferenza, dava all'albero un aspetto maestoso e riverente.

Quell'albero era l'unico nel regno ad avere una chioma. 

Era pittata da pletore di fiori e foglie rosse e bianche. Rubicondi come le guance della mezza vampira; candidi come la sua spada e i suoi capelli. 

Dall'imperioso 'capo' di quella illibata pianta rifulgeva una luce erubescente che lo cingeva per intero. 

Roselius, ammaliato dalla visione di quella meraviglia vegetale, iniziò a guatarlo con pertinacia. 

Pian piano gli s'avvicinò, calpestando la fiumana di margherite con gli appuntiti speroni dei suoi stivali. Man mano che s'appropinquava il Corvino iniziò a veder incisa una 'X' sulla corteccia dell'albero. Da essa pareva fuoriuscisse una fioca luce bianca.

Avvicinò la mano a quel lucore, quasi come se ne fosse attirato, quasi come se sapesse che in quel ricettacolo c'era la sua amata Reveneria. 

Proprio quando era vicinissimo, venne interrotto dal rumore dello scalpiccio d'un paio di zoccoli e da dei nitriti ovattati provenire dalla selva che anzitempo aveva varcato.

"Nubius, sei tu?!" esclamò a gran voce il Corvino, sapendo che solo suo fratello a Princìpia disponeva di un cavallo.

Distolse la sua attenzione dalla pianta, che stava emanando una luce sempre più scarlatta, e si diresse verso il rumore. 

"Fratello, fatti vedere. M'ha fatto piacere questa tua sorpresa!" disse Roselius savio. "A Brezza Albina manca assai poco, sei qui per farmi compagnia?"

Nessuna risposta. "Mi rispondi o no?!" continuava il Prigioniero della Perfezione. 

Passò qualche secondo; Roselius continuava a guardarsi intorno, ma l'unica cosa che vedeva erano i rami degli alberi che cricchiavano per via del vento. 

Ad un certo punto, proprio dal labirinto di rami, venne sopraffatto da una vampata d'acqua che gli sfiorò il becco. 

"Ho...ho visto bene?" disse mesto ed egro fra sé e sé. Ed ecco che di gran carriera dagli infausti tronchi comparve Bufera, con in groppa il Cavaliere che si dirigeva a spada tratta verso il Corvino Rosso. 

"Tu!" disse Roselius infuriato, "Maledetto Cavaliere!"

Il Corvino, colmo di collera, avvolse la sua spada con del fuoco nero, e ardito si diresse contro la corsa inarrestabile di Bufera. 

Il Cavaliere provò a colpirlo con un fendente, Roselius, però, si difese prontamente con la sua rossa spada avvolta dal fuoco, generando un forte clangore che sarebbe riuscito a smuovere perfino l'Aria.

"Pensavi di fregarmi allo stesso modo in cui hai sorpreso mio fratello eh?!" esclamò iracondo. "Beh, adesso ho un'altra missione: vendicarlo! Preparati, lurido Cavallone!"

Ecco che il Corvino iniziò a far roteare la sua spada verso il cielo, che s'iniziava a cospargere di stelle, con dei movimenti alacri. 

Delle fiamme nere iniziarono a generarsi e prontamente il guerriero le scagliò contro l'Ultimo degli Ultimi, il quale stava sterzando con Bufera per rimetterlo dirimpetto al suo nemico e ricaricarlo: venne quindi preso alla sprovvista. Nonostante ciò, l'agilità del suo cavallo gli permisero di evitare quelle oscure fiamme che strinavano le margherite che facevano da tappeto all'intero campo di battaglia. 

Le Cronache Scarlatte - Il CavaliereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora