14. L'Iraconda Reveneria

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Roselius uscito dall'arena, che come di consueto faceva scempio dei corpi morti degli sfidanti sbeffeggiandoli e fischiandoli dagli spalti, posò con delicatezza la sua afflitta ed incantevole zavorra a terra.

"Come ti chiami mia dolce fanciulla dai capelli innevati?" Disse il Corvino rosso dopo essersi accovacciato ed averle preso il mento con dolcezza.

"Reveneria... Reveneria di Brezza Albina..." Rispose la ragazza con una flebile voce.

"Vedendo i tuoi candidi capelli l'avrei dovuto immaginare."

Reveneria mentre sanguinava dal naso farneticò:" Uccidimi dannato Corvino... Uccidimi! Che cosa aspetti?! La mia vita non ha più un senso...
perché non m'hai finita?!"

"E come avrei potuto uccidere una guerriera così bella? Mi ricapitasse questo giorno venti volte, rifarei la stessa scelta per ventuno volte."

"Se a me ricapitasse, di certo non riperderei contro di te, maledetto mostro! Ti aprirei in due quell'armatura e ci sputerei dentro!"

"Vedo che non conosci la fisionomia dei Corvini..."

"Tu mi hai rovinato la vita lo capisci!?"

"No, io ti ho salvata. Se al posto mio ci fosse stato un altro dei miei fratelli, ti avrebbe uccisa senza ritegno."

"Ora che mi hai salvata che cosa farai di me? Sarò la tua ancella, la tua coppiera o la tua schiava sessuale?!"

"Sarebbe stato meglio ucciderti se avessi pensato a farti ciò che hai proferito. No comunque.

Ora ti riporterò nella capitale dell'indipendente e freddo sud-est, da li potrai ricominciare una nuova vita, dato che se qualcuno dovesse vederti ancora in vita dopo la tua 'morte' al festival e lo andasse a dire a Rèoro, di me resterebbe solo una statua... su quelle montagne la tua gente lo ripudia, li sarai al sicuro."

"Sappi che se per tua sfortuna, un giorno dovessi rivedermi, diverrai solo cenere e sangue. stessa cosa farò con i tuoi fratelli... Estirperò la vostra immortale razza da questa schifosa isola con la mia spada d'avorio e poi se non mi sentirò del tutto appagata, ucciderò anche quel traditore che siede su quel dannato trono dorato!"

"Non sei una Dea, Reveneria. Rimarrai sempre e solo la bella Reveneria di Brezza Albina."

Dopo queste parole, Roselius, con un arcano potere proveniente dal suo unico flagello, fece scomparire la devastata mezza vampira nel nulla, lasciando come strascico solo delle particelle rosse che vagavano irregolarmente in quell'insanguinata aria.

Nell'arena mentre tutti respiravano il sangue che macchiava il campo di battaglia, Malice s'alzò dal suo soffice posto e disse:" Un grazie a tutti voi per aver reso questo festival anche quest'anno un bagno oltre che di sangue, anche di risate!

Ora mentre alcune delle mie guardie porteranno i cadaveri di questi sprovveduti ad essere impiccati nel temuto e vergognoso Cimitero Degli Illusi, che ogni anno s'ingrandisce sempre di più, vi invito a scendere con grazia dagli spalti, prima che questo crepuscolo che prelude la nostra cara notte assopente finisca e ci lasci dormire su questi affollati posti!"

Tutti uscirono dall'Arena Bronzea, e si diressero nelle loro benestanti case rameiche.

La regina vampira si congedò con Nubius, speranzosa che il destino, dopo quella fatale battaglia, le concedesse una grazia. Quest'ultimo invece, informatosi ove abitasse Roselius grazie alla reggente del deserto, si recò da lui.

Finalmente poteva comunicare al suo fidato fratello tutto quello che aveva scoperto.

La luna era appena sorta, e dinanzi la rossa porta della scarlatta e contrastante casa del Corvino Rosso, vi si trovava un Nubius sempre più preso da quelle sue sporadiche emozioni, il quale non vedeva l'ora di varcare quella soglia.

Le Cronache Scarlatte - Il CavaliereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora