1. Prefazione: Il Principio Di Princìpia

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All'origine della creazione del mondo v'era solo acqua profonda e tetra, subissata dall'umbratile tinta oscura del Blu, che nei suoi abissi vedeva protagoniste bestiali creature abominevoli darsi battaglia. Alcune erano tentacolari e viscide; altre attingevano a pelose belve antropomorfe, dotate comunque di pinne per nuotare; infine c'erano quelle belve di una siffatta mostruosità da sfuggire addirittura alla descrizione.

C'era solo un grande mare a cingerle, finché la Terra non iniziò a materializzarsi dalla più profonda Oscurità ed emerse.

A galla vennero portate numerose isole, che cambiarono il clima dell'infinito Mare ed estinsero quasi tutte le sue abominazioni. Tuttavia, solo una terra emersa non era immune alla Vita. Invero ve n'era una a forma di stella a quattro punte, che fu benedetta dall'imperscrutabile venuta di cinque potentissimi Dei.

La Dea dell'Acqua: occhi cristallini e capelli mossi come onde dal continuo muoversi delle sue opache ciocche rosse. Erano così lunghe che quasi coprivano per intero la sua candida veste.

Il Dio del Fuoco era il totale opposto della "Dea Cristallina": occhi cavi e privi di vita, marchiati solo da un fioco bagliore; due grosse corna curve e rocciose sulla testa ed un corpo costituito da magma e lava condivano il resto.

Poi vi era Il Dio della Terra, che aveva come coda un randello spinato intriso con la lava del centro della terra, due fauci gigantesche, dotate da grossi denti rocciosi e occhi spalancati con delle iridi grigie e vitree. Il resto del corpo era conformato da svariati pezzi di rocce, che andavano a dare al Dio una forma rettiliana.

Alla Dea Dell'Aria, la più fittizia, mancava quasi del tutto una forma, l'unica cosa che si poteva scorgere era il suo corpo trasparente simile ad un tornado.

L'ultimo Dio era quello dell'oro, il quale verrà conosciuto in futuro anche col nome di Rèoro.

Il suo enorme corpo era coperto da una altrettanto enorme armatura dorata.

Essa aveva degli stivali che culminavano con una forma appuntita, i bracciali erano rivestiti da più strati d'oro, che, oltre a proteggere maggiormente, conferivano una forma più regale all'armatura.

La pettorina, gonfia e fiera, era la parte più smagliante e resistente della corazza. Essa culminava con una gonna borchiata appena sopra i gambali.

L'elmo dava quell'aria tronfia e altezzosa; dal suo cimiero si potevano scorgere da un solco orizzontale due occhi spiritici: fiammeggianti e accesi, rossi all'interno e contornati da un alone di fuoco viola.

Ogni Dio creò una sua popolazione peculiare: il Dio del Fuoco e la Dea dell'Aria crearono degli spiriti traslucidi che soffiavano rispettivamente fuoco ed aria. Il Dio della Terra creò dei golem possenti e rocciosi con dei fiori di diverso tipo in testa.

Qualsiasi parte di terra essi calpestassero diventava rigogliosa e verdeggiante, erano però incapaci di stare in acqua. La Dea dell'Acqua creò delle figure basse e gelatinose, figure simili a coloro che si sarebbero chiamati in futuro Cavalieri.

Per proteggere il loro fragile corpo la Dea Cristallina conferì loro armature ed elmi, create direttamente dalle ciocche dei suoi lunghi capelli. Infine Rèoro creò dei potentissimi combattenti a sua immagine e somiglianza, e conferì loro potentissime spade ed asce dorate.

Dopo aver creato le rispettive popolazioni, gli dei si spartirono le zone dell'isola: a nord-ovest la Dea dell'Acqua, a nord-est il Dio del Fuoco, a sud-ovest il Dio della Terra, a sud-est la Dea dell'Aria. Infine il Dio dell'Oro si stanziò nel centro della stella, secluso sulle più ripide montagne.

Tutti e cinque parlavano la stessa lingua: ciò permise loro di decidere un nome per quell'ormai regno che si era formato. Dato che erano il principio di tutto, decisero di chiamare quella stella a quattro punte Princìpia.

Le Cronache Scarlatte - Il CavaliereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora