4 CAPITOLO

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Dopo un tempo indefinito e aver pianto come una bambina, decise che avrebbe dovuto tornare in spiaggia. "Lui" era stato chiaro anche sul fatto che non avrebbe dovuto stare da sola, era lì per una vacanza di gruppo e non voleva attirare ancora le sue ire, le faceva davvero paura, soprattutto ora che conosceva la verità sui suoi pensieri e sul fan meeting.

Si fece pomeriggio, Jin cercò di stare più lontana possibile dall'acqua, ma non ci riuscì fino in fondo. Alcune delle ragazze, le più carine e simpatiche con cui era riuscita a scambiare qualche parola, la pregarono di giocare con loro, e non poté non accettare; anche Chan insististette abbracciandola ripetutamente, facendo in modo che gli altri ricordassero che ne aveva l'esclusiva. Nonostante ciò, ogni suo movimento sembrò essere sotto lo sguardo attento e scrutatore di colui che le aveva appena dichiarato guerra. L'unica sua consolazione fu proprio quell'amico che era sempre presente e che non le faceva mai mancare la protezione che cercava, perché alla fine riuscì a fare solo quello. Più Baek continuava a fissarla in modo tremendo, più lei si rifugiava nelle braccia di quell'unica persona che sapeva avrebbe potuto darle man forte. Ad un certo punto del gioco però, qualcuno lanciò la palla e fu proprio il suo turno di dover scappare e tirare. I ragazzi sembrarono infiammarsi al solo pensiero di rincorrerla. Ripensò alle parole della mattina di Chan, del fatto che anche gli altri avrebbero avuto mire su di lei e così corse come una disperata nella speranza di non farsi toccare, ma non andò come pensava.

Tutto accadde proprio nel momento in cui Chan stesso si allontanò per andare a prendere da bere. Jin si ritrovò a scappare fino in acqua, senza volerlo, senza rendersene conto e si vide seguita da alcune ragazze che iniziarono a spintonarla per prenderle la palla. Vide Jun e Sung-ho ridere, avvicinarsi sempre di più, e urlò cercando di evitarli. Quello che per gli altri era una caccia, un gioco, per lei diventò altro.

Fu tutto così veloce che non si accorse neppure di essersi immersa fino alla vita. Jun la raggiunse ridendo. Le prese la palla dalle mani e la lanciò indietro al suo compagno per poi tornare su di lei. La sollevò dai fianchi, stringendola divertito. Jin sbarrò gli occhi quando capì ciò che voleva fare e non fece in tempo a fermarlo. Il ragazzo la lanciò in acqua lontano dal punto in cui era, dove riusciva a toccare e, appena fu sommersa dall'acqua, si sentì persa. Le mancò l'aria all'istante. La paura prese il sopravvento e boccheggiando cercò di muoversi, di muovere le gambe, ma era come bloccata. Quasi con disperazione riuscì poi a risalire e prendere aria ma tornò nuovamente sotto, e poi senza sapere più cosa fare, come fare, si lasciò andare a sé stessa, chiuse gli occhi. Non aveva mai imparato a nuotare e scoprì terrorizzata che avvicinarsi all'acqua era stato un errore che avrebbe ricordato. Sentì i polmoni fare male, si sentì ancora più persa mentre il suo corpo scivolava giù e continuò a tenere gli occhi chiusi rassegnata, fino a che sentì due mani stringerla forte e tirarla su.

La luce forte del sole, l'acqua salata nella gola e la paura le impedirono di riaprirli quando sentì di poter respirare di nuovo. Tossendo si aggrappò a ciò che la teneva stretta, si aggrappò con tutte le sue forze riprendendo pian piano a respirare, e quando riuscì a focalizzare la persona che l'aveva aiutata, rimase a guardarla con le lacrime agli occhi. Baek la fissò mentre cercava di muoversi per tenere a galla entrambi, mentre gli altri urlavano dalla riva per sapere se andasse tutto bene. Lo vide voltarsi e fare segno col braccio e poi tornò a fissare lei. <<Va tutto bene, Jin, respira!>> Le sussurro roco, respirando anche lui a fatica. Poi riprese a guardarla negli occhi. <<Come ti è saltato in mente di entrare in acqua se non sai nuotare?>> Le chiese quasi irritato. Tremò fra le sue braccia così forte che lui lo percepì all'istante e la strinse di più, il suo sguardo si addolcì. Cercando di regolare il respiro e di smettere di tremare Jin lo strinse di più e lui fece lo stesso, la cullò fino a farla calmare, fino a che sentì il suo minuscolo corpo rilassarsi. <<Tranquilla, ci sono io adesso!>> Le sussurrò ancora piano, e Jin si appoggiò, abbracciandolo, stringendosi al suo collo, appoggiando il capo sulla sua spalla e tutto ciò che sentì, fu lui che le accarezzava la schiena parlandole in modo calmo. Sussurrò come se stesse cantando e capì che era proprio ciò che stava facendo. Cantò per qualche minuto che sembrò eterno e pian piano la riportò a riva.

PROMISEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora