12. Il Festival Della Lama

82 6 0
                                    

Il prigioniero della perfezione uscì dal castello della regina vampira contento per via delle innumerevoli battaglie "rincuoranti" a cui stava per assistere, e ovviamente, per ricongiungersi a suo fratello Roselius.

L'Arena Bronzea, da quarant'anni a questa parte, ogni anno dava spettacolo con il suo "Festival Della Lama", il quale consisteva nel far combattere all'interno del campo di battaglia svariati guerrieri in un tutti contro tutti.

L'ultimo a rimanere in piedi era decretato il vincitore, e come compenso avrebbe avuto un vagone talmente pieno d'oro, che avrebbe permesso a chiunque di comprare una fra le più belle case della Capitale Dorata.

Questo però, avveniva solo se anche l'ospite speciale sarebbe caduto a terra senza vita.

Questo invitato peculiare era ogni anno eletto tra i più abili guerrieri del regno, e il suo principale obiettivo era quello di far divertire al massimo gli spettatori con i suoi colpi falcianti.

Quest'anno toccava proprio a Roselius. Era solamente la terza volta nella storia di Rupestride che un Corvino veniva scelto come "Giullare Della Carneficina", questo perché si evitava di rendere lo spettacolo scontato e noioso agli spettatori.

Malice però, convocò Roselius proprio perché ogni volta che un Corvino veniva chiamato a fare il Giullare Della Carneficina, dopo poco tempo, le succedeva sempre qualcosa di estremamente piacevole o spiacevole.

La prima volta questo mistico evento l'aveva portata a sposarsi con Rèoro; la seconda volta però, successe l'inverso: Il Dio Dell'Oro la lasciò per via di un suo presunto tradimento.

Quest'anno quindi, la depensante Malice volle ricorrere quel rischio che le mancava da ormai vent'anni, e sperare che I Grandi Occhi le mandassero un nuovo bramato amore.

Gli spalti della lucente arena brulicavano di creature che avevano pagato le casse di Rupestride solo per vedere del sangue fuoriuscire da qualche povero sventurato o sventurata.

Come ogni anno tutti e quattro gli anelli della struttura erano pieni, e stranamente anche accanto alla regina dopo tanto tempo vi si sarebbe seduto qualcuno: Nubius, che non vedeva l'ora di rivedere suo fratello all'opera.

Tutto era pronto in quell'ellisse rossiccio posto al centro del "Gioiello Del Deserto", mancava solamente Malice, che arrivò mentre si godeva un calice di vino sanguinario.

Arrivata al suo posto scortata da due guardie, si sedette vicino al Corvino. Messasi comoda, si girò verso il Corvino e gli fece, per poi girarsi subito, un sorriso scomposto che preludeva quanto la vampira fosse in ansia per il suo futuro.

Dal più alto dei posti la regina si alzò e disse:

"Miei cari sudditi, come ogni anno per questa controversa riunione siete giunti in centinaia!

Sono quasi cinque lustri che il mio bel visino pallido assiste al Festival Della Lama da governante, e per vostra fortuna non si è mai annoiato!

Spero quindi che anche oggi, in questo calorifero pomeriggio che di sovente accalora le nostre teste, schizzi sangue da ognuno degli sfidanti!"

La folla entusiasta sia per le parole della loro amata regina e sia per l'imminente inizio del festival, acclamò a gran voce.

"Vi prego di chetare le vostre corde vocali, vampiri, nani, umani, nobili e ricchi! Fatemi presentare il giullare della carneficina di questa edizione! Roselius! Il Corvino rosso!"

Il nero cancello borchiato dell'Arena Bronzea s'elevò,

e da esso arrivò con una camminata fiera e soddisfatta, classica di un Corvino, un guerriero che a differenza di come preannunciato da Malice, di rosso aveva ben poco, ma quel rosso era la prima cosa che si scorgeva guardando la sua armatura.

L'unica cosa pigmentata dal colore della disgrazia posseduto da Roselius era un nastro rosso, che a mò di tendone era collegato con le spalliere. A differenza del fratello questo prigioniero della perfezione aveva un'armatura assai meno nera, sempre però cupa e fittizia.

I suoi gambali erano la parte più candida della corazza; svariate striature laterali le davano quel tocco di autorevolezza in più. Essi erano uniti con gli stivali, che culminavano con un arrotondamento per dare più spazio ai piedi.

La sua pettorina iniziava già a farsi più fioca e a tendere verso il nero. Due cateti di un triangolo isoscele a cui mancava l'ipotenusa andavano a dividere il petto dall'addome formando una scurissima linea che marcava bene i "confini" del davanti dell'armatura. Regali motivi floreali ornavano entrambe le parti delineate dai due angoli.

I bracciali erano la parte più nera insieme al solco del suo cimiero; partivano da entrambe le due massicce spalliere ,ornate da diverse linee d'oro sulle quali vi erano a intermittenza dei piccoli cerchi, per poi proseguire e culminarsi con degli appuntiti guanti affilati come le zampe d'un corvo.

L'emblematico elmo di quel fastoso Corvino, era quello che forse ammiccava di più fra tutti gli altri prigionieri della perfezione al becco d'un corvo.

La parte inferiore, più abbassata verso il mento, era contornata da continue argentate ali stilizzate.

Queste ultime aprivano anche alla parte superiore, quella che al suo apice si concludeva proprio con un becco corvino.

Testa e collo di Roselius erano contornate da una pelliccia che attingeva a delle piume nere; proseguivano quasi per tutta la schiena, quasi da formare un manto piumato.

Si diceva che anche la sua velata testa fosse composta da piume, o che avesse addirittura la forma di un aberrante volatile. La sua armatura però, non lo farà mai sapere a nessuno.

Acclamato dalla folla, Roselius si diresse verso il centro dell'arena mentre salutava sugli spalti coloro che volevano vederlo trionfare. Non appena il Corvino rosso giunse al centro dell'arena Malice disse:

"vedo che il nostro ospite vi sta piacendo! Vediamo se vi piaceranno anche gli sfidanti che ambiscono alla ricchezza! Guardie, fateli entrare! E alla svelta!"


Le Cronache Scarlatte - Il CavaliereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora