21.

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I due giorni a Positano sono stati i due giorni più belli della mia vita e no, non sto esagerando. È come se io e Giovanni fossimo stati in viaggio di nozze, non avevamo nient'altro a cui pensare se non a me e a lui e a stare bene insieme. Niente bar, niente allenamenti, niente social. Solo io e lui e questo ci ha uniti ancora di più.
Poi siamo tornati a Napoli e alla nostra vita di tutti i giorni e siamo tornati ai nostri lavori più carichi che mai. E ora, qualche settimana dopo, mi ritrovo qui allo stadio San Siro per Inter - Napoli, la mia prima trasferta da compagna di Giovanni. In pochi mesi la mia vita è stata stravolta e devo dire che non mi dispiace affatto.
In questo stadio enorme e per me sconosciuto mi sento un po' spaesata ma ho messo la maglia di Giovanni così se qualcuno mi riconosce in tribuna d'onore può avvicinarmi e magari possiamo farci compagnia. E così succede, infatti, poco dopo. Una ragazza dai capelli biondo cenere, lisci e lunghi e con un bambino di un paio d'anni al seguito, mi riconosce e mi avvicina. Ha anche lei una maglia del Napoli addosso ma invece del 22 sulle spalle che ho io lei ha il 20.

«Ehi, ciao! Tu sei la fidanzata del capitano, giusto?» il suo sorriso è contagioso e sembra una ragazza dolcissima.
«Ehi ciao, sì. Piacere Federica» allungo una mano verso di lei che in tutta risposta mi abbraccia.
«Piacere, io sono Laura la moglie di Piotr, il centrocampista biondo. E lui è nostro figlio, Maksymilian» mi presenta il figlioletto che è uguale a lei.
«Ah sì, certo, Piotr» annuisco e poi guardo il bambino «vostro figlio è bellissimo, complimenti» dico sincera e lei mi ringrazia.
«È la prima trasferta che fai?»
«Si e mi sento un po' spaesata» ammetto passandomi nervosamente le mani tra i capelli.
«Tranquilla ci sono io qui ora, ci sono passata anche io e conosco la sensazione. Andrà tutto bene, rilassati e goditi lo spettacolo» mi stringe la mano su una spalla e mi rassicura.
Poco dopo inizia la partita che stranamente  è abbastanza priva di emozioni. Le due squadre si studiano ma nessuna delle due affonda il colpo determinante. È come se entrambe avessero paura di rischiare di perdere e si accontentassero del pareggio. Finisce il primo tempo e io e Laura ce ne andiamo nel ristorante della tribuna d'onore. Chiacchieriamo, mi racconta di come lei e Piotr si sono conosciuti, della proposta di matrimonio che le ha fatto e poi della grande festa che hanno fatto per festeggiare il loro matrimonio. Poi mi racconta del desiderio che avevano di diventare genitori, della nascita di Maksy e di quanto siano una famiglia felice ora che il piccolino è con loro. Sono davvero carinissimi e sembrano una famiglia davvero affiatata.
«Perché una di queste sere non venite a cena da noi?» mi domanda quando ci siamo risedute in tribuna.
«Sì per me non ci sono problemi mi farebbe piacere. Devo solo organizzarmi coi turni a lavoro.»
«Lasciami il tuo numero che ci organizziamo» ci scambiamo i numeri e torniamo alla partita che finisce con uno scialbo 0-0.

Aspetto Giovanni all'uscita della zona mista della stampa e lo saluto affettuosamente quando arriva da me. Gli racconto di Laura e lui tira fuori il cellulare per chiamare qualcuno che poi capisco essere Piotr. Dopo pochi minuti mi ritrovo la famigliola polacca di fronte e ci organizziamo per andare a mangiare qualcosa insieme. Passiamo una bella serata e poi ce ne ritorniamo in albergo. Resteremo a Milano solo una notte, il nostro aereo partirà domani mattina presto.

«Ti piace Laura?»
«Sì, è molto dolce e simpatica, mi piace.»
«Qualche volta usciamo con loro allora, mi organizzo con Piotr.»
«Per me va bene ma comunque Laura ci ha già invitati a cena da loro, ci siamo scambiate i numeri di cellulare per metterci d'accordo.»
«Ah wow, avete fatto presto, mi fa piacere» mi sorride e mi tira a lui baciandomi la bocca prima di darci la buonanotte. Dopo pochi minuti è già crollato in un sonno profondo mentre io penso a questa serata che ho vissuto. Ormai sono al cento per cento nel mondo di Giovanni e non vedo l'ora di togliermi Antonio dalle scatole definitivamente per potermi vivere tutto davvero al massimo. Mi mancano pochi mesi e finalmente sarò libera, per sempre. Non vedo l'ora, davvero.

Torniamo a Napoli e ricomincia la nostra solita vita. Al bar le cose vanno benissimo, da quando Davide ha ristrutturato ha acquistato un enorme numero di nuovi clienti. Il nostro ormai è diventato un bar alla moda e Davide ha intenzione di espandersi sempre di più. Ha assunto anche un altro ragazzo, ora siamo quattro e il lavoro c'è davvero per tutti.
Lavorare al bar mi piace, è la mia passione prima che il mio lavoro, ma quando avrò finito di pagare i miei debiti ad Antonio voglio lavorare di meno. Voglio rilassarmi e godermi la vita con Giovanni e so che lui sarebbe d'accordissimo con me. Già oggi, ogni tanto, mi prendo qualche giorno di ferie per seguire Giovanni allo stadio senza farmi più tanti problemi come prima.
Stasera per esempio sono di nuovo al Maradona per una partita di Coppa Italia e in tribuna rincontro Laura che mi presenta anche altre wags, lei così ci chiama. Sono tutte molto alla mano e simpatiche e devo dire che mi trovo bene in loro compagnia.

«Allora domani sera ci siete per venire a cena da noi?» mi domanda la polacca con un sorriso splendente in viso.
«Sì domani sera ci siamo. Per che ora?»
«Sette e mezza. Vi aspettiamo, è vero Maksy?» guarda verso il figlio che ha in braccio che annuisce sorridendo come fa sua madre.
«Maksy vieni un po' con me?» allungo le mie bracci allargate verso di lui che ci si fionda in mezzo senza tentennare un attimo. Ormai io e lui abbiamo fatto amicizia e siamo già affezionati l'una all'altro. Lo porto giù di qualche scalino e gli faccio vedere i ragazzi della squadra che si allenano e poi gli do una caramella prima di tornare da sua madre. Per tutta la partita resta in braccio a me ed è un trauma a fine partita doverci dividere. Il match è finito con una nostra vittoria schiacciante e quando alla fine ci rincontriamo con Giovanni e Piotr, Maksy piange perché non vuole lasciarmi.

«Maksy ti prometto che ci vediamo domani e ti porto anche un bel regalo, va bene?»
«No, voglio zia Dede» continua a ripetere aggrappandosi al mio collo.
«Mamma e papà se ne vanno? Ti lasciano qua?» Piotr prova a spaventarlo ma lui non si fa scalfire.
«Con zia Dede e zio Gioanni» ripete e per poco la sua fermezza non mi commuove.
«Ve lo portiamo noi a casa?» propone Giovanni ma Piotr scuote la testa.
«No capitano, ti devi fare il giro della città per un capriccio? No. Maksy ora viene con me e piange un po', non fa niente» tende le sue mani verso di me e afferra il piccolino dai fianchi tirandolo delicatamente ma con discreta forza staccandolo da me.
«No, papà!! No!!» urla e inizia a piangere.
«Grazie di tutto e scusate i capricci di Maksy, stasera sta dando il meglio di sé» Laura mi saluta con due baci sulle guance e poi fa lo stesso con Giovanni.
«Ma tranquilla. Ci vediamo domani allora?»
«Sì, a domani buonanotte.»

Ci salutiamo e ce ne torniamo a casa.
«Com'è che Maksy è così affezionato a te?»
«Ma non lo so, stasera è stato per tutta la partita in braccio a me. È un bambino dolcissimo, mi ha riempita di baci e mi diceva in continuazione che mi vuole bene» racconto ancora con gli occhi che mi brillano.
«E a te fa piacere?»
«Certo, che scherzi? Lo adoro. Anche io mi sono affezionata a lui, è un amore» termino e lui annuisce.
«No è che non ti ho mai visto coi bambini e non sapevo se ti piacessero o no...»
«Dipende dal bambino, di Maksy sono innamorata.»
«Capito, mi piace il vostro rapporto e domani sarà felicissimo di rivederti.»
«Sì, non vedo l'ora» gli sorrido e scendo dall'auto quando siamo arrivati a casa.

Piano piano ogni tassello sta tornando al suo posto e sono felice di starmi costruendo una vita con Giovanni facendo anche nuove amicizie. Sono davvero felice.

Nonostante tutto | Giovanni Di LorenzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora