Giovanni è stato qui ieri e l'altro ieri dopo che per due giorni non era venuto. Da quando è stato nel mio quartiere, una decina di giorni fa, le sue visite al bar sono più veloci, massimo mezz'ora e va via. Parliamo un po', prende il caffè, scambia due chiacchiere anche con Davide e poi va via. Domani gioca fuori Napoli quindi di sicuro oggi e domani non lo vedrò e devo dire che sento già la sua mancanza. Non voglio ancora ammetterlo a me stessa ma Giovanni mi ha presa tanto, mi sto quasi convincendo a darci una vera opportunità. Solo che poi penso, come al solito, a tutti i problemi che mi porto dietro e mi passa la voglia. Non voglio complicargli la vita, ha bisogno di calma e stabilità e non so se io sono la persona adatta per questo.
«Domani la guardi la partita?» mi domanda Davide mentre sono sovrappensiero.
«Che partita?» gli chiedo curiosa. Sa che non seguo il calcio quindi non capisco il senso della sua domanda.
«Domani c'è Real Madrid - Napoli» dice con l'aria più seria che io gli abbia mai visto. «Non lo sai?»
«Non sono tifosa, lo sai.»
«Nemmeno di Giovanni?» mi chiede facendomi l'occhiolino e io sorrido in imbarazzo. L'ha capito anche lui, è chiaro.
«Per lui faccio sempre il tifo ma non guardo le partite, non ne capisco nulla.»
«Questa seguila, è importante, gli farà piacere» conclude e io annuisco.Il calcio non mi è mai interessato ma le parole di Davide mi hanno fatto riflettere. Non mi interessa il calcio ma Giovanni sì e voglio vederlo giocare. Contatto Sandra che mi dice che posso andare da lei a vedere la partita visto che suo padre è molto tifoso. Mi hanno sempre invitata ma ho sempre rifiutato perché il calcio mi annoia ma Giovanni no, lui non mi annoia quindi farò uno strappo alla regola.
Finisco il mio turno facendo anche un'ora di straordinario e poi me ne torno a casa. Sto riuscendo a racimolare un bello stipendio a fine mese ma peccato che i due terzi vadano ad Antonio per ripagare il debito. Questo mese non gli devo nulla perché i quattromila del nostro incontro bastano e avanzano ma per il mese prossimo sto già mettendo da parte un gruzzoletto.
Guido il mio scooter nel gelo di Napoli fino ad arrivare al mio quartiere e quello che vedo sotto la palazzina di casa mia mi fa mancare l'aria. Non la vedevo da prima dell'estate e vederla ora mi destabilizza e non poco.«Ciao Federì.»
«Ciao mamma. Tutto bene?» sembra in buona forma, si è ripresa dall'ultima volta che l'ho vista, ora sembra una persona normale e non uno scheletro dalla pelle e gli occhi gialli per la troppa bile prodotta dal suo fegato in preda ad overdose di alcol.
«Sto bene, non sto bevendo più, voglio smettere definitivamente» mi dice e mi scappa un sorrisetto ironico.
«Te l'avrò sentito dire una ventina di volte negli ultimi dieci anni, mamma.»
«Ora è diverso.»
«Ti stai facendo aiutare da qualcuno? Stai andando alle riunioni che ti avevo consigliato degli alcolisti anonimi?»
Sembrerà una cosa stupida ma quelle riunioni mi hanno aiutato tantissimo quando dovevo disintossicarmi.
«Non ne ho bisogno.»
«Allora io e te non abbiamo più nulla da dirci, mamma. Buona serata» infilo la chiave nella toppa del cancello che dà sulle scale interne del mio condominio ma le i mi ferma.
«Ce la posso fare da sola.»
«No mamma, hai bisogno di aiuto, devi capirlo. Quando lo capirai vorrà dire che vuoi davvero cambiare.»
«Ce la farò Federì, io ce la farò.»
«Io te lo auguro mamma ma fino ad allora, per piacere, tienimi fuori. Non voglio vederti ricadere nel vortice, sai quanto mi ha fatto male in passato» glielo dico chiaramente perché è un'adulta e deve capire.
«Lo so.»
«Ti auguro tutto il meglio. Ora salgo che devo cucinare, ok?»
«Non mi chiedi di tuo padre?»A quelle parole, vado nel panico. Mio padre è la genesi di tutti i miei problemi. Da quando ne ho memoria l'ho sempre visto ubriaco e violento con me e mia madre, ed è soprattutto colpa sua se sono scappata da casa a quindici anni e ho iniziato a fare cose sbagliate. Lui, per me, è senza speranza. Se mia madre ogni tanto ci prova a tirarsi fuori dalla merda in cui vivono, lui, no, mai. Lui non vuole cambiare, aspetta di morire di epatite o di cirrosi epatica. Prima di allora non smetterà mai di bere.
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Nonostante tutto | Giovanni Di Lorenzo
Fanfic/Per·do·nà·re/ Non tenere in considerazione il male ricevuto da altri, rinunciando a propositi di vendetta, alla punizione, a qualsiasi possibile rivalsa, e annullando in sé ogni risentimento verso l'autore dell'offesa o del danno. •Pubblicata il 16...