30.

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Sono chiusa in questa sorta di stanza dei dipendenti nel ristorante di Ada da almeno tre giorni. Per fortuna qui c'è una brandina, una finestra e un bagnetto. Ho tutto quello che mi serve e poi c'è Ada. Le ho spiegato la situazione e anche se non è d'accordo col fatto che io sia scappata mi sta aiutando come ha sempre fatto. Mi porta da mangiare, ogni tanto si siede con me e scambiamo due parole poi mi abbraccia e va via tornando al suo lavoro. Non voglio restare qui per sempre ma per un po', almeno qualche settimana. Nessuno sa di questo posto, solo Giovanni ma spero che non se lo ricordi. Ci siamo stati una volta mesi fa e spero che non pensi di cercarmi qui. Onestamente non so nemmeno se mi cercherà mai e se non lo farà lo capirò. Io non so se riuscirei a perdonare una cosa del genere, l'ho tradito, ho tradito la sua fiducia e non è una cosa da nulla. 
I giorni passano tutti uguali e ogni tanto guardo le foto che pubblica il Napoli dove c'è quasi sempre Giovanni. In qualche foto sorride coi suoi compagni, in altre è più serio. Forse ha davvero pensato di lasciarmi andare e non cercarmi più. Lo accetto ma mi sembra strano più che altro perché sono incinta di suo figlio. Meglio per me, almeno non rischio che voglia togliermelo una volta nato.

«Fede...» Ada bussa alla mia porta e io mi alzo di scatto.
«Entra Ada.»
«Ciao tesoro, c'è qualcuno che ti cerca. Non ho detto che sei qui, dimmi tu come devo comportarmi» è in evidente imbarazzo e mi dispiace averla messa in questa situazione.
«Chi mi cerca?» chiedo e lei fa un mezzo sorriso.
«Secondo te?»
«Giovanni?»
«Mhmh» muove leggermente la testa e il mio cuore inizia a correre all'impazzata. «Che gli devo dire?» inclina la testa e aspetta una mia risposta.
«È arrabbiato?»
«Mi sembra solo molto stanco, non direi che è arrabbiato.»

Gli sto distruggendo la vita e non ne può più di me, forse è venuto a dirmi questo. Sì, per forza.

«Fallo entrare, ormai mi ha trovata è inutile mandarlo via.» 
«Ok. Mi raccomando» mi avvicina e mi abbraccia dandomi la forza di cui ho bisogno per affrontare Giovanni. Esce dalla stanza e poco dopo appare la sagoma di Giovanni che mi fa letteralmente mancare l'aria. i suoi occhi si appoggiano sul mio viso e poi sulla mia pancia. Nessuno dei due parla per almeno una ventina di secondi, poi lo fa lui. Si appoggi allo stipite della porta e guardandomi negli occhi inizia.
«Perché sei scappata?»
«Te l'ho scritto nella lettera.»
«Non c'era bisogno di scappare, potevi semplicemente dirmelo» è serio e molto scuro in volto ma non mi sembra arrabbiato con me.
«Mi vergognavo, non è una bella cosa quella che ho fatto.»
«Fede dimmi una cosa, perché io davvero sto impazzendo. Ti ho mai fatto pesare il fatto di essere più ricco di te?» si sposta dalla porta e fa qualche passo verso di me.
«No, mai. Che c'entra questo?»
«Ti ho sempre detto che siamo una famiglia e che ciò che è mio è tuo, o no? Perché forse certe cose ho solo sognate di avertele dette o non me lo spiego.»
«Me l'hai sempre detto, non l'hai sognato.»
«Allora perché? Perché hai dovuto fare questa cosa? Bastava dirmelo e potevi prendere i soldi tranquillamente perché, ti ripeto, sono anche soldi tuoi.» 

I suoi occhi verdi che amo alla follia si fanno improvvisamente ombrati, come se qualcosa li rattristasse. 

«Sono soldi del tuo lavoro, non sono miei.»
«Siamo o non siamo una famiglia, Fede? Stiamo per avere un figlio insieme, cazzo. Se mi avessi semplicemente spiegato la situazione non ti avrei mai detto di non prendere i soldi. Lo sai che dei soldi non me ne frega nulla, avrei aiutato volentieri tua madre ora e te prima. Il fatto che tu non ti sia fidata di me è quello che mi ha fatto più male di tutto, dei soldi me ne frego.»
«Mi vergognavo, anzi, mi vergogno troppo del mio passato e della mia famiglia per questo non ti ho detto nulla. Mi dispiace e capirò qualsiasi tua decisione. Però, ti prego, non mi togliere mio figlio» trattengo le lacrime mentre lo dico e lui cambia immediatamente espressione.
«Non lo farei mai, ma per chi mi hai preso? Fede...» fa ancora qualche passo verso di me e mi prende il viso con le mani. I nostri occhi lucidi si incontrano ed è come se si innamorassero di nuovo. «Io voglio che torni a casa» dice e io subito scuoto la testa.
«Non è possibile...»
«Non me ne frega dei soldi, hai fatto bene a prenderli se questo ci ha liberati da quel pezzo di merda, ok? Avrei preferito che me ne parlassi, mi sono sentito un compagno pessimo, uno a cui non si può raccontare nulla e questo mi ha ferito, lo ammetto. Ma se mi prometti di rendermi partecipe di qualsiasi cosa ti succede, bella o brutta che sia, io ti perdono.»

Mi perdona? Gli ho rubato centinaia di migliaia di euro e lui mi vuole perdonare? Cosa ho fatto per meritarmi un uomo così? Mi viene ancora più da piangere ma mi trattengo.

«E la maglia? Ormai l'ha presa lui, era parte del patto per l'estinzione del debito. Non posso riprenderla.»
«Mi dispiace non averla più, era un ricordo importante per me, ti dico la verità. Ma non fa niente, va bene. Ti perdono.»
«Giovanni ma...»
«Cosa?»
«Come fai? Come fai a perdonare tutto questo? Se lo fai solo per il bambino, ti prego, lascia stare. Cercheremo di essere dei buoni genitori anche da separati, te lo prometto.»
«Non lo faccio per il bambino, lo faccio perché ti amo e una vita senza di te non la immagino nemmeno.»

Mi manca l'aria.

«Giovanni ma ti ho mentito, ti ho derubato, ti ho tradito. E tu mi ami ancora?»
«Sempre, nonostante tutto.»

Ora le lacrime non riesco più a trattenerle e mentre mi sgorgano dagli occhi faccio un passo verso di lui e lo abbraccio. Ci stringiamo e poi le nostre labbra si rincontrano e ne nasce il bacio più bello che ci siamo mai scambiati.
 
«Ti amo Giovanni, mi dispiace tantissimo, per tutto.»
«Shhh, basta. Non parliamone più, ok?»
«Va bene.»
«Ora usciamo di qui e viviamo la nostra vita, andiamo avanti.»
«Insieme.»
«Sempre.»
«Nonostante tutto.»
«Nonostante tutto.»

E così è stato. Usciti da quel ristorante abbiamo iniziato a vivere la nostra vita senza più segreti e finalmente mi sono sentita libera di amarlo al cento per cento. Dopo qualche mese è nato Riccardo che ha reso la nostra famigli ancora più affiatata e unita. L'amore non ci era mai mancato ma con lui è stato amplificato all'ennesima potenza e non possiamo che esserne felici. Mia madre ha cercato di riavvicinarsi a me ma mi fido poco, nonostante Giovanni mi sproni a perdonarla io al momento non ce la faccio. Non sono come lui, purtroppo, devo lavorarci ancora un po'. Non è facile ma con l'aiuto di Giovanni so di poter affrontare tutto. 

FINE.


***
Grazie a tutte\i, come sempre!! Vi voglio bene💙
Ps: torno presto con un protagonista a sorpresa😜

Nonostante tutto | Giovanni Di LorenzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora