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La sveglia suona, i miei occhi si spalancano. Anche oggi mi aspetta la solita routine. Giovanni è via per una partita di Champions e svegliarmi da sola nella mia casa vuota e silenziosa e nel mio letto grande e freddo mi mette tristezza già di prima mattina. Purtroppo non posso fare a meno di alzarmi e andare a lavoro, ho bisogno di soldi. Sto facendo anche due ore al giorno di straordinario e a fine mese riesco a portarmi a casa 5/600 euro in più che sono spiccioli in confronto a quello che mi servirebbe ma sto mangiando quasi sempre da Giovanni e riesco a conservare qualcosa in più. Questo mese ho anche venduto qualcosa in più su Vinted e gli ultimi pezzi d'oro di mia nonna, così ho racimolato più di quattromila euro. Sempre spiccioli in confronto a quello che mi servirebbe ma comunque è già qualcosa.

Scendo dal letto, faccio una doccia veloce e mi avvolgo in vestiti caldi visto che è quasi Natale e fa ancora molto freddo in città, soprattutto sul motorino.
Arrivo al bar e lavoro a ritmi alti già da subito, i clienti oggi sono numerosi e non c'è un attimo di sosta. Verso metà mattina viene Sandra per un caffè e resta con me una mezz'ora. È agitatissima per un esame che deve dare domani e dice che solo al bar riesce a calmarsi un po'. Chiacchiera con me e Davide per poi andarsene quando si è rilassata abbastanza per tornare a studiare.
Va via e le ore sembrano non passare mai, soprattutto quando devo lavorare dieci ore anziché otto. Quando le quattro finalmente arrivano quasi non mi sento più le gambe e ho un sonno che mi devasta. Guido fino a casa mia e crollo a letto. Mi sveglio giusto in tempo per l'inizio della partita (ma solo perché avevo messo la sveglia) e la guardo dall'account Sky di Giovanni che mi ha gentilmente prestato per vederlo giocare stasera.
La partita inizia e all'inizio è bloccata e noiosa, tanto che sto per riaddormentarmi ma poi verso la metà del primo tempo, segna Kvara. Esulto con un urlo e poi torno alla mia silenziosa osservazione del match. Finisce il primo tempo e mi faccio un sandwich, poi torno al mio letto. I ragazzi fanno altri due gol e impazzisco nel costatare che Giovanni è sempre il primo ad abbracciare i suoi compagni che segnano, ma come fa? È un capitano enorme e tutta la squadra lo ama e lo rispetta. La partita finisce 0-3 e so già che Giovanni sarà contentissimo.

Ora torna a casa capitano <3

Corro. Ho l'aereo tardi e arrivo tardissimo a Napoli, ci vediamo domani mattina, ok?

Va bene, vengo da te per colazione?

Sì perfetto, vieni quando vuoi

Ok. Ora scusami ma ho un sonno tremendo. A domani mio capitano <3

Buonanotte vita mia <3

Esco dalla nostra chat e poso il cellulare sul comodino per cadere subito in un sonno profondo. La mattina dopo mi sveglio più fresca e riposata e in dieci minuti sono pronta per andare da Giovanni. Lui di solito è uno mattiniero, massimo per le otto si sveglia ma visto che stanotte ha fatto tardi gli do un po' più di tempo e mi presento da lui alle nove meno dieci.

«Ehi, piccola, finalmente» mi dice tirandomi a lui quando arrivo fuori la sua porta. «Come mai così tardi?»
«Sei tornato tardi, ho pensato che volessi dormire un po' di più...»
«Non me ne frega di dormire di più, voglio stare con te il più possibile» prende il viso tra le mani e mi baci appassionatamente prima di entrare in casa. Andiamo in cucina e facciamo colazione con le mille cose che ha messo a tavola. Mangia ma lo vedo che si guarda spesso intorno, guarda l'orologio, poi il cellulare... è agitato e non capisco il perché.

«Tutto bene Gio?» quando glielo chiedo sospira e scuote la testa spazientito.
«Il mio più grosso difetto è che non sono bravo a fare le sorprese, rovino sempre tutto» dice, confondendomi ancora più di prima.
«Quale sorpresa? Di che parli?» per un attimo vado nel panico ma poi si alza e va di là, tornando dopo pochi secondo con una busta di cartone tra le mani.
«Te lo volevo dare domani prima di partire ma non ce la faccio.»
Domani se ne torna in Toscana per il Natale e ora che me l'ha ricordato mi sento subito più triste.
«Ma cos'è?»
«Vedi. Quando l'ho vista ho pensato subito a te, mi è venuto in mente il nostro primo appuntamento e come eri vestita...»
«Ricordi come ero vestita?»
«Certo, avevi quel corpetto che era tipo azzurrino, bellissimo. La prossima volta puoi metterlo insieme a questa» dice passandomi la busta.

Nonostante tutto | Giovanni Di LorenzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora