22.

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«Ormai sei al cento per cento una di loro» Sandra e a casa mia e di Giovanni e le sto raccontando tutte le conoscenze e le nuove amicizie che ho fatto ultimamente con le mogli dei compagni di Giovanni.
«Non mi sento una di loro, so solo che sto bene e sono felice.»
«Lo sapevo che Giovanni sarebbe stato perfetto per te, l'ho capito subito» sorride contenta per me e io annuisco. Lei l'ha sempre detto e ci aveva visto lungo fin dall'inizio.
«È l'uomo della mia vita, se con lui non va bene non credo di riuscire a trovarne un altro che mi prenda come ha fatto lui. È perfetto in tutto con me, davvero» non finisco nemmeno di dirlo che sentiamo la chiave girare nella toppa della porta che poi si spalanca. È proprio Giovanni che non appena mi vede sorride e viene a salutarmi con un bacio per poi passare a Sandra.
«Tutto bene?» ci chiede e noi annuiamo all'unisono.
«Tutto bene. A te a lavoro?»
«Tutto tranquillo» dice per poi girarsi verso Sandra. «Tu con gli esami? So che a breve devi darne uno complicato...»
«Sì, lunedì prossimo ma sono prontissima. Non vedo l'ora di farlo e di togliermelo da mezzo» sbuffa e si alza dal divano. «Ora vado che vi dovete preparare per uscire, ci vediamo presto» dice venendo verso di me.
«Si tesoro, grazie per esserci sempre» la abbraccio e lei fa lo stesso con me prima di passare a salutare Giovanni. Se ne va e io vado a prepararmi per andare da Laura e Piotr. Giovanni dopo dieci minuti è pronto mentre a me serve almeno una mezz'ora. Per le sette e cinque sono pronta e scendiamo caricandoci dei regali che abbiamo preso per Maksy. Non vedo l'ora di rivederlo, quel bimbo è uno zuccherino, lo amo.
Giovanni guida per quasi mezz'ora e arriviamo a Varcaturo dove la famiglia vive in una bellissima villa con giardino e piscina.
«Eccoci qua! Dov'è il mio piccolo Maksy?» dico appena metto piede fuori dall'auto e lui mi corre in contro col suo pupazzo preferito tra le mani. Lo lascia cadere a terra un attimo prima di arrivare tra le mie braccia e poi fa un salto catapultandosi in braccio a me. Io lo prendo e lo abbraccio forte roteando su me stessa mentre lui si aggrappa fortissimo al mio collo. «Hai visto che sono venuta, amore? E ti ho portato anche tanti regalini» gli dico prima di lasciargli un bacio sulla guancia e rimetterlo a terra. Giovanni appare davanti a noi con due bustoni carichi di giocattoli e il piccolino sembra impazzire.
«Adiamo dentro, venite» seguiamo i coniugi Zielinski dentro casa loro e finalmente possiamo dare i regali al piccolo. Il primo che scarta è un set di supereroi in miniatura: ci sono Spiderman, Iron Man, Hulk e Capitan America. Lui li guarda uno per uno con gli occhi che gli brillano e abbraccia sia Giovanni che me. Poi scarta il secondo regalo e tira fuori un computer portatile per bambini utile per insegnargli colori, lettere e altre semplici nozioni. Lo guarda esterrefatto, poi lo accende e si mette subito a giocare, catturato dai colori e dalle voci che lo coinvolgono.

«Maksy, come si dice?» Piotr richiama la sua attenzione e il piccolo ci viene ad abbracciare ancora.
«Grazie zio Gioanni e zia Dede» dice con quella vocina dolcissima.
«Di niente amore» gli lascio un bacio e poi ci accomodiamo a tavola coi due Zielinski più grandi. La tavola è già imbandita con antipati di ogni genere. Laura mi aveva detto che è appassionata di cucina, soprattutto italiana, ma non pensavo fino a questi livelli. Ci sono almeno quattro tipi diversi di tranci di pizza, polpette sia al forno che con la salsa, peperoni all'insalata, e assaggi di gateau e polpettoni vari. Poi c'è l'angolo polacco con alcune specialità del loro paese d'origine. Io e Giovanni assaggiamo tutto e facciamo i complimenti a Laura perché è davvero tutto squisito. Maksy se ne sta per conto suo a giocare coi suoi nuovi giocattoli fino a che non viene da me picchiettando il suo ditino sulla mia coscia.
«Amore» lo prendo in braccio e lo faccio sedere sulle mie gambe. «Dimmi» lo guardo e gli accarezzo i capelli lisci e morbidi che gli cadono sulla fronte.
«Andiamo a fare pipì?» mi domanda e mi fa una tenerezza unica. Gli altri al tavolo ridono e Laura si alza raggiungendoci.
«Maksy vieni che ti porta mamma» dice la bionda ma il piccolo fa di no con la testa aggrappandosi a me.
«Zia Dede» ripete.
«Maksy, dai, lasciala stare e vai con mamma» anche Piotr cerca di convincerlo ma lui scuote la testa, sempre più convinto.
«Se per voi non è un problema lo accompagno io, con il tuo aiuto, Laura» la guardo e lei annuisce sospirando.
«Non so perché ha preso questa cosa morbosa con te, perdonami» dice e io le rispondo che non ci sono problemi. Andiamo in bagno e Maksy fa la pipì, così poi ce ne torniamo in cucina dagli altri ma il piccolo non è d'accordo. Mi prende per mano e mi porta dal suo cagnolone, un labrador nero che lui mi spiega chiamarsi Mia. Lo ascolto e faccio ciò che vuole io faccia ma nel frattempo sento anche i tre adulti con cui stavo cenando borbottare tra di loro guardandoci. Chissà cosa stanno blaterando. Maksy dopo qualche minuto mi lascia tornare a tavola e appena mi siedo vedo che sia Laura che Piotr mi guardano in un modo strano.
«Che c'è?» domando e loro in risposta parlottano tra di loro in polacco. Io e Giovanni ci guardiamo chiedendoci cosa si staranno dicendo quei due, ma presto Laura ci toglie ogni dubbio.
«Di quanti mesi?» domanda guardando me.

Nonostante tutto | Giovanni Di LorenzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora